ISTRUZIONE (7a)

MERCOLEDÌ 16 APRILE 1997


89a Seduta

Presidenza del Presidente
OSSICINI

Intervengono i sottosegretari di Stato per la pubblica istruzione Soliani e Masini.

La seduta inizia alle ore 15,20.

IN SEDE REFERENTE
(1823) Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore
(1084) BRIENZA: Modifiche al decreto-legge 15 febbraio 1969, n. 9, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 1969, n. 119, in tema di esami di maturità
(1988) LORENZI ed altri: Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta di ieri, nella quale - ricorda il PRESIDENTE - era iniziata la discussione generale sul testo approvato dal Comitato ristretto e pubblicato in allegato al resoconto della seduta dell'8 aprile scorso.

Interviene il senatore BISCARDI, a giudizio del quale la transitorietà ormai pressochè infinita della attuale disciplina degli esami di Stato deve giungere a compimento. La provvisorietà si è infatti rivelata assai negativa, avendo tali esami ormai assunto i connotati di un rituale consunto, il cui unico obiettivo è il conseguimento del punteggio più alto possibile, ai fini del prosieguo degli studi a livello universitario o dell'inserimento nel mondo del lavoro. Suscita pertanto profonda preoccupazione la richiesta dell'opposizione di rinviare la riforma degli esami di Stato fino ad una ridefinizione del quadro normativo complessivo, in cui collocare anche l'abolizione del valore legale del titolo di studio. Si tratterebbe infatti di porre mano ad un cambiamento epocale, le cui linee portanti non sono ancora state neanche definite, che determinerebbe un rinvio all'infinito di una riforma invece estremamente urgente e assai richiesta dallo stesso mondo della scuola.
Quanto poi al rapporto tra la riforma in discussione e il riordino dei cicli scolastici, prosegue il senatore Biscardi, è da osservare che il testo predisposto dal Comitato ristretto per il disegno di legge n. 1823 rappresenta una soluzione adattabile a tutte le possibili ipotesi di riordino, anche perchè prevede una attuazione graduale delle disposizioni in esso contenute. Rimangono peraltro, egli ricorda, due punti aperti, sui quali il Comitato ristretto ha sollecitato un confronto politico in sede plenaria: la questione della sede degli esami e la composizione delle commissioni d'esame. A suo giudizio, la soluzione individuata nel testo originario del Governo e sottoposta dal Comitato ristretto all'esame della Commissione rappresenta un valido punto di equilibrio, imponendo da un lato il requisito della completezza del ciclo di studi alle scuole legalmente riconosciute che intendano essere sede di esami di Stato e conferendo dall'altro prevalenza ai membri interni nelle commissioni d'esame. A tale soluzione - conclude - possono indubbiamente essere apportate modificazioni, ma occorre mantenere il medesimo tasso di equilibrio. Ad esempio, può essere previsto che, per un periodo transitorio di due o tre anni, le scuole private sede di esami di Stato possano anche non soddisfare il requisito della completezza del ciclo di studi; in tal caso, occorrerebbe tuttavia modificare anche la composizione delle commissioni d'esame, prevedendo una parità tra membri interni ed esterni, pur assicurando sempre la presidenza ad un esterno.

Il senatore RONCONI lamenta la scelta di procedere alla riforma degli esami di Stato quando non è ancora matura la riflessione sul riordino dei cicli formativi. A tale proposito, coglie l'occasione per criticare la frequente organizzazione, in numerose città italiane, di incontri per la presentazione del documento del ministro Berlinguer sul riordino dei cicli scolastici senza la partecipazione di rappresentanti dell'opposizione. Ritenendo che detto riordino debba comunque essere prioritario, così come l'attuazione del processo autonomistico nonchè l'approvazione del disegno di legge sulla parità scolastica, rispetto alla riforma degli esami di maturità, egli propone quindi un rinvio del provvedimento in discussione che, tra l'altro, penalizza gravemente le scuole private e suscita non poche perplessità sulle intenzioni del Governo relativamente alla questione della parità.

In una breve interruzione, la relatrice PAGANO ricorda che, essendo già esaurita la fase di discussione generale, il dibattito in atto dovrebbe vertere esclusivamente sui profili rimasti insoluti in sede ristretta e rimessi alla valutazione politica della Commissione.

Il senatore RONCONI prosegue il proprio intervento, dichiarando la propria contrarietà al testo in discussione, la cui adattabilità a successive ipotesi di riforma dei cicli formativi - sostenuta dal senatore Biscardi - non può certo essere valutata in questa fase ma potrà essere eventualmente registrata solo a posteriori. Egli conclude rilevando che la transitorietà attuale appare a suo giudizio comunque preferibile rispetto ad un provvedimento complessivamente peggiorativo.

Ad integrazione dell'intervento svolto nella seduta di ieri, il senatore RESCAGLIO ricorda che la riforma degli esami di Stato è largamente attesa sia dalla scuola privata che dalla scuola pubblica. Il testo in discussione valorizza peraltro positivamente il ruolo del consiglio di classe e, di conseguenza, dell'intero corpo docente, sostituendo alle attuali commissioni esterne, causa di ricorrenti mortificazioni sia per gli studenti che per gli insegnanti, commissioni a prevalenza di membri interni. Dopo aver auspicato che il testo sia modificato nel senso di consentire lo svolgimento degli esami di Stato anche in scuole (sia pubbliche che private) ove i corsi di studi non siano stati completi, conclude augurandosi una sollecita approvazione del provvedimento.

Interviene infine il senatore LOMBARDI SATRIANI, il quale dichiara che per la terza prova scritta avrebbe preferito, anzichè un carattere pluridisciplinare (che pure rappresenta un miglioramento rispetto ad una dimensione esclusivamente monoculturale, ma che non tiene conto della intersecazione delle culture e rischia di produrre un sapere frammentato), una prospettiva interdisciplinare, capace di individuare gli snodi e i nessi problematici tra i diversi campi del sapere. Solo tale prospettiva interdisciplinare appare infatti atta a conferire alle nuove generazioni quella maturità che la dimensione pedagogica del provvedimento in discussione dovrebbe stimolare.

Concluso il dibattito, agli intervenuti replica la relatrice PAGANO, la quale ritiene che la riforma degli esami di Stato debba rappresentare un intervento utile per la scuola, senza essere strumentalizzata a fini di battaglia ideologica. Tale è stato infatti lo spirito con cui ha lavorato il Comitato ristretto che, nel rispetto delle reciproche diversità, è comunque entrato nel merito dei problemi grazie alla competenza ed esperienza dei suoi componenti ed ha consegnato alla Commissione un testo che registra un vasto consenso, con l'eccezione di alcuni punti sui quali si è preferito richiamare l'attenzione della Commissione in sede plenaria. Si tratta principalmente, come si è già detto, della questione della sede degli esami di Stati e della composizione delle commissioni di esame: argomenti questi senz'altro connessi tra loro, sui quali il dibattito odierno e quello di ieri hanno offerto interessanti spunti di riflessione che inducono a ritenere possibile una soluzione comune.
Non corrisponde peraltro al vero, prosegue la relatrice, la critica da alcuni rivolta al testo in discussione, che risulterebbe punitivo nei confronti delle scuole private. Al contrario, le scuole private più serie sono estremamente interessate a questo provvedimento per le conseguenze positive che esso può avere nella lotta contro i fenomeni degenerativi dei «diplomifici». Nè può essere dimenticato che si tratta del primo provvedimento della legislazione italiana, nonostante decenni di governo democristiano, che con riferimento alle scuole private detta norme espressamente transitorie, in attesa di una annunciata legge sulla parità.
La relatrice dichiara infine di rimettersi alla valutazione del Governo in ordine alla opportunità di far precedere la riforma degli esami di maturità rispetto al riordino dei cicli scolastici mentre, per quanto riguarda la diffusione nel tessuto sociale del documento di lavoro del ministro Berlinguer sul riordino complessivo dei cicli formativi, dichiara di ritenerlo espressione di un condivisibile confronto democratico che non può e non deve essere conculcato.

Ad una richiesta di chiarimenti del senatore RONCONI in ordine alla portata della sua precedente affermazione relativa ai trascorsi decenni di governo democristiano, la RELATRICE risponde infine che le sue parole non intendevano avere connotazioni negative.

Replica poi il sottosegretario SOLIANI; ella dà atto al Comitato ristretto di aver svolto un ottimo lavoro nel merito del provvedimento. A ciò hanno contribuito, a suo giudizio, i rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari, senza convenienze di schieramento, dando al Paese un segnale estremamente positivo sulla efficacia dei lavori parlamentari. Rappresenta d'altronde obiettivo comune dare a tutti gli studenti, sia delle scuole private che di quelle pubbliche, un ordinamento certo degli esami conclusivi dei cicli di studio.
Il testo elaborato dal Comitato ristretto, prosegue il Sottosegretario, rappresenta un risultato di ottimo livello anche perchè offre soluzioni moderne, in linea con la società contemporanea. Ad esempio, l'individuazione della terza prova scritta prefigura metodologie di apprendimento innovative, conformi a quelle ormai richieste per l'accesso agli studi universitari e al mondo del lavoro.
È vero, ella riconosce, che tale provvedimento lambisce problemi di più ampia portata, come ad esempio la questione della parità. Allo stato attuale, tuttavia, il provvedimento consegue i migliori risultati possibili a legislazione vigente, delineando un ordine più trasparente sia nella scuola pubblica che in quella privata. Il più ampio processo di riforma organico necessita d'altronde ancora di molta riflessione e di molto approfondimento.
Il testo originario del Governo, conclude il Sottosegretario, è dunque uscito assai migliorato dai lavori del Comitato ristretto. Sono stati infatti sottoposti alla valutazione della Commissione solo alcuni punti specifici, sui quali ella assicura piena disponibilità a ricercare un accordo che registri il più ampio consenso, attraverso un confronto costruttivo sugli emendamenti che saranno presentati.

Il PRESIDENTE informa che l'Ufficio di Presidenza integrato, riunitosi prima della Commissione, ha deliberato di anticipare il termine per la presentazione di emendamenti al testo del Comitato ristretto, già fissato per martedì 6 maggio alle ore 18, a martedì 29 aprile, sempre alle ore 18.

Prende atto la Commissione.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

(932) Disposizioni urgenti in materia di accelerazione di taluni procedimenti in materia di personale scolastico
(Rinvio del seguito dell'esame)

Il relatore BISCARDI fa presente che, a seguito di richieste di chiarimento e approfondimento avanzate da diverse forze politiche, anche della maggioranza, si rende opportuno un breve rinvio del seguito dell'esame, per la messa a punto di una posizione comune che consenta un confronto più costruttivo.

Il senatore OCCHIPINTI si fa interprete della volontà di alcune forze politiche di una maggiore riflessione su alcune parti del provvedimento. Assicura comunque che la richiesta di rinvio si pone a brevissimo termine.

Il senatore BEVILACQUA, pur comprendendo le difficoltà della maggioranza che probabilmente afferiscono principalmente alla questione dei corsi abilitanti, ricorda che nel provvedimento sono contenute numerosissime disposizioni che non possono essere continuamente rinviate. Ricorda altresì che l'esame del provvedimento è iniziato ormai da molti mesi, è stato a lungo sospeso e la ripresa ne è stata sollecitata proprio dall'opposizione.

Il PRESIDENTE comunica che l'Ufficio di Presidenza integrato riunitosi prima della Commissione ha deliberato di riprendere l'esame del provvedimento nella seduta da convocarsi mercoledì 30 aprile, alle ore 15.

Al senatore BRIENZA, il quale chiede chiarimenti sulle consultazioni che alcuni Gruppi di maggioranza hanno richiesto sul provvedimento, risponde il relatore BISCARDI, precisando che si tratta di consultazioni informali.

Il senatore BRIGNONE osserva che ogni ritardo nell'esame del provvedimento comporta un aggravio delle pressioni sulla Commissione.

Interviene infine il senatore MELE, il quale conviene con la richiesta di breve rinvio, proprio in considerazione dell'estrema complessità che ormai caratterizza il provvedimento.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,10.