FINANZE E TESORO (6ª)

MARTEDI' 6 MARZO 2001
437ª Seduta

Presidenza del Presidente
GUERZONI

Interviene il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali D'Andrea.

La seduta inizia alle ore 15,25.

IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO

Proposta di nomina del Presidente dell'Istituto per il Credito Sportivo (n. 179)
(Parere al Ministro per i beni e le attività culturali. Esame. Parere favorevole)


Riferisce alla Commissione il senatore MONTAGNA, il quale illustra il curriculum del dottor Trazzi, presidente uscente dell'Istituto per il credito sportivo, dando anche conto della relazione sull'evoluzione tecnica dell'Istituto in parola nel quadriennio 1997-2000; a suo giudizio, l'apprezzabile andamento dell'attività dell'Istituto in tale periodo motiva l'indicazione di esprimere un parere favorevole sulla proposta del Governo di rinnovare il mandato al dottor Trazzi.

Non essendoci iscritti in discussione generale, verificata la presenza del numero legale per deliberare, il presidente GUERZONI pone ai voti, a scrutinio segreto, la proposta di nomina, che è approvata risultando 10 voti favorevoli, 3 astenuti e 1 scheda bianca.

Partecipano alla votazione i senatori: AGOSTINI, ALBERTINI, BONAVITA, CASTELLANI Pierluigi, FERRANTE (in sostituzione del senatore Staniscia), GUERZONI, MONTAGNA, PASQUINI, RIPAMONTI (in sostituzione del senatore Pieroni), TAROLLI, ROSSI, SARTORI, VENTUCCI e VIGEVANI.


Schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle finanze (n. 863)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge 15 marzo 1997, n. 59. Seguito dell'esame e rinvio)

Si riprende l'esame sospeso nella seduta del 28 febbraio scorso.

Interviene in discussione generale il senatore VENTUCCI il quale, riprendendo le considerazioni espresse nella scorsa seduta nel corso del dibattito sulla proposta di audizione dei rappresentanti dell'AIPA, dell'Autorità Garante per la protezione dei dati personali e del SECIT, ribadisce la opinione che lo schema di regolamento suscita le medesime perplessità sollevate dalla precedente riforma del Ministero delle finanze culminata con la creazione dei dipartimenti, entrati in vigore nel 1992.
Per certi versi, il nuovo modello organizzativo del Ministero delle finanze non appare altro che la ristrutturazione degli alti gradi dell'Amministrazione finanziaria, modellate sulle esperienze degli Stati appartenenti all'Unione europea; tale adeguamento, peraltro, appare piuttosto difficile poiché la cultura amministrativa dei dirigenti dell'Amministrazione finanziaria appare piuttosto distante da quella dei colleghi europei, ancorata a discipline ormai desuete e superate, come il codice doganale del 1942 per quanto riguarda l'Agenzia delle dogane e la pessima riforma fiscale del 1971 per quanto riguarda l'Agenzia delle Entrate.
L'analisi della struttura organizzativa delle Agenzie mostra una impalcatura fortemente centralizzata che mal s'adatta alle esigenze di elasticità, rapidità e certezza operativa da assicurare nei confronti dei contribuenti. In particolare, le perplessità si appuntano sullo schema organizzativo della Agenzia delle Dogane: essa infatti non appare delineata secondo uno schema finalizzato a coadiuvare il settore delle importazioni e delle esportazioni delle merci, bensì a perpetuare una struttura orientata esclusivamente ad effettuare controlli e verifiche al fine di massimizzare le entrate fiscali; con ciò contribuendo anche ad inasprire la concorrenza dei settori commerciali stranieri nei confronti degli imprenditori nazionali. In tale schema, desta inoltre sorpresa il silenzio sulla sostanziale svalutazione dell'attività dei laboratori chimici, i cui compiti potrebbero essere sfruttati al meglio rispetto al potenziale ed alla professionalità di cui dispongono, anche per ciò che concerne gli aspetti inerenti ai controlli delle sostanze alimentari importate dall'estero.
Per quanto riguarda il SECIT, prosegue l'oratore, il tentativo di sopprimere sostanzialmente il Servizio potrebbe anche essere un orientamento condivisibile in caso di funzione superflua o fine a se stessa, sotto l'aspetto del controllo sull'attività degli uffici del Ministero delle finanze. Al contrario, l'assetto delle Agenzie e l'accentuata autonomia di tali organismi sembrano collocare gli enti di nuova istituzione al di fuori di qualsiasi forma di controllo, rendendo quindi irrinunciabile un'attività di vigilanza.
L'attività di controllo, infatti, non può essere sostituita dalla vigilanza ordinaria, da compiersi da parte di organi equiordinati come la prevista Direzione Centrale o l'istituendo Dipartimento delle Politiche Fiscali.
Per tali motivi egli ritiene che le Agenzie dovrebbero essere sottoposte all'"alta vigilanza" del Ministro, da svolgersi attraverso gli organi di staff, quali il SECIT è, per esperienza e per competenza.
Motivo di ulteriore perplessità è costituito dalla considerazione che l'orientamento a ridurre fortemente le competenze del SECIT nasce dalla reazione sia dell'Amministrazione finanziaria che della Guardia di finanza; quest'ultima risulta essere l'unico organismo ad essere sottoposto direttamente al controllo del SECIT, ancorché la normativa vigente preveda una "valutazione sulle modalità complessive dell'esercizio della funzione fiscale" del Corpo.
Conclude, sollecitando una chiara presa di posizione del Ministro delle finanze sulle funzioni da attribuire al SECIT, dichiarando la propria preferenza per una regolamentazione che assegni pienamente al SECIT il ruolo di organo di fiducia del Ministro, con un'ampia autonomia e autorevolezza, in grado anche di respingere qualsiasi utilizzo distorto delle proprie competenze.

Interviene quindi il senatore ALBERTINI, a giudizio del quale l'analisi dello schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle finanze fa emergere soprattutto il forte ridimensionamento del ruolo del Servizio consultivo e ispettivo tributario. Tale ridimensionamento discende dalla sostanziale eliminazione delle competenze del Servizio in ordine all'"attività di programmazione sistematica dell'attività antievasione", che finora il SECIT aveva svolto, pur con modalità non pienamente soddisfacenti: tale attività rispondeva all'esigenza di dotare l'Amministrazione finanziaria di un organismo altamente qualificato, in grado di svolgere un'azione di contrasto all'elusione e all'evasione fiscale. Su questo specifico aspetto, egli ritiene invece fondamentale rilanciare il ruolo del Servizio, al fine di contrastare le forme più sofisticate e sfuggenti di evasione fiscale. Un altro aspetto solleva forti perplessità e riguarda la esclusione del SECIT dalle funzioni di controllo e vigilanza sulle Agenzie fiscali. Queste ultime, che pure debbono operare in un contesto di piena autonomia gestionale, organizzativa, finanziaria, non possono non essere sottoposte all'"alta vigilanza" del Ministro. Appare quindi essenziale incardinare tale funzione proprio nella struttura degli ispettori tributari. Tutto ciò assume particolare rilievo anche in considerazione delle competenze affidate al SECIT che constano solo in una generica attività di studio - svincolata da una programmazione sistematica dell'attività antievasione - e in una funzione di vigilanza sull'attività della Guardia di finanza. Altre osservazioni – riprese dal parere reso dal Consiglio di Stato - concernono poi la trasformazione delle attuali posizioni in organico del SECIT in altrettante unità appartenenti al ruolo dirigenziale. Sempre il Consiglio di Stato, prosegue il relatore, ha messo in guardia dal rischio di sovrapporre le competenze attribuite al Consiglio superiore delle finanze con quelle esercitate dagli uffici studi del Ministero e dallo stesso SECIT.
Riprendendo le considerazioni espresse dal direttore del Servizio nel corso delle audizioni, egli ritiene condivisibile la sollecitazione a mantenere inalterato il ruolo e i compiti del Servizio consultivo e ispettivo tributario, soprattutto per quanto riguarda l'attività di contrasto all'evasione fiscale.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.


INTEGRAZIONE DELL'ORDINE DEL GIORNO DELLE SEDUTE DELLA COMMISSIONE

Il presidente GUERZONI comunica che il Presidente del Senato ha trasferito in sede deliberante il disegno di legge n. 4677 recante disposizioni in materia di trattamenti pensionistici di guerra.
Avverte pertanto che l'ordine del giorno delle sedute della corrente settimana è integrato con la discussione del citato disegno di legge, che comunque – egli ricorda - non contiene più la delega originariamente prevista.

La seduta termina alle ore 15,55.