B I L A N C I O (5a)

GIOVEDI' 15 LUGLIO 1999

201a Seduta (pomeridiana)

Presidenza del Presidente
COVIELLO

Interviene il sottosegretario di Stato per il tesoro, il bilancio e la programmazione economica Giarda.

La seduta inizia alle 15,15.


AFFARI ASSEGNATI

(Doc. LVII, n. 4) Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2000-2003.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 125-bis del Regolamento e rinvio)
(R125 b00, C05a, 0005°)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana.

Il senatore VEGAS, dopo aver espresso apprezzamento per la relazione svolta, si sofferma sulla scarsa credibilità delle proiezioni tendenziali per il quadriennio di riferimento - soprattutto in relazione alle stime di crescita - e degli obiettivi proposti, evidenziando in particolare la mancata coerenza della evoluzione ipotizzata di alcuni indicatori; esprime, altresì, riserve sulla realizzabilità della manovra correttiva, anche tenuto conto dell'importo programmato rispetto alle misure proposte. Nell'illustrare l'andamento dell'euro sui mercati internazionali, evidenzia che la debolezza della moneta riflette la contraddittorietà tra l'unificazione monetaria e le politiche fiscali attuate dai singoli Paesi: ritiene rappresentativo, peraltro, il modo in cui sono affrontate le questioni relative al mercato del lavoro, affrontate impropriamente e inefficacemente con gli strumenti propri dell'economia chiusa. La svalutazione della moneta europea, inoltre, comporta probabilmente una maggiore competitività nelle esportazioni, ma ha effetti devastanti, come anche sottolineato del Governatore, sul deflusso di capitali verso l'estero.
Il DPEF affronta tale contesto interno ed internazionale seguendo una impostazione caratterizzata da forte conservatorismo sociale, privo di riflessioni critiche sugli strumenti di intervento e sulle prospettive alternative, proponendo interventi destinati ad operare al margine, limitati da vincoli che si autoalimentano. Sul tema della riduzione della pressione fiscale, da tutti auspicata in maniera più consistente, ritiene necessario evitare di fare dichiarazioni sulle intenzioni future - come invece ripetutamente ha fatto il Governo: l'annuncio di una riduzione della tassazione comporta, infatti, il rinvio delle decisioni di consumo e di investimento con effetti sullo sviluppo opposti rispetto a quelli desiderati. Nel sollecitare una riflessione anche sugli strumenti e interventi prospettati dal lato della spesa, si sofferma sulla possibilità di formulare gli obiettivi di politica economica in una ottica di offerta e ricorda le esperienze positive, sia estere, sia nazionali, di incentivazione sui consumi e sugli investimenti. Dopo aver sottolineato la necessità di privilegiare comunque la riduzione delle aliquote della tassazione - cui corrisponderebbe successivamente e necessariamente la riduzione della spesa -, ritiene opportuno intervenire su numerosi meccanismi di spesa pubblica, soprattutto nel settore dei servizi, consentendo ai cittadini la libertà di scelta dei servizi ed erogando sussidi alle fasce più deboli. Si sofferma, quindi, sul tema delle pensioni, evidenziando gli effetti della composizione del lavoro e della dinamica demografica sulla spesa e auspicando un intervento immediato, anche al fine di limitare l'incertezza dei cittadini; ritiene, inoltre, che debbano essere introdotti incentivi più uniformi per i fondi pensione, evitando trattamenti differenziati a favore dei soggetti che hanno la gestione. Dopo aver sottolineato le conseguenze disincentivanti sulla ricerca di lavoro di alcune misure e i rischi derivanti da eventuali abusi, prende atto del valore assegnato dal DPEF alla concertazione, sottolineando che la conflittualità non necessariamente comporta effetti negativi. Concordando con il relatore sulla necessità di prevedere una maggiore flessibilità in entrata nel mercato del lavoro, ritiene anche necessario prevedere una ulteriore liberalizzazione delle tipologie contrattuali; evidenzia, altresì, che la previsione di incentivi per l'informatica potrebbe indurre decisioni obsolete relative alle "frontiere dello sviluppo".
Per quanto riguarda il tema degli investimenti, rileva la necessità di rafforzare il potenziale umano del Paese, attraverso un miglioramento della capacità educativa e formativa che deve necessariamente prevedere l'apertura alla concorrenza nel settore della scuola. In relazione all'investimento fisico, dopo avere evidenziato l'insufficienza delle risorse previste nel DPEF, auspica la riduzione della spesa corrente per incrementare la quota da destinare agli investimenti, con concreti effetti moltiplicativi sull'economia. Evidenzia l'inadeguatezza della politica per il Mezzogiorno, nella quale, piuttosto che perseguire una semplificazione delle procedure di intervento e di spesa , si è provveduto a creare nuove strutture, pubblicare numerosi studi, definire ulteriori procedure. Nel ricordare che il ricorso alla finanza di progetto comporta uno spostamento dell'onere dell'investimento dallo Stato al fruitore del servizio, rileva che tale soluzione potrebbe non essere sostenibile nel sistema produttivo meridionale. Si sofferma, inoltre, sul tema delle privatizzazioni, auspicando interventi incisivi, a favore di una maggiore competitività sui mercati, con evidenti vantaggi economici sui consumatori e sullo sviluppo.
Esprime, infine, ampie perplessità sull'elenco dei provvedimenti collegati, che contrariamente a quanto previsto in sede di riforma degli strumenti contabili, non consente la limitazione del contenuto proprio e l'esercizio del potere di stralcio sulle eventuali materie estranee; ribadisce, quindi, una valutazione complessivamente negativa del documento governativo, che risultando poco innovativo e comunque carente di prospettive, non consente di affrontare la fase successiva alla unificazione monetaria e comporta che l'Italia sia relegata in una posizione di marginalità economica nel contesto europeo.

Il seguito dell'esame viene quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 15,50.