AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)

GIOVEDÌ 23 MARZO 2000
518ª Seduta (antimeridiana)

Presidenza del Presidente
VILLONE

        Interviene il ministro per le riforme istituzionali Maccanico.

        La seduta inizia alle ore 8,40.


IN SEDE REFERENTE
(3812) Modificazioni al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, di approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati
(288)
LA LOGGIA ed altri. – Abolizione della quota proporzionale per l’elezione della Camera dei deputati e attribuzione di tutti i seggi con il sistema uninominale a un turno
(1006)
PIERONI ed altri. – Modifiche ed integrazioni alle norme per l’elezione della Camera dei deputati
(1323)
MILIO. – Abolizione della quota proporzionale per l’elezione della Camera dei deputati e attribuzione di tutti i seggi con il sistema uninominale maggioritario a un turno
(1935)
COSSIGA. – Modifiche e integrazioni alle norme per la elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica
(2023)
BESOSTRI e MURINEDDU. – Nuova disciplina dell’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica con la previsione del sistema elettorale a doppio turno
(3190)
FORCIERI ed altri. – Riforma del sistema elettorale del Parlamento
(3325)
PASSIGLI. – Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati
(3476)
DISEGNO DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE. – Introduzione del doppio turno nei collegi uninominali
(3621)
MAZZUCA POGGIOLINI. – Norme per la modifica dei sistemi elettorali mediante l’introduzione di collegi binominali
(3628)
LA LOGGIA ed altri. – Modifiche al testo unico delle leggi recante norme per la elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361
(3633)
PIERONI ed altri. – Modifiche ed integrazioni al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, per l’introduzione del doppio turno di coalizione
(3634)
PIERONI e LUBRANO DI RICCO. – Modifiche ed integrazioni al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, per l’introduzione del doppio turno di coalizione
(3689)
CÒ ed altri. – Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361
(3772)
PARDINI ed altri. – Modifica al sistema elettorale della Camera dei deputati
(3783)
TOMASSINI. – Riforma delle norme sulla elezione della Camera dei deputati
(3828)
MARINI ed altri. – Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati
(4505)
ELIA ed altri. – Modifiche al testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 e successive modificazioni
– e petizioni n. 34, n. 250, n. 306, n. 359, 487 e 490 ad essi attinenti

(Seguito dell’esame congiunto dei disegni di legge nn. 3812, 288, 1006, 1323, 1935, 2023, 3190, 3325, 3476, 3621, 3628, 3633, 3634, 3689, 3772, 3783 e 3828, congiunzione con il disegno di legge n. 4505 e rinvio. Esame del disegno di legge n. 4505, congiunzione con il seguito dell’esame congiunto dei disegni di legge nn. 3812, 288, 1006, 1323, 1935, 2023, 3190, 3325, 3476, 3621, 3628, 3633, 3634, 3689, 3772, 3783, 3828 e rinvio)

        Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 21 aprile 1999.
        Il relatore VILLONE dopo aver ricordato lo stato dell’
iter dei provvedimenti in titolo, dà brevemente conto del disegno di legge n. 4505, il cui esame proseguirà congiuntamente con quello degli altri provvedimenti. Rileva quindi la opportunità di riprendere l’esame della materia elettorale così da poter permettere un ampio confronto di opinioni su un tema che è ritornato all’attenzione del dibattito politico. A questo proposito, ricorda che è stata preannunciata, nei scorsi giorni, la presentazione di una iniziativa legislativa volta a introdurre un sistema elettorale di carattere proporzionale sul modello tedesco, proposta che, appena formalizzata, sarà inserita all’ordine del giorno della Commissione.
        Prende quindi la parola il senatore ELIA, che ringrazia preliminarmente il presidente Villone per aver voluto dare seguito alla richiesta di tornare ad esaminare i disegni di legge in materia elettorale, così da permettere un chiaro e aperto confronto tra le posizioni delle varie forze politiche in vista delle prossime scadenze referendarie. Venendo al merito delle varie soluzioni proposte, dichiara di non avere pregiudiziali sui vari sistemi elettorali oggetto di dibattito. Ricorda in proposito il diverso atteggiamento di De Gaulle (che mostrò nel 1946 la propria preferenza per il sistema proporzionale e che invece, nel 1958, optò per un sistema uninominale) e di Luigi Sturzo che, acceso proporzionalista nel 1919, sembrò preferire, nel secondo dopoguerra, l’adozione di un sistema maggioritario.

        Intento del disegno di legge n. 4505, a sua firma, è quello di reagire all’iniziativa referendaria che reputa, nel risultato proposto dal quesito, intrinsecamente erronea e oggi particolarmente pericolosa. Per eludere le forche caudine del giudizio di ammissibilità, i promotori hanno costruito un quesito che persegue un obiettivo sbagliato. La frammentazione dei partiti che si intende combattere è frutto infatti non dell’attribuzione di una quota dei seggi con un sistema «proporzionale», ma del modo in cui i partiti definiscono le candidature nei seggi assegnati con il sistema maggioritario. Peraltro reputa foriero di equivoci il titolo attribuito al quesito referendario: non si prevede infatti l’abolizione della quota proporzionale, ma si prevede una diversa assegnazione del 25 per cento dei seggi della Camera dei deputati, secondo un criterio discutibile, che potrebbe avere esiti casuali danneggiando comunque i partiti non coalizzati nei due principali schieramenti.
        Questi difetti dell’esito referendario avrebbero dovuto indurre, a suo avviso, i democratici di sinistra e i democratici a non sostenere incondizionatamente la causa referendaria. Vi è infatti un intento profondamente antipartitico e sicuramente contrario alla costruzione di coalizioni nel quesito referendario, approvato il quale i deputati verrebbero eletti come monadi isolate, senza tenere in alcun conto l’appartenenza a partiti ovvero a coalizioni di partiti. A questi difetti si aggiunga l’aleatorietà nell’assegnazione del 25 per cento dei seggi, oggi attribuiti sulla base del voto di lista; aleatorietà che potrebbe incidere in modo significativo sull’esito delle consultazioni elettorali rovesciando anche il risultato ottenuto dalle coalizioni in competizione nell’assegnazione dei seggi corrispondenti ai collegi uninominali.
        L’iniziativa referendaria ha poi a suo avviso finito per ravvivare gli
animal spirits della prima Repubblica; oggi infatti, rispetto allo scorso anno, i referendari affrontano la competizione in una condizione a suo avviso deteriore a fronte delle istanze dei proporzionalisti. L’elettore si trova confuso, di fronte a un quesito che si presta a semplificazioni ingannevoli; conseguentemente l’eventuale sconfitta della proposta referendaria, ovvero il mancato raggiungimento del quorum di validità della consultazione, potrebbe avere un esito ben più significativo dal punto di vista politico rispetto a quello del 1999. Richiama quindi i sostenitori del referendum a non fare affidamento sulla presentazione manipolativa di tale istituto; i tempi sono cambiati, cambiato è l’umore dell’opinione pubblica, come ha mostrato di percepire chiaramente in questi giorni il leader dell’opposizione. Occorre dunque valutare a pieno le proposte in campo e cercare di prevenire la consultazione referendaria.
        Venendo quindi a considerare la proposta, recentemente annunciata, mirante all’introduzione di un sistema elettorale proporzionale, riconosce la serietà di tale iniziativa che ripropone, seppure in modo meno raffinato – anche a causa di vincoli costituzionali come quello rappresentato dal numero fisso dei componenti elettivi delle due Camere – il sistema vigente in Germania. Ritiene peraltro velleitarie talune previsioni contenute in tale proposta, come quella volta a disincentivare trasmigrazioni di parlamentari nel corso della legislatura dall’uno all’altro schieramento; si prevedono infatti norme penalizzanti per i Gruppi che avallino tali comportamenti, escludendo tuttavia il Gruppo misto che potrebbe dunque rimanere un facile approdo per i parlamentari transfughi.
        La proposta di un sistema sul modello tedesco fu autorevolmente avanzata, sin dai primi anni ’80 in seno alla Commissione Bozzi, quando i partiti erano ancora forti e profondamente radicati nella società italiana; in quella situazione la introduzione di un simile sistema elettorale avrebbe probabilmente prodotto i positivi risultati realizzati in Germania sin dall’immediato dopoguerra. Oggi, condividendo i rilievi mossi dal professor Barbera sulla stampa quotidiana, il senatore Elia valuta che l’introduzione di un sistema proporzionale non potrebbe che accrescere ulteriormente la frammentazione del sistema politico, frammentazione in parte contenuta dal sistema elettorale vigente che impone, quanto meno in occasione delle elezioni, un’aggregazione tra le varie forze politiche.
        Ammonisce altresì sugli effetti di un tale sistema sulla forma di governo. Anche nell’ipotesi, auspicata da molti, di una investitura diretta del Primo ministro si potrebbe arrivare, nel caso di una composizione puramente proporzionale delle due Camere, ad una situazione analoga a quella israeliana. Nel mostrarsi favorevole a ipotizzare forme di investitura diretta del vertice dell’esecutivo, ritiene che questa debba accompagnarsi necessariamente con meccanismi che garantiscano la formazione di una chiara e solida maggioranza nelle assemblee parlamentari che sostenga l’azione del Governo.
        Venendo quindi a considerare il disegno di legge n. 4505 a sua firma, ne indica quale principale obiettivo la omogeneizzazione dei sistemi per la elezione delle due Camere. L’esito referendario renderebbe infatti a suo avviso ulteriormente divaricato il sistema elettorale dei due rami del Parlamento, aumentando il rischio di una possibile divergenza del colore politico delle maggioranze delle due Camere. Un secondo pregio di questa iniziativa è la sua facile applicabilità; essa infatti non renderebbe necessaria una ridefinizione dei collegi e delle circoscrizioni elettorali che si imporrebbe invece nel caso di approvazione della proposta tesa a introdurre un sistema proporzionale. Il disegno di legge n. 4505 inoltre, estendendo alla Camera l’istituto dello scorporo come oggi disciplinato dalla legge elettorale del Senato, garantirebbe una maggiore rappresentatività nella composizione politica di quel ramo del Parlamento. Non si tratta quindi di una iniziativa «tampone», ma di un provvedimento teso a stabilizzare e razionalizzare il sistema elettorale vigente, capace a suo avviso di superare l’iniziativa referendaria del cui esito sostanzialmente tiene conto; esito invece rispetto al quale la preannunciata iniziativa mirante a introdurre un sistema proporzionale si pone in aperta e completa contraddizione.
        In conclusione auspica che il dibattito sul tema della riforma elettorale possa svilupparsi in Commissione con un’approfondita riflessione, superando l’approssimazione con cui la materia è stata sino ad oggi, a suo avviso, trattata nel dibattito pubblico.

        Ad una richiesta di chiarimenti del senatore ROTELLI circa l’oggetto dell’intervento del senatore Elia, il Presidente VILLONE replica osservando che il senatore Elia ha illustrato il disegno di legge n. 4505, esprimendo altresì la sua posizione su significative iniziative che sono state preannunciate in materia e che sono oggetto di ampio dibattito tra le forze politiche.
        Il senatore ROTELLI intervenendo nuovamente, rileva che più propriamente la Commissione dovrebbe discutere delle sole iniziative formalmente presentate e all’ordine del giorno della Commissione.
        Il senatore ANGIUS ritiene che il dibattito svoltosi sulla materia elettorale in questa legislatura dimostri la persistente difficoltà di mettere mano a una riforma della vigente legge elettorale che non ha garantito – congiuntamente ad una molteplicità di previsioni contenute nei regolamenti parlamentari – una sufficiente stabilità delle maggioranze nonché la governabilità del paese. Ricordato il fallimento della Commissione parlamentare per le riforme costituzionali, ritiene che in quella occasione le opposizioni si siano assunte una grave responsabilità.

        A fronte di una persistente incapacità del Parlamento di affrontare in modo adeguato la questione, si spiega e trova ragione l’iniziativa referendaria. Un’iniziativa che propone un risultato per alcuni versi criticabile e sicuramente perfettibile, non essendo lo strumento referendario il più adatto ad intervenire in una materia tanto complessa come quella elettorale. Crede però che le forze politiche che si sono assunte la responsabilità di interrompere il processo riformatore, avviato con l’attività della Commissione bicamerale, non abbiano alcun diritto di criticare l’iniziativa referendaria, che rende a suo avviso esplicito il confronto, non sempre chiaro, sul sistema elettorale.
        La scelta di fronte alla quale si trovano oggi gli elettori è, a suo avviso, quella tra la realizzazione di un compiuto sistema politico bipolare ed il ritorno ad un sistema antico, che toglie ogni ruolo alle coalizioni tra i partiti. Non discute certo la democraticità dei sistemi proposti da coloro che avversano l’iniziativa referendaria, ma crede che il sistema maggioritario abbia raggiunto un risultato nel complesso positivo. Con il sistema maggioritario infatti le forze politiche devono cedere una quota della loro sovranità agli elettori, affidando a questi ultimi la scelta della maggioranza di governo. Con il sistema proporzionale le singole forze politiche possono invece non indicare al corpo elettorale la coalizione di governo né il
leader della medesima, restando libere di scegliere dopo il voto la formula politica più conveniente.
        Ritiene che si debba e si possa discutere sul modello da adottare e al riguardo reputa l’iniziativa legislativa illustrata dal senatore Elia un contributo importante e positivo, che si muove nel solco di una chiara scelta in senso maggioritario. Opportunamente il senatore Elia ha anche evidenziato taluni esiti contraddittori che avrebbe il quesito referendario, nonché il significato antipartitico da molti attribuito al
referendum. Rileva però la contraddittorietà della posizione di coloro che avversano l’attuale sistema elettorale maggioritario, mentre non sottopongono a una simile critica i sistemi elettorali oggi vigenti per la elezione dei consigli comunali, provinciali e regionali, sistemi alla cui definizione l’opposizione ha contribuito.
        Crede quindi che dietro l’iniziativa neoproporzionalistica vi sia un intento politico: smantellare il sistema bipolare come si è andato definendo negli ultimi anni e costruire, al centro dello schieramento politico italiano, una nuova formazione, che rappresenti il punto di aggregazione di forze moderate, attorno alla quale si possano muovere, come satelliti, altre formazioni secondarie con le quali, a seconda delle convenienze, contrarre alleanze. Questo intento anima la battaglia antireferendaria, fornendo ad essa una chiara base politica; non a caso questa iniziativa è stata presentata nel pieno di una campagna elettorale.

        Il senatore D’ONOFRIO, riservandosi di intervenire più ampiamente nella seduta pomeridiana, ricorda al senatore Angius che i sistemi per la elezione dei consigli comunali, provinciali e regionali, sono dei sistemi proporzionali, e il loro successo è la prova delle insufficienze e del fallimento del sistema maggioritario.
        Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.


PER IL TRASFERIMENTO ALLA SEDE DELIBERANTE DEL DISEGNO DI LEGGE N. 4217

        Il senatore PASTORE manifesta il consenso della propria parte politica alla richiesta di trasferire alla sede deliberante l’esame del disegno di legge n. 4217.
        Su proposta del presidente VILLONE, la Commissione unanime conviene di richiedere il trasferimento alla sede deliberante del disegno di legge n. 4217 sulla comunicazione istituzionale.


        
La seduta termina alle ore 9,50.