Comitato per le questioni degli italiani all'estero

Attività

Missione in Australia

7-17 settembre 2004

Nel corso degli incontri avuti con i rappresentanti e gli esponenti della Comunità italiana, sia nelle occasioni istituzionali che in quelle meno formali, sono emerse alcune questioni particolarmente importanti per la collettività in Australia, molte delle quali sono rilevanti per l'intera comunità degli italiani residenti all'estero.

La riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana - dopo che anche l'Australia (a partire dal luglio 2002) ha introdotto nel proprio ordinamento il riconoscimento della cittadinanza multipla - è la richiesta più forte che arriva dalla comunità italo-australiana. Il 9 aprile 2002 il Governatore Generale ha firmato la legge che di fatto elimina l'art. 17 dell'Australian Citizenship Act rendendo possibile l'acquisizione di una seconda cittadinanza senza porre a rischio il possedimento di quella australiana. Questo passaggio rende possibile il riacquisto della cittadinanza italiana ed il mantenimento di quella australiana, ipotesi non più realizzabile a causa della chiusura dei termini per il riacquisto, scaduti il 31 dicembre 1997. Nella comunità italiana è quindi oggi fortemente sentita la richiesta di riaprire i termini per il riacquisto della cittadinanza italiana.

Il completamento e l'aggiornamento dell'anagrafe consolare, il lavoro di trasmissione dei dati ai Comuni per l'aggiornamento dell'AIRE, la verifica ed il monitoraggio del lavoro svolto dai Comuni sono obiettivi, in larga misura, ancora da realizzare. Dal futuro di questo capitolo dipende in larga misura il successo dell'esercizio del diritto di voto da parte dei nostri connazionali residenti all'estero. Occorre trovare le risorse per prorogare i contratti a tempo determinato e, nello stesso tempo, per potenziare la rete consolare. In Australia queste due esigenze hanno la stessa importanza. Una rete consolare efficiente deve essere composta da personale di ruolo di elevata capacità, a questo si deve affiancare personale a contratto, di elevata capacità e con approfondita conoscenza della realtà locale.

L'operatività dei Com.It.Es. è messa in crisi dall'esigenza di tagliare la spesa pubblica. I Com.It.Es. hanno subito per il 2004 una forte riduzione del finanziamento.

Tra le cause l'aumentato numero di comitati e la sostanziale erosione di un contributo che oggi dovrebbe essere un finanziamento e che invece rischia di non consentire lo svolgimento delle normali attività di un Comitato.

Il quadro della Convenzione bilaterale in materia di sicurezza sociale sembra essere sostanzialmente positivo. L'attività di supporto e sostegno dei Patronati all'azione di tutela nei confronti dei nostri connazionali non è ancora pienamente riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri. Viene lamentata la mancanza di un accordo che riconosca anche nella sostanza, cioè con il sostegno economico, il lavoro che i Patronati svolgono all'estero. I problemi da risolvere sono ancora tanti: il pagamento delle pensioni INPS deve avvenire con accredito diretto in banca, poiché spesso gli assegni vanno smarriti. Per il pagamento delle pensioni del Tesoro viene ora adottata una procedura di verifica sia dell'esistenza in vita che del mantenimento dello stato vedovile che richiede la compilazione e l'invio di un certificato ogni due mesi, prima della scadenza del pagamento bimestrale. La Comunità chiede una verifica annuale o semestrale.

La tutela della Terza età sta diventando un problema di sempre maggiore attualità. L'invecchiamento della comunità italiana traspare dai dati: il numero degli ultra sessantacinquenni tra i nati in Italia rappresenta la componente più alta (41%). La richiesta di servizi è nei settori dell'assistenza domiciliare, dei centri diurni di assistenza, degli alloggi per anziani. Organizzazioni di assistenza come il CO.AS.IT. rispondono a questa richiesta di servizi con programmi finanziati dal Governo australiano e viene segnalato come in questo settore gli interventi dello Stato italiano sono andati gradualmente diminuendo.

La lingua italiana è di gran lunga la seconda lingua più diffusa in Australia e l'insegnamento della lingua italiana è inserito nell'ordinamento scolastico locale. La realizzazione dei Piani Paese dovrebbe portare ad una maggiore e più precisa destinazione delle risorse ed alla programmazione di veri e propri piani d'intervento, tenendo conto delle singole realtà. I problemi di carattere amministrativo, relativi al forte ritardo nella erogazione dei contributi agli enti gestori debbono essere superati. In questo senso dovrebbe essere esaminata la possibilità di accordo per il riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali. Il Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione non risponde alle esigenze linguistico-formative degli italiani residenti all'estero. La politica linguistico-culturale ha ancora tutte le caratteristiche dell'assistenza e non punta alla formazione in senso compiuto e moderno; le norme attualmente in vigore non sono parte di un progetto globale di promozione linguistico-culturale e quindi evidenzia le carenze del nostro Paese nel dare organicità ad una politica di interventi in questo settore.

Il settore dell'informazione è determinate per rafforzare il legame con le collettività italiane all'estero. In Australia l'informazione si concretizza oggi attraverso una serie di fonti: radio, televisione e carta stampata. Si tratta di una vera e propria rete di informazione che rappresenta un patrimonio storico, culturale e sociale che ha consentito alle collettività italiane d'Australia di progredire ed integrarsi nella società. Sarebbe opportuno modificare le disposizioni che regolano l'erogazione dei contributi alla stampa italiana all'estero e, nello stesso tempo, inserire gli audiovisivi e l'editoria elettronica tra le nuove realtà che necessitano di sostegno dall'Italia. Rai International è sempre più distante dal raggiungere gli obiettivi minimi che si era data con le comunità italiane nel mondo. È necessario ripensare Rai International. La Rai deve garantire a Rai International le strutture editoriali ed organizzative necessarie ad assolvere i compiti "istituzionali" che derivano sia dall'impostazione complessiva delle politiche del Governo nel settore dell'informazione nel mondo che dalle aspettative delle comunità italiane all'estero. Rai International non può che essere lo strumento internazionale della Rai attraverso il quale - anche se non esclusivamente - si produce informazione "globale" e si trasmette e crea l'immagine ITALIA. Il potenziamento delle strutture di Rai International deve consentire l'articolazione di palinsesti mirati per le varie zone e fasce orarie del mondo.

L'esigenza di rafforzare i rapporti politici, sociali, culturali e commerciali esistenti tra l'Italia le collettività italiane all'estero deve trovare spazi di realizzazione anche attraverso un nuovo e maturo rapporto con le Regioni. In questo settore l'aspetto centrale deve essere quello del coordinamento. Alle Regioni si chiede di garantire adeguati strumenti di sostegno delle proprie collettività all'estero sia attraverso le associazioni regionali che nella realizzazione di iniziative congiunte con altre Regioni. Sarebbe opportuno rendere maggiormente visibile, attraverso propri uffici di rappresentanza, il contributo delle Regioni al rafforzamento dell'immagine Italia all'estero, ma anche definire progetti mirati alla piccola e media impresa affinché anche queste possano accedere al mercato globale o migliorare la loro competitività facendo leva anche sulle comunità italiane all'estero.


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