Giovedì 19 Dicembre 2013 - 156ª Seduta pubblica

(La seduta ha inizio alle ore 09:05)

L'Assemblea ha approvato il ddl n. 1149 di conversione del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni e enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Il testo passa alla Camera.

Noto come decreto salva Roma, il provvedimento è composto di due articoli. L'articolo 1 reca disposizioni per armonizzare i sistemi contabili degli enti locali, per garantire il rientro dal disavanzo delle società del trasporto ferroviario in Campania, per fronteggiare la situazione di squilibrio finanziario di Roma Capitale, per realizzare lavori di sistemazione idrogeologica, per contribuire alle spese di Expo 2015. L'articolo 2 reca disposizioni per indennizzare le imprese della Tav, per proseguire interventi sulla rete ferroviaria nazionale, per rifinanziare la carta acquisiti, per semplificare le procedure di trasferimento di immobili pubblici, per mantenere il comitato di consulenza globale per le privatizzazioni, per trasferire risorse delle contabilità speciali alle fondazioni lirico-sinfoniche in carenza di liquidità, per riequilibrare le imposte sui prodotti da fumo, per finanziare interventi in materia di turismo e di recupero dei beni culturali attraverso l'imposta di sbarco nei comuni delle isole minori.

Tra gli emendamenti della Commissione approvati, l'1.30 (testo 2) obbliga il comune di Roma a trasmettere, entro 60 giorni, al Ministero dell'economia e al Parlamento, un rapporto sulle cause della formazione del disavanzo di parte corrente e l'entità e natura della massa debitoria da trasferire alla gestione commissariale. Contestualmente, il comune deve trasmettere un piano triennale per la riduzione del debito, che preveda delibere volte a estendere a tutte le società partecipate i vincoli del patto di stabilità interno; dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa, fermo restando il controllo pubblico; operare una ricognizione dei costi unitari dei servizi locali e dei fabbisogni di personale nelle società partecipate; adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, anche ricorrendo alla liberalizzazione; liquidare le società partecipate che non abbiano come fine sociale attività di servizio pubblico; valorizzare e dismettere quote del patrimonio immobiliare del Comune.

Approvato con il voto favorevole dei Gruppi SC, PI, M5S, NCD e FI - contrari PD, Sel e LN-Aut - l'emendamento 1.33 dei senatori Linda Lanzillotta e Ichino (SC), di contenuto identico all'emendamento 1.34 del senatore Lucidi (M5S) e altri, che sopprime il comma volto a consentire al comune di Roma di aumentare di 0,3 punti l'aliquota dell'addizionale comunale IRPEF.

Molto accesa la discussione sulla riformulazione, presentata dalla relatrice Zanoni (PD), dell'emendamento 1.30. La senatrice Lanzillotta (SC) ha chiesto il ripristino del testo originario, che prevedeva la dismissione dell'Acea e il licenziamento per motivi economici nelle società partecipate. Il senatore Zanda (PD) ha difeso il compromesso raggiunto. Scelta Civica, Per l'Italia, Nuovo Centrodestra e Gal si sono dichiarati contrari alla riformulazione che vanifica la dismissione di quote di società controllate. Contro la privatizzazione dell'Acea, che contraddice l'esito del referendum popolare, si è pronunciata la senatrice De Petris (Misto-Sel). Il senatore Aracri (FI-PdL) ha proposto un subemendamento, poi accolto, che richiama l'accordo con le organizzazioni sindacali. Il M5S si è dichiarato favorevole alla prima parte dell'emendamento, riguardante il rapporto sulle cause del debito, e contrario alla seconda parte, che svende il patrimonio pubblico. In conseguenza della modifica dell'emendamento 1.30, la senatrice Lanzillotta (SC) non ha ritirato l'emendamento 1.33 sulla soppressione dell'aumento dell'addizionale IRPEF.

Altri emendamenti della Commissione approvati all'articolo 2 riguardano il pagamento dei rimborsi dovuti in relazione alle riduzioni tariffarie dell'energia elettrica e l'aumento dell'imposta di sbarco. Approvato l'emendamento 2.0.1 della senatrice Finocchiaro (PD) che modifica il codice delle leggi antimafia per agevolare il trasferimento di beni confiscati agli enti locali. Approvati anche l'emendamento 2.0.3 del M5S, recante modifiche alla composizione dei seggi elettorali, e due emendamenti aggiuntivi della Commissione riguardanti il coordinamento delle strutture territoriali della Croce Rossa e le università aventi sede nei territori dell'Emilia colpiti dal sisma.

Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Giorgetti ha accolto infine un ordine del giorno presentato dalla relatrice che impegna il Governo ad assumere iniziative per evitare la collocazione di sale gioco in prossimità di luoghi sensibili.

Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti a favore del decreto i senatori: Susta (SC), che ha richiamato la necessità di affrontare con responsabilità la crisi della finanza locale; Luigi Marino (PI), che ha denunciato l'eterogeneità del provvedimento e l'abuso della decretazione d'urgenza; Fravezzi (Aut-PSI), D'Alì (NCD), Santini (PD) i quali hanno sottolineato la necessità di farsi carico delle emergenze territoriali, di mettere mano a un testo unico sui tributi locali, di rivedere il patto di stabilità interno.

Contro il decreto hanno svolto dichiarazione di voto i senatori Uras (Misto-Sel), il quale ha criticato le norme che affidano le dismissioni del patrimonio pubblico alla valutazione di un comitato di volontari e tutelano le entrate derivanti dalle concessioni del gioco; Candiani (LN-Aut), secondo cui il decreto salva Roma sperpera risorse, tutela le lobby del gioco, risponde a finalità clientelari; Lezzi (M5S), la quale ha posto l'accento sugli interessi che sottendono le privatizzazioni; Anna Bonfrisco (FI-PdL), secondo la quale il decreto omnibus è una sommatoria di mance e non affronta alcun nodo strutturale. In dissenso dal Gruppo, il senatore Endrizzi (M5S) non ha partecipato al voto.

La Conferenza dei Capigruppo ha approvato modifiche al calendario corrente e il nuovo calendario dei lavori fino al 9 gennaio. La discussione sul decreto-legge IMU e Banca d'Italia inizierà nella seduta antimeridiana dell'8 gennaio.

Al termine della seduta la senatrice Mussolini (FI-PdL) ha chiesto le dimissioni del Presidente della Giunta delle elezioni e delle immunità, senatore Stefano (Misto-Sel), autore di un saggio sui retroscena della decadenza del senatore Berlusconi.

(La seduta è terminata alle ore 14:40 )



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