Martedì 14 Gennaio 2014 - 164ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 11:00)

L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 925, nel testo proposto dalla Commissione, recante deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili, già approvato dalla Camera dei deputati, e dei connessi ddl nn. 110, 111, 113, 666.

Il relatore, senatore Casson (PD), a integrazione della relazione scritta, ha ricordato che il ddl mira a superare le tensioni generate dalle disfunzioni del processo penale e dal sovraffollamento carcerario. Ha riferito inoltre sul lavoro svolto dalla Commissione giustizia, che ha esteso l'ambito del disegno di legge, delegando il Governo a riformare l'intero sistema delle pene.

L'articolo 1 delega il Governo a riscrivere il quadro delle pene principali (ergastolo, reclusione, reclusione e arresto domiciliare, multa e ammenda). Tra i principi direttivi, si prevede che il ricorso all'esecuzione presso il domicilio dell'arresto e della reclusione non sia superiore nel massimo a tre anni e si conferisce al giudice la facoltà di applicare la reclusione domiciliare per i delitti per i quali è prevista la pena detentiva fra i tre e i cinque anni. La Commissione ha poi regolato il lavoro di pubblica utilità che può essere applicato dal giudice, sentiti l'imputato e il pubblico ministero. Esso consiste nella prestazione di attività non retribuita in favore della collettività ed è eseguito secondo tempi e modi tali da non pregiudicare le esigenze lavorative, familiari, di salute e di studio del condannato. Tra i criteri della delega, è prevista inoltre l'esclusione della punibilità delle condotte sanzionate con la sola pena pecuniaria o con pene detentive non superiori nel massimo a cinque anni, purché risulti la particolare tenuità dell'offesa e la non abitualità del comportamento e senza pregiudicare l'azione civile per il risarcimento del danno.

L'articolo 2 prevede una delega per una riforma generale della disciplina sanzionatoria che tenda a trasformare in illeciti amministrativi tutti i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell'ammenda, con un elenco di eccezioni per materie la cui preminenza sconsiglia la depenalizzazione.

Il capo II, comprendente gli articoli da 3 a 8, reca disposizioni relative alla sospensione del procedimento con messa alla prova. L'istituto si sostanzia nella facoltà da parte dell'imputato di richiedere la sospensione del processo penale a suo carico alla condizione di porre in essere condotte volte all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato, nonché, ove possibile, di garantire il risarcimento del danno cagionato. La sospensione del procedimento con messa alla prova può essere concessa per un massimo di due volte, ma per una soltanto in caso di recidiva specifica.

Il capo III, comprendente gli articoli da 9 a 15, prevede norme sulla sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili. Attraverso puntuali modifiche al codice di procedura penale, si introduce una nuova disciplina per lo svolgimento del rito in caso di assenza e di irreperibilità dell'imputato, in modo tale da contemperare le esigenze di speditezza del processo con quelle di garanzia nell'esercizio del diritto di difesa. L'articolo 16 reca la clausola di invarianza finanziaria.

Nella discussione generale, che proseguirà nella seduta pomeridiana, sono intervenuti i senatori: Falanga (FI-Pdl); Nadia Ginetti (PD); Erika Stefani, Bitonci, Volpi (LN-Aut).

La Lega Nord ha preannunciato un'opposizione a oltranza contro un provvedimento che abroga il reato di immigrazione clandestina e depenalizza reati gravi, minando la sicurezza dei cittadini e rappresentando una resa alla criminalità.

In apertura di seduta i senatori Zanda (PD), Della Vedova (SC), Matteoli (FI-PdL), Sacconi (NCD), Crosio (LN-Aut), Olivero (PI), Buemi (Aut-PSI), Cervellini (Misto-Sel) e il Sottosegretario Ferri hanno espresso solidarietà al senatore Stefano Esposito (PD), oggetto d'intimidazioni per le sue posizioni favorevoli alla realizzazione della Torino-Lione. Ricordando che la popolazione valsusina prosegue pacificamente la protesta contro un'opera costosa e inutile e che l'ambiente affaristico legato all'alta velocità ha già manovrato la politica locale, il senatore Scibona (M5S) ha invitato a non trarre conclusioni affrettate prima delle indagini della magistratura.

(La seduta è terminata alle ore 13:30 )



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