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Riforma banche popolari e investimenti: sì alla fiducia in Aula

24 Marzo 2015

Sì definitivo del Senato il 24 marzo, con 155 voti favorevoli e 92 contrari, per il ddl di conversione del decreto-legge n. 3 del 24 gennaio, recante misure urgenti per il sistema bancario e gli investimenti, nel testo già approvato dalla Camera (ddl n. 1813), sulla cui approvazione il Governo aveva posto la questione di fiducia.

L'articolo 1 prevede - si legge nel comunicato di seduta del 24 marzo - che le banche popolari, il cui attivo superi otto miliardi di euro, debbano essere trasformate in società per azioni o liquidate. Modifica, inoltre, le maggioranze assembleari per le trasformazioni in spa e per le fusioni, creando regimi civilistici distinti fra banche cooperative e banche popolari. L'articolo 3 attribuisce la competenza a svolgere attività creditizia, a supporto delle esportazioni e dell'internazionalizzazione dell'economia italiana, a Cassa Depositi e Prestiti. L'articolo 4 definisce i requisiti delle piccole e medie imprese innovative, alle quali sono estese agevolazioni previste per le start up. L'articolo 6 estende il regime di esenzione ai finanziamenti effettuati dagli investitori istituzionali costituiti in Paesi inseriti nella cosiddetta white list. L'articolo 7 dispone che il Governo promuova l'istituzione di una società per azioni per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese con sede in Italia, il cui capitale sarà interamente sottoscritto da investitori istituzionali e professionali. L'articolo 8 modifica il meccanismo dei finanziamenti agevolati alle piccole e medie imprese per gli investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa (cosiddetta nuova legge Sabatini).

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