ISTRUZIONE (7a)

MARTEDÌ 15 APRILE 1997


88a Seduta

Presidenza del Vice Presidente
BISCARDI

Interviene il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Soliani.

La seduta inizia alle ore 15,15.

PER IL RISTABILIMENTO DEL SENATORE MANIS
(A003 000, C07a, 0001°)
In apertura di seduta il presidente BISCARDI rivolge un caloroso saluto al senatore Manis, vice presidente della Commissione, che ritorna a partecipare ai lavori dopo una lunga assenza dovuta a motivi di salute.

Alle espressioni del Presidente si associa la Commissione.

IN SEDE REFERENTE
(1823) Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore
(1084) BRIENZA: Modifiche al decreto-legge 15 febbraio 1969, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 1969, n. 119, in tema di esami di maturità
(1988) LORENZI ed altri: Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta dell'8 aprile scorso.

Il PRESIDENTE dichiara aperta la discussione generale sul testo approvato dal Comitato ristretto, pubblicato in allegato al resoconto della predetta seduta.

Il senatore RESCAGLIO esprime perplessità in ordine alla disposizione di cui all'articolo 7, comma 1, lettera b), ritenendo che il provvedimento non debba penalizzare le scuole private che forniscono un servizio di elevata qualità. Suggerisce pertanto di mantenere la possibilità di svolgere gli esami di idoneità anche presso gli istituti non statali, eventualmente limitando l'idoneità così conseguita al solo anno scolastico immediatamente successivo del corso di studi.

Il senatore BEVILACQUA ribadisce l'opinione già espressa in passato che la riforma degli esami di maturità, benchè di per sè urgente, avrebbe dovuto rappresentare il coronamento della più generale riforma dei cicli formativi, peraltro già in itinere.
Quanto al testo approvato dal Comitato ristretto, egli ricorda d'altra parte che gli aspetti principali della riforma sono rimasti tuttora insoluti, a partire dal rapporto tra scuola pubblica e scuola privata. A tale proposito, pur convenendo sulla necessità di combattere i fenomeni degenerativi dei «diplomifici», egli ritiene che non si debba penalizzare le istituzioni private che svolgono un indispensabile servizio pubblico e che pertanto una soluzione debba essere trovata anzitutto con l'attivazione di più affidabili sistemi di controllo, ma anche nella prospettiva dell'abolizione del valore legale del titolo di studio, che nei fatti è ormai venuta a realizzarsi.

Anche il senatore MANIS ritiene che la riforma degli esami di maturità avrebbe dovuto essere successiva al riordino dei cicli scolastici, dal momento che la disciplina di questi ultimi dovrebbe porsi in funzione proprio delle scelte operate con riguardo agli ultimi anni del ciclo formativo.
Quanto al testo elaborato dal Comitato ristretto, egli dichiara di condividere la scelta di una prevalenza di membri interni, poichè le attuali commissioni esterne non hanno dato certamente risultati positivi. Analogamente corretta - a suo giudizio - appare la scelta di un presidente esterno, in funzione di garante della legittimità degli esami, mentre perplessità suscita la previsione di due membri esterni, incoerente con l'obiettivo di affidare la verifica della preparazione degli studenti ai docenti interni.
Poichè tuttavia una più logica scansione temporale vorrebbe che fosse data priorità alla attuazione del processo autonomistico, nonchè alla riflessione sulle prospettive del valore legale del titolo di studio e al provvedimento sulla parità tra scuola pubblica e scuola privata, egli propone di accantonare per il momento la riforma degli esami di maturità, in attesa della definizione di un più chiaro quadro complessivo.

Il senatore BRIGNONE ritiene che il valore legale del titolo di studio sia ancora indispensabile, a meno che non si intenda modificare contemporaneamente anche le modalità di accesso agli studi universitari e di assunzione nel pubblico impiego. Ogni prospettiva di riforma in tal senso dovrebbe infatti a suo giudizio essere rinviata ad una fase successiva alla definitiva applicazione dell'autonomia scolastica. Accantonare pertanto il provvedimento attualmente in discussione, prosegue il senatore Brignone, in attesa di una riforma più generale, comporterebbe un rinvio di diversi anni certamente inopportuno anche in considerazione del già fin troppo lungo periodo di sperimentazione che ha caratterizzato l'attuale disciplina degli esami di maturità.
Egli si sofferma quindi sull'articolato predisposto dal Comitato ristretto, manifestando anzitutto insoddisfazione per la disposizione di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), secondo cui l'ammissione degli alunni delle scuole private agli esami di Stato è limitata a coloro che abbiano frequentato un corso di studi con caratteristiche di completezza. Benchè favorevole al principio generale, egli ricorda infatti che in sede ristretta si era concordato di definire meglio tali requisiti, anche in considerazione del fatto che anche taluni corsi statali, come quelli serali, non li soddisfano completamente. Quanto alla composizione delle commissioni, egli dichiara di concordare con la previsione di un presidente esterno, a garanzia del carattere nazionale dell'esame, mentre ritiene che i due membri esterni - anche ai fini di un contenimento delle spese - debbano essere scelti in ambito provinciale, con limitate eccezioni per gli indirizzi di studio meno diffusi. Egli si sofferma quindi sui requisiti richiesti per assumere la presidenza delle commissioni d'esame, che dovrebbero essere meglio precisati al fine di assicurare il necessario livello di esperienza.
Il senatore Brignone conclude soffermandosi sulla disposizione relativa al credito formativo, in ordine alla quale auspica una maggiore chiarezza testuale, e associandosi alle considerazioni del senatore Rescaglio in ordine all'articolo 7.

Il senatore BERGONZI manifesta anzitutto la propria contrarietà alla prevalenza di membri interni nelle commissioni d'esame, ricordando che tale profilo rappresenta uno dei punti sui quali in Comitato ristretto non è stato raggiunto un accordo e che è stato conseguentemente rimesso alla valutazione della Commissione in sede plenaria. Tale contrarietà è motivata, egli prosegue, dal carattere di autoreferenzialità che l'esame di Stato in tal modo assumerebbe e dal timore che nelle scuole private ciò potrebbe comportare una forte percentuale di facili promozioni, con conseguente disparità a danno degli studenti delle scuole pubbliche. A suo giudizio dovrebbe pertanto essere perseguito un giusto riequilibrio tra membri interni e membri esterni, mantenendo comunque la previsione di un presidente esterno.
Altro aspetto non condivisibile del testo elaborato dal Comitato ristretto riguarda le modalità e i contenuti del colloquio orale. Così come configurato dal comma 3 dell'articolo 3, il colloquio risulta infatti eccessivamente nozionistico e inadeguato ad accertare il livello culturale complessivo della preparazione dello studente. Al contrario, esso dovrebbe rivestire i caratteri di un esame interdisciplinare, volto all'approfondimento di alcune materie di indirizzo specifiche del tipo di scuola frequentato, pur senza prescindere da una verifica seria della preparazione culturale complessiva.
Quanto poi alla terza prova scritta differenziata, egli manifesta netto dissenso, ritenendo che eventuali differenziazioni trovino migliore collocazione nell'ambito del colloquio orale, pena la progressiva prefigurazione di un quadro normativo complessivo incompatibile con il mantenimento del valore legale del titolo di studio.

Il senatore MASULLO, dopo aver espresso gratitudine ai membri del Comitato ristretto per il proficuo lavoro svolto, per dovere di coscienza intellettuale esprime alcune riserve anzitutto in ordine alle modalità individuate per lo svolgimento del colloquio orale. L'esame nozionistico è infatti a suo giudizio senz'altro inadeguato a verificare il grado di formazione degli studenti (e in egual modo il grado di efficienza della scuola frequentata), nonchè culturalmente arretrato. Il colloquio, anzichè vertere sui concetti essenziali di ciascuna disciplina dell'ultimo anno di corso (dizione sulla cui chiarezza esprime peraltro perplessità), dovrebbe a suo giudizio essere interdisciplinare o comunque tale da accertare la capacità della scuola a produrre cultura, sulla base di parametri tanto di carattere storico che di tipo epistemologico.
Quanto alla composizione delle commissioni, egli ritiene che i due membri esterni dovrebbero essere scelti rispettivamente, per ciascuna commissione, tra i docenti delle materie umanistiche e quelli delle materie scientifiche, senza tuttavia rendere nota in anticipo la scelta delle materie da affidare ai suddetti membri esterni, al fine di non vanificare l'essenza stessa dei nuovi esami.
Il senatore Masullo si sofferma infine sulla scelta dei presidenti di commissione, osservando che ben più dei loro titoli dovrebbero essere assicurate la loro esperienza e la loro costante presenza ai lavori delle commissioni.

Il senatore CAMPUS ricorda che il Comitato ristretto ha concluso i propri lavori sottoponendo alla Commissione un testo che per diversi profili è ancora «aperto», a testimonianza della difficoltà di soddisfare tutte le diverse esigenze. Saranno pertanto a suo giudizio necessarie consistenti modifiche, a partire dalle disposizioni di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b) e al corrispondente articolo 7, comma 1, lettera a). L'attuale formulazione danneggia infatti enormemente le scuole private, pochissime delle quali hanno un ciclo completo di studi. Nè d'altronde appare chiaro, egli prosegue, per quale motivo dovrebbe essere considerata più qualificante la completezza del ciclo scolastico rispetto alla serietà del suo svolgimento.
Il senatore Campus manifesta poi completo disaccordo sull'articolo 3, comma 2, che prevede l'elaborazione della terza prova scritta da parte delle commissioni d'esame.

In una interruzione, la relatrice PAGANO prospetta una riformulazione di tale norma che comunque, ella precisa, deve essere letta in correlazione con l'articolo 1, comma 3, lettera b).

Il senatore CAMPUS conclude quindi il proprio intervento esprimendo perplessità sulla comunicazione anticipata delle materie da affidare ai membri esterni, sulla inclusione dei ricercatori universitari tra i possibili presidenti delle commissioni d'esame, nonchè sulla mancata previsione di una correzione collegiale degli elaborati scritti.

Interviene infine la senatrice MANIERI, la quale esprime anzitutto apprezzamento per i lavori del Comitato ristretto: il testo elaborato, infatti, con qualche significativo aggiustamento, potrà considerarsi sufficientemente equilibrato e soddisfacente. Ella sottolinea quindi l'esigenza, nell'ambito dell'attuale quadro normativo di riferimento che prevede il valore legale del titolo di studio, di assicurare pari condizioni di accertamento a tutti gli studenti, indipendentemente dal tipo di scuola frequentata. Dopo essersi espressa in senso contrario ad una terza prova scritta differenziata da istituto a istituto, ella conclude dichiarando di non condividere la composizione delle commissioni d'esame individuata in sede ristretta, ritenendo indispensabile un riequilibrio tra docenti interni e esterni, anche in considerazione del fatto che il rapporto tra studenti e docenti nelle scuole pubbliche non è confrontabile a quello che si instaura nelle scuole private, dove i docenti sono retribuiti, in definitiva, grazie alle rette scolastiche pagate dagli studenti.

Il PRESIDENTE, in considerazione dell'imminente inizio dei lavori dell'Assemblea, ritiene opportuno rinviare il seguito dell'esame congiunto alla seduta già convocata per domani alle ore 15,15. Egli propone peraltro di fissare fin d'ora un termine per la presentazione di emendamenti.

Dopo un breve dibattito, la Commissione conviene di fissare detto termine a martedì 6 maggio alle ore 18.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,30.