Mercoledì 19 Maggio 2010 - 383ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:36)

Con 163 voti favorevoli e 134 contrari, il Senato ha accordato la fiducia al Governo, così convertendo definitivamente in legge, con modificazioni, il decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40 (ddl n. 2165), recante disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l'altro, nella forma dei cosiddetti «caroselli» e «cartiere», di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori. Il testo approvato è quello licenziato in prima lettura, sempre con voto di fiducia, dalla Camera dei deputati.

In sede di discussione sulla fiducia, i sen. Granaiola, Procacci, Vita, Ranucci, Sanna Marco Filippi (PD) e Lannutti (IdV) hanno lamentato l'abuso del ricorso alla questione di fiducia da parte del Governo che, in un contesto già caratterizzato da una legislazione quasi esclusivamente affidata ai provvedimenti d'urgenza dell'Esecutivo, di fatto espropria il Senato e il Parlamento delle loro prerogative. A sostegno dell'iniziativa governativa si è espresso il sen. Monti (LNP), che ha evidenziato l'efficacia delle misure introdotte, in particolare quelle volte a liberalizzare le attività edilizie e quelle in tema di banda larga.

Le dichiarazioni di voto finali, oltre che registrare il voto favorevole dei Gruppi di maggioranza e quello contrario delle opposizioni alla fiducia al Governo, hanno consentito ai vari Gruppi parlamentari di ribadire i rispettivi giudizi sul decreto-legge.

La sen. Bugnano (IdV) ha sottolineato come l'esiguità delle risorse stanziate e assegnate con meccanismi poco trasparenti dimostri, oltre che l'insufficienza dell'intervento, la totale mancanza di una seria politica economica ed industriale da parte del Governo, che avrebbe dovuto, piuttosto che prevedere aiuti settoriali ispirati a criteri di tipo lobbistico, introdurre misure in grado di incentivare la domanda e di sostenere i redditi delle famiglie.

Anche ad avviso della sen. Bianchi (UDC-SVP-Aut: UV-MAIE-IS-MRE) i fondi messi a disposizione appaiono insufficienti a perseguire i troppi obiettivi del decreto, alcuni dei quali peraltro condivisibili come quello della lotta all'evasione fiscale. Le misure introdotte risultano comunque inadatte a promuovere la crescita del PIL e più che incentivare la domanda configurano anticipazioni di spese già programmate. Restano inoltre ancora una volta scoperte le esigenze delle famiglie e dell'imprenditoria femminile.

Il sen. Gustavino (All. per l'Italia) ha rilevato l'inadeguatezza del decreto nel fornire le risposte concrete che famiglie, lavoratori e imprese attendono per risolvere i loro problemi quotidiani. Ma è soprattutto il metodo seguito da Governo e maggioranza che dovrebbe essere abbandonato per aprire una nuova fase di collaborazione con le opposizioni su temi di straordinaria importanza come le modalità per affrontare la drammatica crisi economica.

L'utilità del decreto-legge è stata invece sottolineata dal sen. Cagnin (LNP), giacché esso si inserisce in un quadro generale di interventi che il Governo ha adottato e continuerà ad assumere per garantire risorse alle imprese (specialmente a quelle più piccole onde assicurarne la continuità degli investimenti), per tutelare il made in Italy, per snellire le procedure burocratiche necessarie per l'avvio di nuove imprese.

Di ennesima occasione sprecata ha parlato il sen. Bubbico (PD), considerato che il decreto canalizza risorse su obiettivi inconsistenti, con misure del tutto sproporzionate rispetto alla gravità della crisi economica in atto. Il Governo si ostina a rinunciare di fatto ai fondi comunitari, a distrarre miliardi di euro dalle spese per investimenti, a depauperare il Fondo per le aree sottouitlizzate, a sottrarre risorse alle piccole e medie imprese e ai Comuni impedendo così politiche anticicliche persino a livello locale, a imporre nuovi sacrifici a pensionati, dipendenti pubblici e piccole imprese. Tutto ciò configura una politica economica che, lungi dal risolvere i problemi, impoverisce il Paese ed amplifica il divario sociale.

Il sen. Ghigo (PdL), infine, ha evidenziato come il decreto-legge sia un ulteriore tassello dell'insieme di interventi posti in essere dal Governo Berlusconi per tutelare i risparmiatori, incrementare gli ammortizzatori sociali, evitare strette creditizie ai danni di famiglie ed imprese, rilanciare la domanda, sostenere le piccole e medie imprese, contrastare l'evasione fiscale. Tutto ciò ha consentito all'Italia di non essere travolta dalla crisi ed oggi la solidità dell'economia italiana è unanimemente riconosciuta da tutti gli organismi internazionali.

(La seduta è terminata alle ore 20:45 )



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