TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

GIOVEDÌ 16 GENNAIO 1997


61a Seduta

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

indi del Vice Presidente
CARCARINO

Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, con delega per il dipartimento della protezione civile, Barberi.

Intervengono, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, il professor Gennaro Volpicelli, preside della facoltà di ingegneria dell'Università Federico II di Napoli, il professor Paolo Belli, ordinario di scienza delle costruzioni presso la facoltà di architettura dell'Università Federico II di Napoli, ed il professor Arturo Pellegrino, dell'istituto di tecnica delle fondazioni del Politecnico di Napoli.

La seduta inizia alle ore 15,15.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni geostatiche del sottosuolo napoletano: audizioni di docenti universitari
(R048 000, C13a, 0002°)

Il presidente GIOVANELLI, nel ringraziare gli intervenuti, li invita allo svolgimento di relazioni introduttive, dando inizialmente la parola al professor Volpicelli.

Il professor VOLPICELLI fa presente preliminarmente che l'insieme dei fenomeni di dissesto geologico interessanti la città di Napoli origina dal fatto che la realizzazione di interventi umani che non hanno tenuto adeguatamente conto delle caratteristiche naturali del territorio ha ridotto notevolmente l'originaria capacità del territorio stesso di filtrare le acque meteoriche. Si sofferma poi sulla specificità della città di Napoli derivante dalla presenza di cavità e cunicoli sotterranei di notevole estensione: alcune cavità risalgono all'epoca romana allorchè erano funzionali alla costruzione di acquedotti o altre opere, mentre altre cavità e cunicoli si sono aggiunti successivamente a seguito dell'attività di asportazione di materiali utilizzabili per le costruzioni. Queste ultime cavità presentano una minore resistenza alle sollecitazioni provenienti dalla realizzazione di impianti e manufatti finalizzati a vari sottoservizi ovvero, in generale, dagli assestamenti del terreno di varia origine che interessano il territorio napoletano. Il quadro è aggravato dal fatto che la fuoriuscita di acqua conseguente ad un qualunque guasto della rete idrica e fognaria avvia facilmente un fenomeno di trascinamento del materiale incoerente dal luogo in cui si è verificato l'evento alle cavità, modificando con ciò pericolosamente l'assetto del sottosuolo.

Interviene successivamente il professor PELLEGRINO il quale, premesso di aver svolto da molti anni una serie di ricerche nel sottosuolo napoletano e di aver partecipato altresì ad un'interessante iniziativa di studio di cui è disponibile a lasciare copia alla Commissione, fornisce alcune informazioni tecniche che ritiene di particolare interesse per la comprensione dei fenomeni recentemente verificatisi. I terreni su cui si trova la città di Napoli sono prevalentemente di natura vulcanica, sia allo stato lapideo, come il tufo, sia allo stato sciolto come pomici e pozzolane, che sono caratterizzate da una modesta capacità di coesione e da una marcata erodibilità; tali materiali sono stati sempre considerati ottimi per le costruzioni e ciò ha dato quindi luogo nel corso dei secoli all'escavazione di moltissime cavità nel sottosuolo napoletano fino a circa cinquant'anni fa. Purtroppo il successivo passaggio al metodo di cavatura in superficie ha fatto sì che molte cave fossero abbandonate e, poichè non esiste una loro mappatura, si verifica ancora oggi che molte di esse vengano scoperte per caso. Il professor Pellegrino aggiunge poi che è importante tener conto che la maggior parte degli edifici di Napoli sono di recente costruzione e quindi sono stati realizzati sulle superfici collinari poste di fronte al litorale: ciò ha fatto sì che la rete fognaria realizzata nei nuovi insediamenti venisse a gravare su quella della parte vecchia della città, la quale è stata pertanto progressivamente sottoposta a crescenti sovraccarichi idraulici. A partire dagli anni sessanta la situazione è stata a suo avviso aggravata dall'attribuzione in modo del tutto confuso di competenze sul territorio a molteplici organismi, come ad esempio l'ex Cassa per il Mezzogiorno, i commissari per la ricostruzione post-terremoto, il CIPE, accanto ai soggetti tradizionali. Ciò ha comportato risultati negativi sul piano tecnico con la conseguenza di un uso del sottosuolo errato o poco rispettoso delle sue caratteristiche che, di per sè, sono da considerare positivamente in quanto denotano buoni requisiti meccanici. Alla luce dei recenti dissesti, è innanzitutto necessario raccogliere ed elaborare gli studi sul territorio napoletano che esistono e sono anche numerosi ma non sono stati finora raccolti ai fini di una conoscenza compiuta del territorio stesso. Solo successivamente sarà possibile elaborare un piano degli interventi e stabilire i controlli cui tali interventi dovranno essere sottoposti. Tale è anche la filosofia che sta informando l'attività della commissione per interventi sulla sicurezza del territorio cittadino appena costituita presso il comune di Napoli.

Interviene il professor BELLI, in rappresentanza del preside della facoltà di architettura dell'Università di Napoli, ricordando che la cubatura del costruito soffre dei problemi cagionati dal sottosuolo alla stabilità geostatica dei manufatti edilizi. Gli uffici pubblici risultano carenti dei grafici dei sottoservizi esistenti, il che è emerso con drammatica evidenza quando si è trattato di operare sul collettore fognario: conferma anzi in proposito che i lavori sulla cablatura telefonica hanno interferito con le tubature fognarie esistenti almeno in un caso, di recente.
L'orografia partenopea è costituita anche da colline i cui strati archeologici vanno difesi, soprattutto dalla possibilità di frane, essendo dotate di interessanti testimonianze di epoche pregresse; anche il rischio sismico grava sulla stabilità dei monumenti, per cui andrebbe censito mediante apposite microzonizzazioni. Rileva infine che un'ampia rete di cunicoli sotterranei percorre l'intero sottosuolo napoletano, per cui essa potrebbe essere utilizzata come camminamento di interesse turistico o sede di trasporti urbani: in proposito la facoltà di architettura ha già prefigurato la proposta di creazione di una «città sotterranea» che si valga del reticolo esistente come sede di trasporti metropolitani o parcheggi.

A domande dei senatori CARCARINO e LASAGNA su tale rete di camminamenti e sulle sue dimensioni, i professori BELLI, VOLPICELLI e PELLEGRINO rispondono descrivendo la precedente utilizzazione acquedottistica dei cunicoli, l'esistenza di una mappatura, nonchè la loro scarsa incidenza ai fini dei crolli; questi ultimi sono assai più probabili a seguito degli scavi effettuati sui lati dei valloni di deflusso degli scarichi idrici.

I senatori presenti rivolgono quindi quesiti ai soggetti auditi.

Il senatore LAURO richiede se i recenti crolli fossero prevedibili e se vi sono possibilità di coordinamento tra i sottoservizi; in caso contrario, richiede se si ritenga necessario sospendere tutte le intersecazioni. Si domanda infine quale margine economico di utilizzabilità abbiano le aree sotterranee.

Il senatore VELTRI giudica preliminare, rispetto ad ogni progetto sui sottoservizi, l'effettuazione di un reale censimento del sottosuolo napoletano: in proposito richiede se lo studio del professor Pellegrino sia stato aggiornato, dopo la sua redazione nel 1967. Dopo aver formulato domande sull'esistenza di un piano di bacino e sugli effetti della speculazione edilizia degli scorsi decenni, conclude giudicando contraddittorio ignorare, nell'eziologia dei crolli, l'influenza delle acque di ruscellamento derivanti dall'intenso regime pluviometrico del Mezzogiorno d'Italia.

Il senatore COLLA propone di valorizzare come occasione turistica i camminamenti sotterranei di cui è stata data notizia, a seguito di un loro idoneo rafforzamento.

Il senatore MAGGI richiede quale sia il grado di collegamento tra istituti di ricerca ed uffici tecnici comunali; si domanda poi quale sia il significato della dizione «trasformazioni delle cavitoie in pozzi piezometrici», adoperata dai soggetti auditi per spiegare l'effetto della messa in pressione di una rete idrica originariamente non operante sotto carico.

Il presidente GIOVANELLI giudica necessario valutare la praticabilità politico-amministrativa degli interventi, alla luce dei fattori di pericolo esistenti: la loro conoscenza è necessaria per definire una scala di priorità negli interventi, nella loro localizzazione e nella loro finalizzazione a tutela della sicurezza pubblica.

Il senatore CARCARINO lamenta un difetto di conoscenza a cui le audizioni non hanno pienamente ovviato: se la rete fognaria è soggetta a vibrazioni, una ricerca delle cause può indirizzare nell'individuazione dei rimedi, ma ogni intervento non può prescindere da una visione globale della rete, attualmente carente. Anche la conoscenza della cubatura gravante sulla superficie è assai lacunosa, essendo abusiva circa la metà dei manufatti edilizi; eppure, le denunce sono insufficienti a risolvere il problema, che richiede anche una capacità propositiva fondata su una migliore informazione.

Il sottosegretario BARBERI saluta nel professor Pellegrino un autorevole membro della Commissione grandi rischi, chiamato a far parte anche del comitato sul sottosuolo recentemente costituito dal sindaco di Napoli: lo studio da lui redatto nel 1967 è lo strumento di conoscenza più affidabile, sul sottosuolo partenopeo, anche perchè è l'unico ad essere noto. In particolare, il Sottosegretario richiede al professor Pellegrino se abbia notizia di un secondo studio, redatto tra il 1992 e il 1994 su incarico di un commissario ad acta nominato nel 1988 dalla provincia di Napoli nell'esercizio di poteri sostitutivi nei confronti del comune. Un tale studio, secondo interrogazioni parlamentari, sarebbe venuto a costare 17 miliardi di lire, ma esso non risulta disponibile al Dipartimento della protezione civile: su questo particolare aspetto il Sottosegretario risponde anche a brevi considerazioni del presidente GIOVANELLI e del senatore PALUMBO.

Il professor PELLEGRINO, rinviato al comune di Napoli il quesito sull'esatta estensione dei cunicoli, giudica impossibile economicamente una loro utilizzazione commerciale, stante il degrado in cui versano e la difficile configurazione geometrica, che implicherebbero costi enormi di riadattamento.
Da oltre vent'anni i collegamenti tra università ed uffici tecnici comunali sono sporadici, mentre il materiale informativo è di difficile reperimento: l'indagine commissionata dalla provincia, e svoltasi tra il 1992 ed il 1994, derivava dalla normativa regionale che imponeva una documentazione geologica a corredo dei piani regolatori, ma l'ufficio urbanistico del comune - detentore di tale studio, che raggruppa un'ingente mole di dati - ha provveduto alla sua informatizzazione (secondo il programma ARCHIMFO) senza essere in grado di conferirlo a tutti i circuiti informatici comunali. Auspica che il sindaco di Napoli consegni al comitato sul sottosuolo - che l'ha richiesta, insieme con una verifica sulla rete fognaria - anche questa documentazione, benchè l'oratore la consideri poco sviluppata sotto il profilo dell'analisi e dell'elaborazione dei dati.
L'Autorità di bacino competente sul territorio napoletano è stata costituita solo recentissimamente, mentre vi sono aree - come la collina dei Camaldoli, priva persino di rete fognaria - soggette ad ampi fenomeni di erosione; quanto ai pozzi piezometrici, sono l'effetto della pressione dell'acqua (mediamente di quattro atmosfere) in cunicoli dotati di mere strutture di rivestimento - e come tali dimensionati - con conseguente pericolo di rottura del canale o di drenaggio delle acque nei terreni circostanti.

Il professor VOLPICELLI invita tutte le amministrazioni interessate a sviluppare rapporti di collaborazione con gli enti di ricerca, ma soprattutto auspica che siano ricostituite le strutture tecniche dello Stato, che rappresentano il tessuto organizzativo indispensabile per gli interventi necessari; giudica positivamente l'operato sin qui svolto dal Dipartimento di protezione civile, sottolineando l'importanza della conoscenza del territorio anche sotto il profilo dei rischi industriali.

Il professor BELLI riconosce la notevole estensione dell'abusivismo edilizio nell'area partenopea, lamentando l'assenza di un censimento in merito; manca anche una normativa urbanistica chiara, che superi la fatale alternativa tra un vincolismo assoluto ed una pratica diffusa di inattuazione della legislazione, che mette le amministrazioni competenti dinanzi al fatto compiuto.

Il presidente CARCARINO dichiara concluse le audizioni previste nella seduta odierna.

La seduta termina alle ore 16,50.