Il Presidente: Discorsi

Seminario "Salute mentale, OPG e diritti umani"

Intervento del Presidente del Senato, Pietro Grasso, in Sala Zuccari

11 Novembre 2014

Cari colleghi, Autorità, gentili Ospiti,

sono lieto di potervi dare il benvenuto nella prestigiosa Sala Zuccari del Senato per un incontro che costituisce un'importante occasione di riflessione e di dibattito su una questione di grande delicatezza sia dal punto di vista istituzionale che da quello sociale e umano, questione che da troppo tempo richiede una soluzione, che si fa, dunque, più urgente ogni giorno che passa. E' già la terza volta che io stesso, qui in Senato, mi trovo ad affrontare questo importante tema, e ogni volta debbo sottolineare con dolore che non siamo arrivati ancora ad un punto di civiltà e rispetto, per quanto passi positivi siano stati fatti.

Già nel luglio 2011 la Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale, con la sua Relazione sulle condizioni di vita e di cura all'interno degli ospedali psichiatrici giudiziari, accertò le condizioni di inaccettabile degrado degli istituti e la carenza generalizzata di quegli interventi di cura che motivano l'internamento. A questo proposito, ricordiamo tutti l'accorato appello «Basta con i luoghi dell'orrore!» che il Presidente della Repubblica lanciò nel suo messaggio di fine d'anno del 2012.
Molti giuristi, psichiatri, politici, opinionisti e cittadini sensibili al tema denunciano l'incostituzionalità della persistenza degli OPG e delle stesse procedure per accedervi. Ancora nel 1982, infatti, la Consulta si pronunciò stabilendo che la pericolosità sociale deve essere vista come una condizione transitoria, non come un attributo naturale di una persona e che, conseguentemente, anche le misure di sicurezza vanno di volta in volta riviste e aggiornate. Altre due sentenze, nel 2003 e 2004, hanno dichiarato incostituzionale la non applicazione di misure alternative all'internamento in OPG al fine di "assicurare adeguate cure all'infermo di mente e far fronte alla sua pericolosità sociale".

Vi è, almeno, un dato positivo che riscontriamo ultimamente, e cioè una tendenza alla diminuzione nel numero delle persone detenute oggi negli ospedali psichiatrici giudiziari, circa 1.000, ovvero circa 350 in meno rispetto a tre anni fa.
Ma non è ancora abbastanza. La legge 17 febbraio 2012, n. 9, aveva disposto la chiusura definitiva delle strutture per la data del 31 marzo 2013. Il decreto legge 25 marzo 2013, n. 24, ha poi disposto una proroga fino al 1° aprile 2014. Lo stesso 1° aprile, tuttavia, il Presidente della Repubblica ha promulgato "con estremo rammarico" un decreto legge che fissa al 30 aprile 2015 la data entro la quale dovranno essere chiuse le 6 strutture tuttora funzionanti in Italia.
L'eccessivo ritardo delle Regioni nella costruzione delle nuove residenze sanitarie per l'esecuzione della misura di sicurezza non ha consentito di agire altrimenti, ma alcune di esse hanno cominciato ad attivarsi e, attraverso un uso avveduto delle risorse e delle opportunità legislative, si può sfruttare questa dilazione per potenziare i servizi socio-sanitari territoriali, che servono a tutti i cittadini, per aprire presidi sul territorio operativi 24 ore su 24, per rafforzare i dipartimenti di salute mentale e per collaborare tra tutti gli operatori e gli enti coinvolti al fine di evitare il ricorso all'internamento e far sì che le cure psichiatriche possano svolgersi in ambito territoriale privilegiando le misure alternative.

Voglio esprimere a voi, che lavorate ogni giorno con impegno e dedizione per la tutela dei diritti dei malati di mente, il mio plauso per l'opera che quotidianamente svolgete, perché un malato, mentale o no, non cessa di essere una persona, una persona che soffre, un essere umano cui la Costituzione attribuisce dignità e diritti inalienabili.
Vi cedo, dunque, ora, la parola perché possiate confrontarvi, tra voi e con i legislatori, per individuare, insieme, possibili forme per progredire verso la risoluzione di questa complessa e spinosa questione.
Esprimo, inoltre, il mio apprezzamento a tutti i colleghi che nella legislatura precedente e in quella in corso si sono impegnati in questa importante attività di inchiesta e di approfondimento ed auguro a tutti buon lavoro.



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