Mercoledì 30 Settembre 2015 - 513ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 15:02)

L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl n. 1429-B, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Costituzione, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati.

Il sen. Calderoli (LN) ai sensi dell'articolo 100, comma 5 del Regolamento, ha chiesto alla Presidenza di consentire alle opposizioni di presentare subemendamenti alle proposte 1.205 e 2.204, a prima firma della sen. Finocchiaro (PD), che recepiscono l'accordo trovato all'interno del PD. Alla richiesta si sono associati i sen. Crimi (M5S), Loredana De Petris (SEL), Paolo Romani (FI-PdL) e Anna Bonfrisco (CR). Il Presidente Grasso ha giudicato tardiva la richiesta rispetto all'articolo 1, riguardante le funzioni del Senato, mentre ha concesso mezz'ora sull'articolo 2, che riguarda la composizione e le modalità di elezione del Senato.

L'emendamento 1.205, a firma dei sen. Finocchiaro (PD), Schifani (AP), Zeller (Aut), Zanda (PD) e D'Adda (PD), attribuisce nuovamente al Senato funzioni esclusive che, nel passaggio alla Camera, erano state assegnate alla competenza concorrente delle due Camere: il Senato esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l'Unione europea. Valuta le politiche pubbliche e l'attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l'impatto delle politiche dell'Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri su nomine di competenza del Governo e a verificare l'attuazione delle leggi dello Stato.

L'emendamento 2.204, sottoscritto dai sen. Finocchiaro (PD), Schifani (AP), Zeller (Aut), Zanda (PD) e D'Adda (PD), integra il quinto capoverso ("la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti)", con le seguenti parole: "in conformità delle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite da una legge approvata dalla due Camere".

Il Presidente del Senato ha comunicato le valutazioni di ammissibilità: agli articoli 1 e 2 può essere emendato solo il quinto capoverso, che è stato modificato dalla Camera dei deputati. Sono ammessi, inoltre, emendamenti interamente soppressivi dei due articoli. Il Presidente ha poi comunicato gli emendamenti all'articolo 1 sui quali è ammesso il voto segreto.

All'articolo 1, riguardante le funzioni delle Camere, la Ministro dei rapporti con il Parlamento Boschi ha espresso parere favorevole soltanto sugli emendamenti 1.203 del sen. Cociancich (PD) e 1.205 a prima firma della sen. Finocchiaro (PD), sostanzialmente identici.

Sull'emendamento canguro 1.203 si è aperto un dibattito incidentale: il sen. Calderoli(LN) ha rilevato che l'emendamento 1.203, interamente sostitutivo dell'articolo 1, è stato presentato ad arte per far decadere tutti gli altri e per evitare voti segreti sulle proposte che attribuiscono al Senato funzioni di garanzia su materie eticamente sensibili. Ha chiesto quindi al Presidente di non metterlo in votazione per evitare abnormi effetti preclusivi. Secondo il sen. Mario Mauro (GAL) l'emendamento 1.203 attesta che la nuova Costituzione è patrimonio esclusivo del PD. Il sen. Ferrara (GAL) ha chiesto al Presidente di ammettere subemendamenti alla proposta 1.203. Secondo la sen. Bonfrisco (CR) l'emendamento 1.203, che non è stato presentato in Commissione, è stato giudicato ammissibile dalla Presidenza in base ad un criterio politico. Il sen. Endrizzi (M5S) ha rilevato che la conclusione dell'esame in Commissione e la presenza di un relatore avrebbero impedito giochetti che non consentono di discutere proposte alternative. Secondo il sen. Romani (FI-PdL) il trucco, vergognoso e intollerabile, dimostra che non vi è alcuna volontà di un confronto serio sulla riforma. Il sen. Centinaio (LN) ha invitato il sen. Cociancich a ritirare l'emendamento truffa: il Gruppo, in base alle decisioni della Presidenza, deciderà come proseguire. Secondo il sen. De Cristofaro (SEL) l'emendamento truffa corona un iter privo di spirito costituente e antidemocratico, segnato da forzature, strappi, colpi di maggioranza. Il sen. Zanda (PD) ha rilevato che l'emendamento 1.203 è identico all'1.44c di FI e 1.902 di LN. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha smentito il sen. Zanda: se fossero identici, il Ministro avrebbe dovuto esprimere parere favorevole. Il sen. Orellana (Misto) e il sen. Crimi (M5S) hanno invitato la Presidenza a verificare l'ordine di pubblicazione degli emendamenti, che dovrebbe consentire di votare il maggior numero di proposte.

Nel prosieguo dei lavori, sono stati respinti gli emendamenti da 1.1 a 1.902. Gli 1.1, 1.2000 e 1.8c, presentati da M5S e Misto-SEL, erano volti a sopprimere l'articolo 1. Secondo la sen. De Petris (SEL) e il sen. D'Alì (FI-PdL) sarebbe preferibile abolire il Senato, piuttosto che svuotarlo di competenze o ridurlo ad un organo di sottogoverno. L'emendamento 1.1000 - presentato originariamente dalla minoranza PD, poi ritirato e fatto proprio dal sen. Malan (FI-PdL) - identico all'emendamento 1.2 di SEL, attribuiva al Senato, rispetto alla proposta di maggioranza, anche la verifica dell'attuazione delle leggi regionali, funzioni di coordinamento in materia di finanza locale, la verifica della sussistenza dei requisiti per le nomine dei vertici dello Stato e delle Autorità indipendenti. Hanno annunciato voto favorevole i sen. Stefano (SEL), Endrizzi (M5S), D'Alì (FI-PdL), Campanella (Misto), Mario Mauro (GAL), D'Ambrosio Lettieri (CR), i quali hanno evidenziato l'opportunità, in un'ottica di differenziazione delle funzioni delle Camere, di attribuire al Senato compiti significativi di controllo. In dissenso dal Gruppo, hanno annunciato voto favorevole anche i sen. Mineo e Casson (PD), il quale ha preannunciato sostegno alle proposte volte ad estendere le competenze del Senato ai diritti costituzionali e alle libertà fondamentali. L'emendamento 1.34c a prima firma del sen. Orellana (Misto), attribuiva al Senato il concorso paritario alla funzione legislativa nelle materie attinenti ai rapporti civili ed etico-sociali disciplinati nella prima parte della Costituzione. A favore della proposta sono intervenuti i sen. Caliendo (FI-PdL), Endrizzi (M5S), Divina (LN), Uras (SEL).

Nell'ultima parte della seduta si è svolto un dibattito sul voto segreto. La maggioranza ha respinto la richiesta di voto per parti separate dell'emendamento 1.902 del sen. Calderoli (LN), che avrebbe consentito lo scrutinio segreto sulla parte che attribuisce al Senato il concorso paritario alla funzione legislativa nelle materie riguardanti gli articoli 29 (diritti della famiglia) e 32 (diritto alla salute) della Costituzione. Le opposizioni hanno rilevato che il voto segreto è una forma di garanzia dei diritti fondamentali e non può essere rimessa ad una valutazione della maggioranza; spetterebbe dunque alla Presidenza mettere ai voti la parte dell'emendamento per cui è ammesso il voto segreto. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha parlato di ennesima sorpresa e ha chiesto alla Presidenza di sospendere le votazioni e di consentire la presentazione di subemendamenti alla proposta 1.203. In dichiarazione di voto, il sen. Malan (FI-PdL) ha ricordato che in prima lettura, con il voto segreto, fu approvata la norma che attribuiva al Senato competenze sulle materie riguardanti gli articoli 29 e 32 della Costituzione. Il sen. Chiti (PD), a titolo personale, ha annunciato voto favorevole all'emendamento 1.902.

Al termine della seduta è stata respinta la proposta del sen. Airola (M5S) di un'informativa urgente del Ministro dell'interno sui fatti di Ventimiglia.

(La seduta è terminata alle ore 21:05 )



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