DIFESA (4a)
MARTEDÌ 24 FEBBRAIO 1998

103a Seduta
Presidenza del Presidente
GUALTIERI

Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Brutti.

La seduta inizia alle ore 15,10.

IN SEDE REFERENTE

(2999) DOLAZZA. - Modificazioni della legge 4 ottobre 1988, n. 436, recante norme per la semplificazione e per il controllo delle procedure previste per gli approvvigionamenti centrali della difesa
(2160) MANCA ed altri. - Modifiche dell'articolo 1 della legge 4 ottobre 1988, n. 436, recante norme per la semplificazione e per il controllo delle procedure previste per gli approvvigionamenti centrali della Difesa
(Esame del disegno di legge n. 2999, congiunzione con il disegno di legge n. 2160 e rinvio. Seguito dell'esame del disegno di legge n. 2160, congiunzione con il disegno di legge n. 2999 e rinvio)

Riprende l'esame del disegno di legge n. 2160 sospeso nella seduta del 14 gennaio.

Il senatore UCCHIELLI riferisce sommariamente sul disegno di legge n. 2999, dando altresì conto del parere favorevole con osservazioni espresso dalla 1a Commissione. Propone, quindi di procedere congiuntamente all'esame di questo provvedimento con il disegno di legge n. 2160.

La Commissione conviene.

Il relatore UCCHIELLI, quindi, dato conto del parere contrario espresso dalla 1a Commissione verso il disegno di legge 2160, e considerata la complessità della materia, propone di integrare la composizione del Gruppo di lavoro, istituito nella seduta del 14 gennaio, chiamando a farne parte un rappresentante per Gruppo.

Conviene la Commissione.

Il PRESIDENTE prende atto della proposta del relatore, pur se invita a ridurre al massimo i tempi di lavoro di tale Gruppo. Il Presidente poi, acquisite le designazioni, chiama a far parte del Gruppo di lavoro, coordinato dal relatore Ucchielli, in aggiunta ai senatori Dolazza, Manca, Pellicini, Petrucci e Russo Spena, i senatori Fumagalli Carulli, Robol, Gubert, De Santis, Semenzato ed Agnelli.

Il seguito dell'esame congiunto è pertanto rinviato e riprenderà non appena ultimati i lavori del Gruppo di lavoro.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
Programma pluriennale di A/R SM Marina 1/98 relativo all'acquisizione di un'unità maggiore (n. 208)
(Parere al Ministro della difesa ai sensi dell'articolo 1, comma 1, lettera b), della legge 4 ottobre 1988, n. 436: favorevole con osservazioni)
(R139 b00, C04a, 0026°)

Il relatore UCCHIELLI riferisce, proponendo in primo luogo di chiamare la nuova unità maggiore della Marina militare «Luigi Einaudi». Rileva poi che nel nuovo scenario geo-strategico internazionale continuano a evidenziarsi frammentazioni e contrasti di interesse che rischiano di svilupparsi in modo incontrollato e di costituire ostacoli al progetto di conseguimento di un assetto internazionale stabile e pacifico. Permangono infatti gli effetti negativi generati dal nazionalismo etnico più esasperato, alimentato dalle ideologie religiose che trovano terreno fertile nelle crisi economiche degli Stati interessati da tale fenomeno. Prova ne sono le crisi verificatesi negli ultimi anni nelle aree periferiche della ex Unione Sovietica, dei Balcani, dei paesi medio-orientali, delle aree del Golfo arabico, del corno d'Africa e del nord Africa. Le ricorrenti crisi inducono inoltre i paesi delle aree a rischio a dotarsi di strumenti militari di rilievo.
In tale contesto si inquadra la politica estera nazionale che pone l'attiva partecipazione italiana nell'ambito delle iniziative della comunità internazionale e del loro sviluppo sul piano militare attraverso le alleanze costituite. Il possibile insorgere di crisi che possono minacciare interessi dei Paesi occidentali in aree anche lontane da quelle metropolitane e la nuova tipologia della minaccia ha fatto evolvere il concetto strategico dell'alleanza atlantica e non ultimo dell'UEO, con uno spostamento di enfasi dalla difesa collettiva verso la sicurezza collettiva, comportando un'accresciuta esigenza di ricorso all'intervento militare in supporto delle azioni diplomatiche. Le forze navali, tenuto conto della loro capacità di rapida dislocazione anche in aree ove non sia previsto supporto logistico, della flessibilità e della capacità di assicurare la loro visibilità, rappresentano uno strumento essenziale di sostegno e di forza per le iniziative politico-diplomatiche nella gestione e controllo delle crisi.
Appare logico prevedere che lo strumento aeronavale nazionale sarà chiamato sempre più ad assolvere compiti in contesti sia nazionali che internazionali connessi a tale politica. L'assolvimento di questi compiti non può prescindere dalla disponibilità continua di idonee capacità di comando e controllo e di una adeguata forza aeronavale anfibia.
È nel nuovo contesto delle operazioni interforze che sarà sempre più sentita l'esigenza di poter disporre di forze aeromarittime con capacità di intervento a braccio lungo sul mare e dal mare. Il dispositivo aeronavale costituisce infatti un vero e proprio valore aggiunto e spesso risulta l'unico fattore abilitante per consentire allo strumento militare di esercitare influenza sugli avvenimenti a terra.
Le esperienze maturate negli ultimi anni in operazioni internazionali e multinazionali a carattere umanitario e di peace-keeping hanno ampiamente confermato come solo unità maggiori, come la Garibaldi, posseggano le potenzialità necessarie ad esercitare funzioni di comando e controllo oltre ad una adeguata componente di volo in grado di integrare e rendere più flessibili e credibili le capacità di proiezioni dal mare di forze anfibie o anche solo terrestri.
Pertanto, tenuto conto che le unità anfibie attualmente disponibili non sono numericamente sufficienti, che soltanto la nave Garibaldi dispone di una capacità di comando e controllo in grado di far operare aeromobili ad ala fissa, che inoltre il disarmo della nave Vittorio Veneto nei primi anni del 2000 ridurrà ulteriormente le capacità di comando e controllo ed elisbarco, deve essere considerata esigenza primaria dello strumento militare nazionale, quella di disporre entro i primi anni del prossimo secolo, di almeno una nuova unità che consenta di ridurre ed eliminare tali carenze. In termini operativi si configura l'esigenza di un'unità polivalente con adeguate capacità di trasporto e sbarco nonchè elisbarco di forze (anfibie e non) e relativi mezzi operativi e di supporto, adeguate capacità di comando e controllo, nonchè idonea all'imbarco di una componente aerea organica composta da velivoli ad ala rotante e ad ala fissa. I contratti di fornitura saranno prevalentemente in ambito nazionale e conseguentemente il materiale di prevista acquisizione all'estero sarà molto limitato - nell'ordine di grandezza del 3 per cento -. Il programma prevede inoltre l'impiego di circa 12 mila unità lavorative all'anno, il che equivale all'impiego lavorativo di circa 2000 persone per sei anni.
Il relatore propone infine di esprimere un parere favorevole osservando che il Governo valuti con attenzione la scelta dell'impresa cantieristica alla quale affidare la realizzazione dell'unità maggiore e la localizzazione delle imprese alle quali affidare le forniture delle strutture accessorie, anche in relazione alle possibili ricadute economiche e sociali dell'investimento previsto e per le sue opportunità occupazionali.

Si apre il dibattito.

Interviene il senatore RUSSO SPENA il quale osserva che il progetto in discussione per la nuova unità maggiore si riferisce alla realizzazione di una nave porta aeromobili di circa 20 mila tonnellate di dislocamento, capace di trasportare una componente aerea di composizione variabile comprendente aerei a decollo verticale e/o elicotteri oltre ad una forza di sbarco di circa 500 uomini. Il progetto riguarda una nave ibrida che combina le funzionalità di due unità normalmente presenti nelle forze anfibie maggiori: la LHA, porta-elicotteri d'assalto, e la LPD nave con bacino allagabile. La nuova unità maggiore dispone infatti di un bacino allagabile a poppa, dove possono essere trasportati sia mezzi da sbarco che veicoli a cuscino d'aria che possono uscire in mare e raggiungere la spiaggia tramite una rampa prodiera apribile. La nave potrà inoltre assumere il ruolo di sede di comando di una forza operativa combinata per la condotta di operazioni di combattimento complesse. Il costo del progetto è di circa 1500 miliardi nei quali non sono tuttavia compresi i costi della componente di volo.
La nuova unità maggiore - prosegue il senatore - arriva alla discussione in Parlamento dopo un lungo dibattito svoltosi all'interno della Marina militare e anche sulla pubblicistica specializzata, a proposito della configurazione che avrebbe dovuto assumere la nave destinata a sostituire l'incrociatore Vittorio Veneto. Il punto di discussione principale riguardava il tipo di nave da costruire: se una unità porta aeromobili pura oppure una unità ibrida a vocazione prevalentemente anfibia.
Le Marine NATO in anni recenti hanno avviato una serie di iniziative rivolte al potenziamento delle rispettive capacità anfibie e ad una migliore integrazione tra loro attraverso una serie di iniziative congiunte sia nell'ambito della NATO che in ambito UEO, sia infine su base bilaterale e multilaterale nazionale.
Il senatore prosegue rilevando che attualmente le forze anfibie italiane sono costituite per quanto riguarda la componente terrestre dal raggruppamento San Marco di base a Brindisi e dalle unità della 3a divisione navale sempre di Brindisi. In particolare le navi San Marco, San Giusto e San Giorgio rappresentano la componente navale della nostra forza anfibia. Nei mesi scorsi si era avanzata la possibilità di costituire una brigata anfibia interforze unendo sotto un unico comando il raggruppamento San Marco e il reggimento Lagunari Serenissima dell'esercito attualmente dipendente dal comando forze di proiezione di Milano. Notizie di stampa davano addirittura conto della prevista data di costituzione della nuova unità (metà dello scorso settembre) ed anche un nome (14a brigata anfibia). Di tale progetto non si è tuttavia più saputo nulla, pare per dissensi tra Esercito e Marina. La decisione di sostituire il Vittorio Veneto con una nave avente capacità anfibia delinea lo strumento militare navale fortemente connotato in senso offensivo e di proiezione della forza. Per la nostra Marina si tratta di uno dei più radicali mutamenti di fisionomia e capacità operative intervenute nel secondo dopoguerra. Tutto ciò premesso, vi possono quindi essere due ordini di osservazioni uno di carattere tecnico, l'altro di carattere politico-militare. Il primo riguarda l'opportunità di costruire una nave ibrida metà portaeromobile e metà nave-bacino. La Marina italiana tradizionalmente realizza unità che sovraccarica di funzioni e armamenti, soluzioni ibride che spesso non hanno dato buoni risultati. La nuova unità maggiore sembra purtroppo muoversi su questa linea.
Sul piano politico-militare la scelta di realizzare una nave da assalto anfibia definisce una politica militare aggressiva con capacità di proiezione in teatri lontani la cui utilità e ragionevolezza sono discutibili. Per tali ragioni il Gruppo di Rifondazione Comunista è contrario al programma proposto dal Governo.

Il senatore MANCA si sofferma brevemente sulle caratteristiche della nuova unità maggiore, rilevando che il programma prevede l'acquisizione di una nave flessibile, semplice ed economica che abbia le caratteristiche proprie delle unità anfibie e quelle più specifiche a carattere aero-navale. Si tratta di un programma condivisibile da un punto di vista tecnico, pur se occorre valutare se sia stata prevista in modo specifico la sua difendibilità. Da questo punto di vista si richiama a quanto sostenuto dall'ammiraglio Mariani che durante la sua audizione della scorsa settimana ha affermato che la nuova unità maggiore, oltre alla copertura delle altre navi impegnate sarà dotata di un formidabile sistema missilistico anti-aereo e anti siluro coniugato con gli standards di sicurezza più elevati. Poichè l'ammiraglio Mariani ha assunto in tal modo responsabilità precise in merito alla difendibilità della nave, la sua parte politica esprime sul programma parere favorevole.

Il senatore PERUZZOTTI, premesso che le esigenze della Marina sono state trascurate per troppi anni, sottolinea la necessità di dotare quella Forza armata dei mezzi tecnologici più moderni, tra i quali si inquadra la nave in titolo. Esprime comunque perplessità circa la veridicità delle cifre indicate e chiede che venga prestata la massima attenzione alla lievitazione dei prezzi, eventualmente attraverso l'istituzione di un organismo ad hoc.

Il senatore PALOMBO ricorda le linee di sviluppo degli ultimi due decenni della Marina militare e le incertezze in sede di bilancio per la Difesa: ne trae spunto per lamentare le difficoltà nelle quali si trova ad operare quella Forza armata, per la quale era stato originariamente prevista la costruzione di due unità maggiori. Propone, pertanto, di sostenere il Programma in titolo. Ricorda che anche le Marine di altri Paesi si dibattono in problemi pesanti di bilancio, ma inferiori a quelli italiani: il nostro Governo non è obbligato ad assumere impegni internazionali precisi e vincolanti, moralmente e politicamente, se poi non è in grado di adempiervi per mancanza di mezzi. Chiede di sapere perchè la Marina e il Governo hanno soppresso la costruzione della vera «Unità maggiore» che doveva essere in grado di assicurare la proiezione di forza in mare aperto. Altresì chiede di sapere perchè la Marina e il Governo lasceranno il Paese sprovvisto di Unità maggiori, considerato che la Garibaldi non può dividersi in tre e che fra dieci anni sarà oltre i tre quarti della sua vita operativa e completamente superata per le esigenze nazionali a causa della sua piccola piattaforma.
La tentazione sarebbe nel senso di esprimere un parere negativo, però, considerate le condizioni in cui versa il nostro naviglio e il valore dei suoi marinai, sarebbe letale per la nostra gloriosa Marina non esprimere un parere favorevole all'approvazione del Programma.

Il senatore MANFREDI, in parziale dissenso dal collega di Gruppo, senatore Manca, mostra qualche perplessità, giacchè al Programma non sono state presentate possibili alternative concrete. La soluzione prospettata impone al Parlamento una via obbligata, che pur potrebbe non essere del tutto convincente sul piano operativo, già solo per il rischio di momenti di black-out funzionale, legati alle periodiche revisioni che si renderanno necessarie nell'arco di vita della nave. Chiede di sapere se non sarebbe stato preferibile progettare, in luogo di un'unica unità maggiore, una pluralità di navi, pur di minor stazza, tra loro intercambiabili.

Il senatore MANCA chiede di sapere se il Programma sia stato sottoposto al Comitato dei Capi di Stato Maggiore.

Il sottosegretario BRUTTI offre assicurazioni al riguardo.

Replica il sottosegretario BRUTTI , definendo compatibile la progettata unità navale con il dispositivo militare italiano, sia in contesto NATO, sia al di fuori di esso (come lo sarebbe stato, ad esempio per l'intervento in Albania). Ciò premesso, reputa scarsamente fondate molte delle obiezioni formulate.
Difende le potenzialità di questa nave che contribuisce a dare credibilità ed autorevolezza all'azione internazionale del Governo italiano. Accoglie con favore la proposta della denominazione, suggerita dal relatore, per attribuire alla nave il nome del primo Presidente della Repubblica.

Replica il relatore UCCHIELLI ribadendo quanto da lui affermato all'inizio dell'esame del provvedimento. Conferma la sua opinione favorevole al Programma in titolo ed auspica l'approvazione di parere favorevole con le osservazioni formulate in ordine alla lievitazione dei prezzi e l'auspicio della denominazione prospettata.

Si procede alle dichiarazioni di voto.

Il senatore RUSSO SPENA ribadisce la sua contrarietà al Programma in titolo.

Il senatore LORETO esprime un giudizio positivo per l'elevata qualità del dibattito odierno e preannuncia il suo voto favorevole. Auspica però, che nell'avvenire l'esposizione delle caratteristiche dei nuovi strumenti militari avvenga non solo ed esclusivamente da parte dello Stato maggiore dell'Arma competente, ma anche da altri tecnici della Difesa, in modo da introdurre una visione interforze.
Con riferimento ai costi preventivati reputa comprensibile l'insorgere di pur limitate lievitazioni di costi. Sottolinea, al contempo, la necessità di tutelare i livelli occupazionali nei cantieri che contribuiranno alla produzione della nave a «compensazione» di drastici tagli subiti dalla revisione dell'area tecnico-industriale.

Posta ai voti, la proposta favorevole al Programma con le osservazioni dianzi precisate è approvata con un voto contrario e un'asten-sione.

Il presidente GUALTIERI si rallegra per la coincidenza del voto favorevole al Programma con il passaggio delle consegne, che avverrà domani, fra i Capi di Stato Maggiore della Marina, uscente ed entrante.

La seduta termina alle ore 16,30.