Mercoledì 9 Settembre 2015 - 500ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:33)

L'Assemblea ha avviato l'esame dei ddl n. 2008, Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2014, e n. 2009, Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2015.

Il relatore sul rendiconto, sen. Fravezzi (Aut), con riferimento ai risultati della gestione di competenza, ha evidenziato che, pur essendo stato conseguito un miglioramento rispetto alle previsioni, tutti i saldi denotano un peggioramento rispetto al 2013, dovuto essenzialmente al rallentamento della crescita mondiale. In particolare, il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato per il 2014 presenta un valore negativo pari a 52,8 miliardi di euro, con un peggioramento di 24,8 miliardi rispetto al 2013. Il peggioramento del risparmio pubblico (-21,3 miliardi) consegue dall'aumento della spesa corrente (+15,360 miliardi) e dalla diminuzione delle entrate correnti (-5,908 miliardi). Il ricorso al mercato è in peggioramento rispetto al 2013, attestandosi ad un valore più alto di circa 61 miliardi. Gli impegni complessivi di spesa che ammontano a 810,587 miliardi, presentano, rispetto ai risultati dell'anno precedente, un aumento complessivo di 57,606 miliardi di euro (+7,6 per cento). Per ciò che attiene alla spesa corrente, gli impegni sono stati pari a 526,195 miliardi di euro, con un aumento rispetto di 15,36 miliardi. Per le spese in conto capitale (76,83 miliardi) il rendiconto 2014 segnala un aumento del 7,9 per cento (+5,7 miliardi), ascrivibile all'acquisizione di attività finanziarie. L'incremento della spesa è da ricondurre principalmente al Fondo per assicurare agli enti territoriali la liquidità necessaria per il pagamento dei debiti pregressi e al Fondo per la concessione di mutui alle Regioni per il riacquisto dei titoli obbligazionari in circolazione. L'entità dei residui anche nell'esercizio 2014 è rimasta su livelli considerevoli, ma si è ridotta dal lato delle entrate. In sintesi, il conto dei residui al 31 dicembre 2014 espone residui attivi per 209,127 miliardi di euro e residui passivi per 113,253 miliardi di euro. Il conto generale del patrimonio evidenzia una eccedenza passiva di 1.691,6 miliardi, con un peggioramento di circa 129,6 miliardi rispetto alla situazione patrimoniale a fine 2013, dovuto ad una diminuzione delle attività (-30,5 miliardi) e a un incremento delle passività (+99,1 miliardi). Nel giudizio di parificazione la Corte dei conti ha rilevato alcune irregolarità che hanno formato oggetto di una specifica analisi.

Il relatore sull'assestamento, sen. Del Barba (PD), ha evidenziato che, per quanto riguarda le previsioni di competenza per il 2015, al netto delle regolazioni contabili e debitorie e dei rimborsi IVA, si registrano un miglioramento del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato e un peggioramento del risparmio pubblico. Il relatore ha posto l'accento, in particolare, sulla riduzione della spesa per interessi, sulla diminuzione delle entrate correnti e sull'incremento di spesa conseguente alla sentenza della Corte costituzionale in materia previdenziale. Con riferimento alle previsioni assestate di cassa per il 2015, le variazioni delle autorizzazioni comportano un peggioramento di tutti i saldi. Il saldo netto da finanziare peggiora di circa 23,5 miliardi di euro (20,8 per cento), passando dai 113 miliardi delle previsioni iniziali a 136,6 miliardi di euro. Peggiora anche il risparmio pubblico, che passa da circa -75 miliardi a circa -90 miliardi, mentre il ricorso al mercato registra un incremento di 17,8 miliardi. L'avanzo primario passa da -25,7 a -56,8 miliardi. L'andamento divergente dei saldi di cassa rispetto a quelli di competenza è dovuto a una pluralità di fattori: maggiori dotazioni sui capitoli di trasferimenti alle famiglie, per i crediti fruiti dai datori di lavoro a titolo di riduzione del cuneo fiscale nel 2014; maggiori consumi intermedi, legati principalmente alle ulteriori somme destinate al Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche; risorse da destinare alle Regioni per ripristinare le dotazioni rimodulate dai capitoli relativi alla compartecipazione IVA e dal Fondo sanitario nazionale e per il pagamento di residui passivi relativi alla compartecipazione IVA e al Patto di stabilità interno verticale; contributi agli investimenti ai comuni colpiti dal sisma dell'aprile 2009 e alle somme da assegnare per il piano di rientro finanziario del comune di Roma; maggiori trasferimenti alle amministrazioni centrali per il pagamento di somme residue a favore del fondo ordinario per gli enti e gli istituti di ricerca. La consistenza dei residui passivi per le spese finali del bilancio statale, al 31 dicembre 2014, è di 112.792 milioni di euro, con un incremento 35 per cento, che interessa sia quelli di parte corrente, per 15.560 milioni, sia quelli di conto capitale, per 13.582 milioni. Il ddl di assestamento consta di tre articoli che intervengono su alcune disposizioni delle leggi di bilancio e di stabilità per il 2015. L'articolo 2 modifica la legge di bilancio, disponendo un incremento di 300 milioni del fondo occorrente per la riassegnazione dei residui passivi della spesa in conto capitale, eliminati negli esercizi precedenti per perenzione amministrativa. L'articolo 3 prevede infine che, per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, la dotazione del fondo, istituito dalla legge di stabilità per il 2015, è fissata a 27 milioni di euro per il 2015 e a 25 milioni a decorrere dal 2016.

Nella discussione generale hanno preso la parola i sen. Tosato (LN), Uras (SEL), Mandelli (FI-PdL) e Magda Zanoni (PD). I saldi di finanza pubblica - hanno rilevato le opposizioni - fotografano una situazione molto preoccupante, che smentisce le previsioni irresponsabilmente ottimistiche del premier. Nonostante il miglioramento della congiuntura internazionale, l'economia non manifesta segni di ripresa e il debito pubblico, in rapporto al Pil, aumenta dal 128 al 132 per cento. La Lega Nord ha espresso preoccupazione per l'aumento delle accise e dell'Iva legato alle clausole di salvaguardia e ha posto l'accento sull'incapacità del Governo di contrastare sprechi e inefficienze dell'amministrazione centrale: nonostante i tagli imposti agli enti locali, il peso della spesa complessiva, in rapporto al Pil, è aumentato dal 48,3 al 50,2 per cento. FI-PdL ha rilevato che il tesoretto è inesistente, il ricorso al mercato finanziario cresce di 17 miliardi, misure contraddittorie e sbagliate di politica economica hanno neutralizzato gli stimoli alla ripresa provenienti dal calo del prezzo del petrolio, dalla politica monetaria della BCE e dal tasso di cambio dell'euro. SEL ha osservato che il bonus di 80 euro non ha avuto conseguenze positive sui consumi e ha auspicato misure di riqualificazione della spesa e redistribuzione della ricchezza che possono avere effetti positivi sulle entrate. Secondo il PD i documenti di finanza pubblica evidenziano una buona capacità previsionale e una capacità di tenere fede agli impegni programmati di spesa e di entrata.

In replica, il Vice Ministro dell'economia e delle finanze Morando ha osservato che il peggioramento generalizzato registrato dal rendiconto 2015 dipende dal fatto che, contrariamente alle previsioni fatte nel 2013, l'economia nel 2014 è rimasta in recessione. Le previsioni del Governo in carica, secondo il Vice Ministro, sono invece attendibili e gli obiettivi di crescita del 2015 e del 2016 saranno raggiunti se permarrà una congiuntura internazionale favorevole e saranno accelerate le riforme strutturali. Il Vice Ministro ha ribadito, infine, l'impegno del Governo a ridurre la pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, ad abolire la tassa sulla prima casa per sostenere la domanda interna, a non far scattare le clausole di salvaguardia.

Il seguito dell'esame proseguirà nella seduta pomeridiana.

In apertura di seduta, in relazione alla partecipazione di appartenenti della famiglia Casamonica a una trasmissione televisiva del servizio pubblico, il sen. Di Maggio (CR) ha chiesto al Consiglio di Presidenza di attivarsi affinché la Commissione di vigilanza sulla Rai assuma provvedimenti conseguenti. In un clima di forte commozione e partecipazione, l'Assemblea ha commemorato il senatore Donato Bruno, scomparso lo scorso 17 agosto. Per ricordarne la competenza, l'equilibrio, i modi garbati e gentili, sono intervenuti i sen. Paolo Romani (FI-PdL), D'Anna (AL), Ferrara (GAL), Volpi (LN), Zeller (Aut), Loredana De Petris (SEL), Liuzzi (CR), Schifani (AP), Castaldi (M5S) e Anna Finocchiaro (PD).

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