DIFESA (4
a
)
LUNEDI' 27 NOVEMBRE 2000
259
a
Seduta
Presidenza del Presidente
DI BENEDETTO
Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Minniti.
La seduta inizia alle ore 16,35.
SULLE MISSIONI DELLA COMMISSIONE
Il PRESIDENTE rende noto di aver ricevuto, tramite l'Ambasciata di Siria a Roma, un invito affinché la Commissione effettui una visita all'omologa Commissione e alle autorità governative e militari di Damasco. Prospetta -compatibilmente con gli impegni dell'Assemblea- l'effettuazione in tempi rapidi di tale visita.
Il senatore PALOMBO aderisce alla proposta del Presidente e sottopone alla Commissione l'ipotesi di una visita al contingente italiano in Libano (UNIFIL), colà distaccato dal 1978 per controllare il ritiro delle truppe israeliane.
Il PRESIDENTE, nel subordinare l'effettuazione della seconda visita alle condizioni politiche
in loco
, pone in votazione entrambe le proposte.
Esse sono approvate.
IN SEDE CONSULTIVA
(4886)
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2001 e bilancio pluriennale per il triennio 2001-2003 azioni,
approvato dalla Camera dei deputati
-
(Tab. 11)
Stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno finanziario 2000.
(4885)
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2001),
approvato dalla Camera dei deputati
(Rapporto alla 5
a
Commissione. Seguito dell'esame congiunto e rinvio)
Riprende la discussione generale, sospesa al termine della seduta del 23 novembre 2000.
Il senatore PALOMBO rileva preliminarmente che
si è di nuovo di fronte a un progetto generale di finanziamento rigidamente ispirato ai consueti schematismi nella ripartizione delle risorse, improduttivi e clientelari. Sono assenti per l'ennesima volta interventi programmatici, finalizzati al conseguimento di obiettivi di maggiore operatività delle Forze armate, in termini di uomini, infrastrutture, mezzi, armamenti e tutela giuridico-economica. Obiettivi che avrebbero dovuto determinare una riconfigurazione tecnico-funzionale dello strumento militare, volta a ricollocarlo su un piano di operatività non troppo distante da quelli dei corrispondenti strumenti dei nostri maggiori alleati europei (fra cui il Regno Unito e la Germania), peraltro entro la scadenza di un termine temporale, che per essere efficace non avrebbe dovuto superare il lustro.
Niente di tutto ciò si trova nei documenti in titolo: lo stato di previsione della Difesa è il frutto dell'incapacità dell'attuale Esecutivo di intervenire, confermandosi come perfetto clone dei due precedenti, anch'essi di centro-sinistra. In contrasto con l'aspettativa di entrate tributarie crescenti negli anni a venire, previste per il 2003 pari a circa 767.000 miliardi, gli stati di previsione dei dicasteri si ripetono rigidamente secondo percentuali costanti di suddivisione della massa monetaria disponibile.
Manca, inoltre, una coordinata azione di governo per liberare il Paese, tra l'altro, dai dispendiosi gravami di una burocrazia invadente e incapace, sempre più diffusa presso gli enti locali e le cosiddette aziende autonome. Niente si fa, inoltre, per eliminare le altre spese inutili e superflue, perché lo statalismo che ispira l'azione dell'Esecutivo, nonostante si ammanti di falsi atteggiamenti liberalistici, nel suo intimo ignora del tutto i principi di sussidiarietà. È chiaro che il clientelismo e l'immobilismo sono reputati dal Governo e dalla maggioranza più produttivi. In conseguenza di tutto ciò, "l'ascia della riforma" è rimasta sotterrata nei confronti delle Forze armate.
A tal proposito mostra rincrescimento per aver offerto la collaborazione risolutiva di Alleanza Nazionale, quando nel corso della legislatura si è trattato di intervenire per ridurre gli organici, per chiudere enti e reparti, per sospendere la leva. Di certo la sua parte politica non si aspettava di conseguire soltanto il risultato del ridimensionamento complessivo dello strumento militare, sempre più logoro, ma sempre più impegnato d'altro canto in missioni internazionali. Non era intenzione del suo Gruppo sospingere e bloccare nel guado di una vuota riforma riduttiva le Forze armate, proprio nel momento in cui sono aumentati i loro impegni internazionali, e quando l'Italia si appresta a contribuire alla forza di intervento rapido dell'Unione europea con un contingente di 19.000 uomini, e con aerei e navi. In tale quadro di impegni è, infatti, assente sia il necessario programma di adeguamento delle infrastrutture, dei mezzi, degli armamenti, sia la previsione di una migliore tutela giuridica ed economica degli operatori della difesa, che in breve prospettiva saranno solo volontari.
Pertanto, si è di nuovo impegnati nella consueta analisi delle cifre degli stanziamenti, che porta all'ennesima conclusione per cui rispetto agli anni passati le spese in conto capitale, cioè quelle per investimenti sono, anche se di poco, cresciute. Il Governo ha nuovamente concluso l'esposizione dei suoi documenti specificando che lo stanziamento complessivo disposto per la difesa è aumentato rispetto al precedente esercizio finanziario. Esso, pari a 34.234,8 miliardi secondo la legislazione vigente, è salito a 34.445,2 miliardi dopo la prima lettura dei provvedimenti da parte della Camera, che ha approvato uno stanziamento aggiuntivo di 200 miliardi appostato sulla legge finanziaria e un'integrazione di 10,4 miliardi per il personale dell'Arma dei Carabinieri. Gli stessi documenti forniti dalla Difesa rendono peraltro noto che l'incremento monetario del bilancio 2001 rispetto a quello precedente è pari soltanto a +0,9%, e a –0,7% in termini reali, considerando un tasso di inflazione programmato pari all'1,7%. Per inciso, a tutti è noto che il tasso reale di inflazione oscilla oltre il 2,5%, per cui il miglioramento asserito è addirittura irrisorio.
Tutto ciò premesso, anche a prescindere dagli schieramenti partitici di appartenenza, nell'occasione dell'ultima tornata di lavoro per l'approvazione del bilancio della Difesa, si è stanchi e umiliati. Ora, mentre l'Italia langue nell'immobilismo, il Segretario Generale della Nato, Lord Robertson, nei giorni scorsi ammoniva gli Alleati a prendere coscienza della necessità di prolungare la presenza militare della Nato e dell'Unione europea nei Balcani. Egli ritiene che colà già si configuri una situazione non diversa da quella di quasi cinquant'anni fa in Corea, che impegnò per lunghi anni le truppe inviatevi dall'ONU. La situazione di stasi che si è determinata nei Balcani, dove la presenza dei contingenti militari internazionali impedisce la prosecuzione degli scontri armati fra le contrapposte etnie locali, ha suggerito al Segretario Generale della Nato le considerazioni testè citate. La medesima situazione in alcun modo invece ha mosso il Governo e la Difesa italiani. Nella predisposizione del bilancio per il 2001, nulla è stato infatti introdotto allo scopo di finanziare preventivamente le spese che le Forze armate dovranno continuare ad affrontare per gli assunti impegni internazionali. Conseguentemente, il Parlamento dovrà provvedere di nuovo a riguardo, approvando i singoli provvedimenti che l'Esecutivo porterà in Parlamento ad ogni ricorrenza, dopo aver racimolato qua e là, riducendoli fino all'osso, i fondi necessari.
Nel "teatrino" dell'interventismo italiano, in tal modo voluto e gestito dai Governi del centro sinistra, ogni successo si fonda unicamente sullo spirito d'obbedienza e l'abnegazione dei militari, ai quali va l'ammirazione sua e del suo Gruppo parlamentare, con il rammarico di non poter fare di più e meglio per elevarli al rango operativo ed economico degli alleati, con i quali operano fuori dal territorio nazionale.
Da ultimo, sottolinea che la manovra finanziaria per il 2001, propagandata come l'inoppugnabile testimone del risanamento economico operato dai tre Governi di centro sinistra della XIII Legislatura, come attestano invece le attese deluse di reale miglioramento della Difesa nazionale è solo un progetto di minime spese utili e di sperperi massimi, con i quali si vuole coinvolgere l'intera comunità nazionale, convincendola che è finalmente arrivata l'era della riduzione delle tasse.
In questi giorni, buona parte degli italiani ha avuto altri e più seri impegni che seguire le vicende della "miracolosa" finanziaria 2001. Essi hanno dovuto affrontare i drammatici disagi derivati dalle rovinose e ripetute alluvioni, che hanno travolto il centro-nord della penisola, e lasciando dietro di sè devastazioni e danni.
Ora è necessario venire incontro alle comunità colpite con gesti di concreta solidarietà. Poichè occorrono almeno 1500-2000 miliardi per i primi interventi di risanamento, sarà necessario recuperarli modificando i progetti di spesa elaborati dal Governo in un clima di falsa abbondanza, creato e diffuso per miseri fini elettorali.
Egli si augura che le persone che hanno perso la casa, il lavoro ed ogni loro bene non abbiano a subire la sorte dei terremotati umbri che, malgrado le promesse governative, si preparano a trascorrere un altro inverno negli agglomerati prefabbricati. Al riguardo, gradirebbe conoscere in questa sede se, proprio per far fronte alle nuove esigenze finanziarie emerse a seguito delle calamità naturali testè ricordate, il Governo intende apportare riduzioni ai progetti di spesa della Difesa.
Conclude esprimendo un convinto parere negativo sui contenuti dello stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2001.
Il senatore MANCA chiede di conoscere quale sarà il seguito che si intende dare al suo intervento della scorsa seduta, in cui aveva sollecitato una nuova lettura dei documenti contabili.
Il senatore NIEDDU mostra interesse alla richiesta del senatore Manca.
Il sottosegretario MINNITI dichiara ampia disponibilità del Governo a qualunque soluzione procedurale si voglia individuare per venire incontro alle richieste del senatore Manca.
Il senatore MANCA, intervenendo nel merito dei provvedimenti in titolo, dichiara che si vede costretto ad esprimere una valutazione "tradizionale" sui documenti di bilancio che sono stati proposti dal Governo ed esposti dal relatore in modo "tradizionale". Lamenta poi uno scarso grado di conoscenza delle riforme in atto a livello europeo e rileva con delusione un arretramento nelle disponibilità finanziarie all'interno del bilancio di previsione della Difesa.
Il PRESIDENTE, poiché nessun altro chiede di intervenire, dichiara chiusa la discussione generale. Ricorda che nella prossima seduta, prevista per domani 28 novembre 2000, alle ore 15,30, avranno luogo le repliche del relatore e del Ministro della difesa.
Il seguito dell'esame congiunto è infine rinviato.
La seduta termina alle ore 17,20.