TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

MARTEDÌ 4 FEBBRAIO 1997


68a Seduta

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

Interviene il ministro dei lavori pubblici, con delega per le aree urbane, Costa.

La seduta inizia alle ore 11.

PROCEDURE INFORMATIVE
Seguito delle comunicazioni del Ministro dei lavori pubblici, con delega per le aree urbane, sulle linee generali di politica del suo Dicastero e del Dipartimento a lui delegato
(R046 003, C13a, 0004°)

Riprende il dibattito sulle comunicazioni, sospeso nella seduta del 28 gennaio scorso; il presidente GIOVANELLI avverte che la decisione di attivare l'impianto audiovisivo riguardava l'intero corso della procedura informativa in titolo e, pertanto, si estende anche alla seduta odierna. Avverte altresì che il Ministro dei lavori pubblici richiede di svolgere un breve supplemento alle comunicazioni già rese, riguardante fatti nuovi - sulle materie di competenza - verificatisi dopo l'ultima seduta.

Prende atto la Commissione.

Il ministro COSTA comunica che il Governo, a seguito di contatti con rappresentanti delle autonomie locali campane, ha costituito gruppi di lavoro coordinati dal Ministero del bilancio, tesi ad instaurare un rapporto tra interventi d'urgenza e interventi a regime in materia idrogeologica. A tal fine, dovranno essere identificati i progetti da finanziare nel comparto delle risorse idriche (che dispone di risorse economiche sufficienti alla bisogna) nonchè nel settore idrogeologico: in proposito, si tenderà a considerare tali progetti di tipo infrastrutturale, allo scopo di estendere ad essi l'utilizzazione del fondo di rotazione per la progettazione, presso la Cassa depositi e prestiti, nonchè il riparto dei mutui CIPE.

Il presidente GIOVANELLI, dopo aver giudicato opportuno l'intendimento di non separare gli interventi sul territorio da quelli per il lavoro e lo sviluppo, dà la parola agli altri senatori iscritti a parlare nel dibattito sulle comunicazioni del Ministro.

Il senatore CAPALDI auspica che il metodo pragmatico preannunciato dal Ministro porti al superamento della complicazione procedurale attualmente esistente in materia di opere pubbliche: l'impossibilità di spesa, nonostante la programmazione definita a livello governativo, risente infatti degli appesantimenti procedurali che coinvolgono organi sottordinati, aggravando i problemi di operatività degli enti locali. Anche la sinergia tra Ministero dei lavori pubblici e Ministero dell'ambiente, nell'applicazione della «legge Galli», può utilmente esprimersi soltanto se si valorizza il ruolo degli enti locali, non solo regionali, rendendoli compartecipi della determinazione del sistema di tariffazione idrica.
Il supporto tecnico indispensabile ai comuni, in materia di rischi geologici, dovrebbe essere costituito da un loro totale censimento cartografico, nonchè dall'esistenza di un genio civile che superi l'attuale dispersione ed episodicità di iniziative regionali. Occorrerebbe infine soffermarsi sulle opere strategiche per le aree urbane, garantendo la massima trasparenza per la gestione del possibile residuo di finanziamenti stanziati per il Giubileo.

Il senatore CARCARINO dichiara che l'efficace collaborazione preannunciata dal Ministro potrebbe utilmente accrescersi di ulteriori informazioni - alla Commissione parlamentare che in proposito sta svolgendo un'indagine conoscitiva - sui piani di risanamento del sottosuolo partenopeo e della relativa rete idrico-fognaria.
Le rettifiche in corso d'opera della legge n. 109 del 1994 non hanno risolto alcuni importanti snodi di operatività per le amministrazioni locali: si tratta delle norme sui collaudi, delle offerte anomale, dei tempi per l'emanazione del regolamento esecutivo e degli interventi in danno o in favore di privati. In materia urbanistica, occorre una riforma organica che favorisca il controllo della legalità nel settore edilizio, potenziando le autonomie locali secondo le raccomandazioni contenute nella risoluzione finale adottata ad Istanbul dalla Conferenza Habitat II. In materia locatizia, le proposte del Ministero dei lavori pubblici dovrebbero estendersi in maniera innovativa anche ai patti in deroga ed al superstite istituto della finita locazione, facendo emergere l'attuale «mercato nero»; l'adeguamento della legge sulla difesa del suolo, poi, passa per una semplificazione procedurale che riduca i soggetti pubblici interessati. Dopo aver stigmatizzato i ritardi nell'attuazione del sistema delle deleghe sul demanio idrico, ricorda che le innovazioni gestionali e tariffarie della «legge Galli» devono accompagnarsi ad una maggiore attenzione per lo stato della rete idrica esistente: a fronte dei 4.000 miliardi stanziati fino al 1999 dall'Unione europea, per interventi sulle reti di adduzione, lo Stato italiano deve attivare il relativo cofinanziamento, sanando il fabbisogno in cui versa il Sud anche per emancipare la relativa economia da pesante gravame costituito dalle attività illecite di stampo mafioso.

Il senatore SPECCHIA ravvisa, nella diagnosi che il Governo ha recentemente effettuato in sede parlamentare dopo le emergenze franose in Campania, ampie conferme della necessità di superamento delle difficoltà applicative della legge n. 183 del 1989: il Gruppo di Alleanza Nazionale aveva già da tempo segnalato tali disfunzioni, per cui può a pieno titolo evidenziare ora una notevole carenza progettuale nella politica governativa. Non che la prognosi enunciata nelle comunicazioni del Ministro non sia di per sè idonea: il pragmatismo secondo cui le competenze vanno differenziate per interessi da tutelare non dà però conto delle notevoli divergenze che vanno evidenziandosi all'interno del Governo, secondo quella contrapposizione tra vari Dicasteri già riscontratasi in passato.
La soluzione dovrebbe invece vertere sulla creazione di un unico Dicastero competente in materia di territorio, decentrando in capo agli enti locali i compiti operativi e di controllo: la materia urbanistica aveva registrato un principio di responsabilizzazione dei cittadini con la semplificazione procedurale per le opere edilizie minori proposta nella scorsa legislatura, ma rispetto ad essa l'attuale Governo ha operato un passo indietro, cedendo a complicate esigenze di equilibrio interno alla maggioranza; procedere con tale tipo di compromessi rischia di esaurire nell'ordinaria amministrazione la spinta propulsiva che il Ministro ha dichiarato di voler imprimere. Infine, un censimento della situazione urbanistica a seguito del condono edilizio si rende necessario per acclarare se si sia verificata quell'inversione di tendenza da tutti auspicata: pare invece fin troppo probabile che i ritardi delle pubbliche amministrazioni proseguano, continuando la situazione di incertezza del diritto nella quale si è tenuta la cittadinanza in passato, forzandola a quella situazione di dilagante abusivismo cui la sanatoria cercava di porre rimedio.

Il senatore MAGGI, partendo dalla situazione napoletana che registra l'esistenza di almeno 200 mila vani abusivi costruiti dal 1970 ad oggi, ricorda che le conseguenze dell'abusivismo edilizio sono aggravate dall'assenza o dalla insufficienza di sottoservizi quali le fognature o la rete idrica: l'acqua piovana sversata nella rete fognaria - in carenza di condutture adeguate per le acque bianche - rischia sistematicamente travasi di liquami nei depuratori, pregiudicandone l'operatività ed attentando alla sanità pubblica. Gli strumenti urbanistici comunali risentono inoltre di problemi di certezza del diritto rispetto alle sovrapposizioni pianificatorie derivanti da legge come quella sulla difesa del suolo o sulle risorse idriche: le amministrazioni locali, in proposito, si trovano nella difficoltà di individuare l'autorità competente all'adozione del relativo piano, che comporta variante allo strumento urbanistico.

Il presidente GIOVANELLI, espresso apprezzamento per le comunicazioni del Ministro, si sofferma sulla possibile evoluzione delle linee di politica del Ministero dei lavori pubblici e delle altre amministrazioni aventi competenza in materia di governo del territorio. A suo avviso, nella stagione di riforme che sta ad aprirsi deve trovare certamente posto un intervento di riordino delle competenze concernenti il territorio, anche prima di porre mano a modifiche delle leggi di settore le quali, perdurando la situazione attuale, non sarebbero comunque attuabili completamente, a prescindere dalla loro qualità intrinseca. Le linee portanti di tale intervento devono essere da una parte il decentramento di talune competenze, dall'altra una loro redistribuzione a livello centrale, in base all'individuazione di precise responsabilità che comportino l'automatico affidamento al soggetto competente delle relative risorse finanziarie. Attualmente in Italia non è possibile coniugare in modo soddisfacente funzioni di controllo ambientale e di gestione del territorio: è pertanto condivisibile lo sforzo del ministro Costa di introdurre nel proprio Dicastero una propria filosofia di governo del territorio, che può porre le basi per il superamento dell'antinomia tra la visione tradizionale del Ministero dei lavori pubblici come amministrazione che realizza opere pubbliche e quella del Ministero dell'ambiente come amministrazione che pone vincoli o divieti in nome della tutela ambientale. In tale processo, è sua convinzione che il Parlamento debba svolgere un ruolo fondamentale, tenendo conto della sensibilità mostrata dai Ministri interessati.
Per quanto riguarda le tematiche legate agli appalti, è necessaria un'inversione di tendenza che consideri prevalente non tanto la soluzione legislativa quanto la responsabilità del soggetto che gestisce l'appalto, nella consapevolezza che non sempre l'ecesso di dettaglio normativo si traduce in una forma di garanzia. Nel ricordare poi i danni prodotti al territorio dal ricorso a provvedimenti di sanatoria edilizia, prospetta l'ipotesi di un forte decentramento a favore delle autorità comunali, rafforzandone anche il potere di influenzare sul mercato degli immobili, a fronte dell'affidamento ad un potere centrale di forti attribuzioni da esercitare in via sostitutiva per aiutare gli enti locali a prevenire nuovo abusivismo. Conclude assicurando la massima disponibilità a collaborare con il Governo anche in sede di esame dei provvedimenti in materia di valutazione di impatto ambientale, che saranno prossimamente presi in considerazione dalla Commissione.

Replica agli intervenuti il ministro COSTA, il quale rileva di aver colto nel dibattito svoltosi un filo conduttore, esplicitato alla fine dal presidente Giovanelli, il quale costituisce per lui motivo di incoraggiamento a portare avanti il disegno di riforma illustrato nella scorsa seduta. I tempi sono maturi per superare una lunga tradizione che ha conferito alla legge una valenza risolutiva rispetto ad un'attività di amministrazione che ha finito per estrinsecarsi in modo discontinuo, frammentario e inefficace. Deve attuarsi cioè un profondo cambiamento culturale volto a far sì che le amministrazioni si attrezzino per essere in grado di agire con continuità sul territorio nell'ambito di un assetto informativo chiaramente definito. È in quest'ottica che deve essere affrontato il tema del riordino delle competenze che in parte vanno decentrate, in parte mantenute a livello centrale in base all'abbinamento tra il criterio dell'attività e quello di tutela dei valori ambientali e in senso più ampio dei beni culturali. Nel contempo, il Ministero dei lavori pubblici deve eliminare ogni residuo delle degenerazioni che nel tempo ne hanno connotato l'attività e ricostituire al proprio interno una capacità tecnica idonea alla realizzazione delle opere di cui il Paese ha bisogno, nel rispetto dei valori ambientali; di contro, l'elaborazione dei canoni di tutela deve essere lasciata ad un altro soggetto, che ne verificherà l'applicazione ed il rispetto da parte di tutte le altre amministrazioni. Attualmente è già avviata l'elaborazione di un provvedimento in materia di appalti, che ha individuato tra l'altro interessanti soluzioni per i problemi di contenzioso e per il rapporto, in merito a talune opere, tra competenze statali e regionali, ma perchè tale disciplina abbia successo è necessario un salto di qualità a livello culturale che riduca il ricorso a deroghe o a norme eccezionali e, qualora ciò sia indispensabile, non metta in discussione il quadro normativo di riferimento; auspicabile sarebbe poi l'individuazione di meccanismi capaci di incentivare l'apporto di capitale privato alla realizzazione di opere pubbliche, benchè ciò dipenda in gran parte dalla possibilità di utilizzare particolari forme di garanzie bancarie. Dopo aver dato conto degli interventi di riforma che il Ministero intende attuare in materia di legge urbanistica e di equo canone, il Ministro si sofferma sulla legge n. 183 del 1989, prospettandone per l'immediato la completa attuazione delle parti che hanno a suo avviso una validità e, nel medio periodo, una profonda rivisitazione che ridisegni l'assetto istituzionale in modo fortemente semplificato, eventualmente con il recupero di funzioni tradizionali degli enti territoriali quali in particolare le provincie. Dopo aver informato la Commissione di aver avviato con il Ministero dell'interno lo studio di un provvedimento che punta ad evitare la realizzazione di nuove opere abusive, anche attraverso misure di sostegno ai sindaci da parte dei poteri centrali, il Ministro fa presente che le opere per il Giubileo da attuarsi nella regione Lazio dovranno essere definite, secondo quanto previsto dal contratto di finanziamento con la BEI, entro il 31 marzo: il suo impegno è che tali opere siano strettamente funzionali all'evento. Il Ministro conclude ricordando che la neocostituita conferenza Stato-autonomie è divenuta un interessante forum delle problematiche delle aree urbane, ma in un'ottica che privilegia il rapporto ordinamentale tra poteri, per cui sarebbe necessario collegare tale organismo con le grandi aree metropolitane e le loro problematiche territoriali: con riferimento al ruolo delle aree urbane sarà molto importante tener presente i risultati della Conferenza europea sulle politiche urbane convocata dalla Presidenza olandese per il prossimo mese di giugno, nel presupposto che tali realtà debbano essere considerate come grandi infrastrutture da gestire con consapevolezza.

Il presidente GIOVANELLI ringrazia il ministro Costa e dichiara conclusa la procedura informativa.

IN SEDE DELIBERANTE
(1635) Sanatoria dei decreti-legge recanti modifiche al decreto del Presidente del Repubblica 17 maggio 1988, n. 175 relativo ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali
(Rinvio del seguito della discussione)

Il presidente GIOVANELLI avverte che gli emendamenti presentati comportano una valutazione unitaria della finalità cui tendono, trattandosi per la più parte di testi convergenti anche se formulati in redazioni diverse.
Richiede pertanto mandato alla Commissione di intraprendere opportuni contatti con i proponenti di tutti gli emendamenti, al fine di raggiungere la formulazione di un gruppo di proposte unitarie.

Non facendosi osservazioni, così resta stabilito.

SCONVOCAZIONE DI COMMISSIONE

A seguito delle determinazioni testè raggiunte sul disegno di legge n. 1635, il presidente GIOVANELLI annuncia che la seduta pomeridiana non avrà più luogo.

La seduta termina alle ore 13.