Giovedì 13 Dicembre 2007 - 268ª Seduta pubblica (Pomeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 16:34)

L'Assemblea ha proseguito la discussione generale del ddl n. 1903, che attua il protocollo del 23 luglio 2007 su previdenza, lavoro e competitività per favorire l'equità e la crescita sostenibili, nonché ulteriori norme in materia di lavoro e previdenza sociale. La discussione proseguirà dopo la conclusione della sessione di bilancio.

Quasi tutti gli interventi hanno espresso le posizioni critiche delle componenti della maggioranza che fanno riferimento alla Sinistra Arcobaleno. I senatori Paolo Brutti e Di Siena (SDSE), Zuccherini (RC) e Tibaldi (Verdi-Com), pur riconoscendo la rilevanza e la validità di alcuni contenuti dell'accordo del 23 luglio (in particolare l'abolizione dello scalone, l'estensione dei sostegni nei periodi di disoccupazione, il cumulo dei periodi assicurativi riferiti a differenti regimi pensionistici, il riscatto della laurea a fini previdenziali), hanno giudicando del tutto insoddisfacenti le soluzioni adottate in materia di lavori usuranti e di riduzione delle aree di precarietà. Esse sono il frutto del prevalere delle posizioni imprenditoriali nella trattativa, nella quale il Governo ha lasciato sviluppare il confronto tra le parti invece di sostenere con decisione una linea coerente al programma elettorale. Nel corso dell'esame alla Camera sono state trovate in Commissione soluzioni migliorative all'esito di un lavoro attento e serio, che però il Governo ha dovuto sconfessare ponendo la fiducia sul testo originario su pressione della Confindustria e di alcune componenti della maggioranza. Per la Sinistra arcobaleno si è trattato di una inaccettabile violazione dell'autonomia del Parlamento, che ha fatto seguito ad una concertazione sui generis, con la quale il Governo ha affidato totalmente alle parti sociali una materia sulla quale il Parlamento ha esclusiva prerogativa. Il provvedimento in esame potrà passare solo se il Governo porrà la questione di fiducia, facendo appello al vincolo di coalizione e non certo al consenso sul testo in discussione, che la Sinistra arcobaleno non può dare. Esso tuttavia chiude una fase politica: la verifica di gennaio rivelerà se sono concreti i rischi di dissolvimento della maggioranza e di ulteriore caduta del consenso per il centrosinistra oppure se sarà possibile costruire una nuova unità d'azione imperniata sulla politica sociale, sulla lotta al precariato, sulla difesa del potere d'acquisto di salari e stipendi, sulla sicurezza sul lavoro e sulla produttività del sistema Italia, che va perseguita non puntando solo, come vuole Confindustria, sulla riduzione del costo del lavoro e sulla flessibilità senza tutele.

Il senatore Cabras (PD) ha preso atto che argomentazioni tipicamente usate della destra sulla concertazione come esproprio delle funzioni del Parlamento e sulla rappresentatività delle parti sociali (anche dopo un referendum cui hanno partecipato cinque milioni di lavoratori) sono ora fatte proprie dalla sinistra radicale. In realtà il positivo accordo del 23 luglio affronta il tema del necessario innalzamento dell'età pensionabile introducendo elementi di equità e di solidarietà intergenerazionale e proseguendo negli sforzi per dare maggiori garanzie ai rapporti di lavoro flessibile.

Per l'opposizione, il senatore Novi (FI) ha sottolineato gli effetti negativi delle politiche del Governo, che hanno condotto, rispetto alla precedente legislatura (anni nei quali la sinistra parlava di massacro sociale) ad un peggioramento sostanziale delle condizioni di vita delle classi lavoratrici, alla perdita di reddito dei ceti medi e ad un allargamento della platea fiscale a danno dei ceti più deboli, cui ha invece fatto riscontro una diminuzione del carico fiscale sui grandi gruppi bancari e la grande impresa settentrionale.

Successivamente, il ministro Bianchi è intervenuto sulla vertenza degli autotrasportatori, ripercorrendo le fasi di una trattativa che si è sviluppata fino a giungere nel febbraio scorso all'individuazione di un protocollo d'intesa che è stato poi gradualmente attuato. Il mese scorso, giunti all'attuazione dell'80% del protocollo, alcune organizzazioni sindacali rappresentative dell'autotrasporto hanno accusato il Governo di inadempienza, segnalando gli ulteriori problemi posti dall'aumento del prezzo del gasolio. Il Ministero si è attivato per trovare soluzioni compatibili con la normativa europea che vieta aiuti alle imprese, ma è stato ugualmente proclamato lo sciopero, che è stato attuato in forme non rispettose del codice di autoregolamentazione e tali da configurare il reato di violenza privata. E' stata quindi emanata una ordinanza per la ripresa della circolazione ed è stata consegnata ai sindacati una proposta che costituisce una messa a punto del protocollo di febbraio, integrato con modalità per sterilizzare i costi derivanti dall'aumento del gasolio. Ciò ha favorito la ripresa della circolazione ed una rapida soluzione della grave situazione venutasi a creare nel Paese. Con l'inizio dell'anno si aprirà un nuovo tavolo tecnico per lo studio di una riforma complessiva dell'autotrasporto, che affronterà soprattutto il tema della ristrutturazione aziendale.

Nel conseguente dibattito, il senatore D'Amico (Lib-dem) ha chiesto al Governo di contrastare la tendenza all'illegalità e alla violazione dello Stato di diritto sempre più immanenti nelle dinamiche sociali e di ripensare politiche di intervento pubblico che finiscono per tradursi in incentivi nei confronti di un settore frammentato, costoso, non competitivo e causa di seri danni ambientali. I senatori Girfatti (DCA-PRI-MPA) e Malan (FI) hanno criticato il Governo per essere giunto con colpevole ritardo a concessioni limitate che avrebbero consentito di evitare al Paese gli inutili ma rilevantissimi danni subiti nei giorni scorsi. I senatori Paolo Brutti (SDSE), Bonadonna (RC) e Mazzarello (PD) hanno lodato il Governo per lo sforzo di affrontare i problemi del comparto pur in presenza di forme di lotta eccessive e pericolose, ma hanno chiesto che si intervenga sul sistema delle tariffe, si favorisca la ristrutturazione aziendale e si approvi un piano dei trasporti che privilegi l'intermodalità. Per il senatore Divina (Lega) la vicenda è la dimostrazione ulteriore dell'avversione della sinistra al settore autonomo, che invece deve essere messo nelle condizioni di competere sul mercato. Il senatore Saporito (AN) ha giudicato non veritiera la ricostruzione fatta dal Ministro che ha dovuto fare marcia indietro dopo aver tentato di imporre alla trattativa un esisto contrario agli interessi di una categoria che protestava per aver visto disattesi gli accordi precedentemente assunti ed il livello di risorse anteriormente concordato.

(La seduta è terminata alle ore 19:15 )



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