TERRITORIO, AMBIENTE, BENI AMBIENTALI (13a)

GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 1997


70a Seduta

Presidenza del Presidente
GIOVANELLI

La seduta inizia alle ore 15,20.

IN SEDE REFERENTE
(922) SPECCHIA ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sul problema dei rifiuti e sulle attività poste in essere in materia dalle pubbliche amministrazioni centrali e periferiche
(1413) Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Simeone ed altri; Scalia ed altri
(Seguito e conclusione dell'esame congiunto; proposta di assorbimento del disegno di legge n. 922)

Riprende l'esame congiunto dei disegni di legge in titolo, sospeso nella seduta di ieri.

Non essendo stati presentati emendamenti, il presidente GIOVANELLI propone che al senatore Specchia sia conferito mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge n. 1413, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, proponendo altresì all'Assemblea l'assorbimento del disegno di legge n. 922.

Conviene all'unanimità la Commissione, che conferisce altresì mandato al relatore a richiedere all'Assemblea l'autorizzazione allo svolgimento della relazione orale.

(Doc. XXII, n. 15) VELTRI ed altri: Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sullo stato di attuazione delle norme in materia di difesa del suolo
(Esame e rinvio)
(R162 000, C13a, 0001°)

Il relatore VELTRI, dopo aver sottolineato che l'esigenza di un dibattito più approfondito sulla eventualità di una rivisitazione della legge n. 183 del 1989 era già maturata prima degli eventi calamitosi verificatisi nei mesi scorsi, ricorda che un'iniziativa parlamentare in materia è resa ancora più necessaria dalla circostanza che si sono recentemente aperti diversi forums di discussione, anche istituzionali, come ad esempio nell'ambito della conferenza Stato-Regioni che ha già dedicato in più occasioni la sua attenzione al problema, individuando anche soluzioni procedimentali innovative.
Il problema della difesa del suolo, come è noto, ha nel nostro Paese radici molto lontane, essendosi sovrapposti quali concause di molteplici dissesti idrogeologici fattori geologici, climatici e una sostanziale assenza di cultura ambientale che ha permesso la rovina sistematica delle risorse del territorio, facendo prevalere la politica dell'intervento a posteriori su quella molto più razionale della prevenzione. Il degrado del territorio è stato poi aggravato dalla mancanza, per molto tempo, di un quadro normativo efficace, attuabile e capace di individuare chiaramente adempimenti e compiti. Ritardi notevolisissimi sono stati accumulati per dare attuazione alla proposte che, ai primi anni settanta, sono state formulate dalla commissione De Marchi e dalla conferenza nazionale sulle acque: ciò a fronte di un'attenzione crescente verso il tema della difesa del suolo da parte del mondo culturale, sfociata ad esempio, alla metà degli anni ottanta, in un protocollo tra il CNR e la Protezione civile sulla conservazione del suolo che ha costituito, tra l'altro, un'importante premessa della disciplina approvata poi dal Parlamento nell'ambito della legge n. 183. Purtroppo tale legge, pur avendo un'indiscutibile rilevanza, soprattutto per aver individuato nel bacino idrografico il nucleo del sistema, ha mostrato molto presto la propria inefficacia, anche perchè nel corso degli anni novanta il Parlamento è stato molto attivo nel settore della difesa del suolo e della gestione delle risorse idriche. Al di là delle leggi connesse alla citata legge n. 183 (n. 253 del 1990 e n. 493 del 1993), sono state infatti approvate la legge n. 25 del 1992, di istituzione del Servizio nazionale della protezione civile, la legge n. 36 del 1994, recante disposizioni in materia di risorse idriche, la legge n. 37 del 1994, in materia di tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche, la legge di conversione n. 61 del 1994, in materia di riorganizzazione dei controlli ambientali e di istituzione dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente; tali leggi e i relativi decreti attuativi hanno contribuito a creare un sistema complesso di competenze, di strumenti di programmazione e di pianificazione, di strutture tecniche e gestionali in larga misura nuovo. Il quadro di riferimento con il quale occorre quindi oggi confrontarsi impone di verificare se il complesso normativo sia coerente o non contempli invece sovrapposizioni, intersezioni, conflitti. Come ha posto in evidenza la Commissione di studio sulla riforma e ristrutturazione organizzativa dei Ministeri dell'ambiente e dei lavori pubblici - istituita nel luglio 1993 su iniziativa del ministro per la funzione pubblica pro tempore Cassese - l'interesse ambientale, pur reso organizzativamente autonomo, è tuttavia un interesse trasversale, il che rende indispensabile la previsione di adeguati strumenti di coordinamento nell'esercizio delle funzioni centrali e locali concernenti territorio e ambiente. Sarebbe perciò, a suo avviso, riduttivo attribuire ai ritardi regionali o alla carenza di risorse finanziarie l'insoddisfacente attuazione della legge sulla difesa del suolo, così come sarebbe insufficiente un intervento di riforma mirato esclusivamente agli ambiti tecnico-amministrativi. È indispensabile invece agire sul tessuto istituzionale e legislativo per dare effettiva incisività ai vari livelli di intervento; rendere congruenti gli interventi di protezione civile con la logica del piano di bacino e più in generale passare da una politica di risposta alle offese all'ambiente ad un'azione legata alla migliore comprensione dei processi sottostanti; precisare la natura giuridica dell'autorità di bacino, che potrebbe assumere la veste di un organismo con capacità autonoma di spesa ovvero divenire una authority sul modello della Tennessee Valley Authority, sperimentato peraltro già da lungo tempo in alcuni paesi europei; definire i vari corsi d'acqua tenendo conto che al momento la legge n. 183 soffre di un'applicazione non omogenea quanto alla loro gestione; superare la rigidità attuale della pianificazione per adattarla all'evolversi fisico e strutturale del territorio.
Il documento in esame non offre la soluzione alle problematiche affrontate, ma sottolinea la necessità di un'assunzione di responsabilità rispetto all'esigenza di giungere a delineare un'ipotesi di riforma, anche attraverso lo svolgimento di audizioni e l'acquisizione di documenti. Tenuto poi conto che nei provvedimenti di riforma amministrativa proposti dal ministro Bassanini al settore della difesa del suolo non viene riservato il rilievo che meriterebbe, si rende necessario avviare con il documento in esame la ricerca di una soluzione legislativa, anche in riferimento a quanto sarà deciso nell'ambito della Commissione bicamerale per le riforme istituzionali.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,50.