Odg per la seduta n. 211 della commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare
SENATO DELLA REPUBBLICA
------------------- XVIII LEGISLATURA --------------------


9ª Commissione permanente
(AGRICOLTURA E PRODUZIONE AGROALIMENTARE)


**211ª seduta: martedì 18 gennaio 2022, ore 15,30

ORDINE DEL GIORNO

SINDACATO ISPETTIVO

Interrogazioni
interrogazioni svolte

IN SEDE REDIGENTE

I. Seguito della discussione dei disegni di legge:
1. Deputato GALLINELLA ed altri. - Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta, a chilometro zero o utile (Approvato dalla Camera dei deputati) - Relatore alla Commissione BERGESIO
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 8ª, della 10ª, della 13ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(878)
Seguito discussione e rinvio
2. Rosa Silvana ABATE ed altri. - Disposizioni in materia di trasparenza delle pratiche commerciali della filiera agrumicola e di elaborazione dei costi medi di produzione dei prodotti ortofrutticoli - Relatrice alla Commissione LEONE
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 10ª, della 11ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(1583)
Seguito discussione e rinvio
3. Deputato LIUNI ed altri. - Disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico (Approvato dalla Camera dei deputati) - Relatore alla Commissione LA PIETRA
(Pareri della 1ª, della 2ª, della 5ª, della 6ª, della 8ª, della 10ª, della 12ª, della 13ª, della 14ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(2009)
Seguito discussione e rinvio
4. VALLARDI ed altri. - Disposizioni in materia di riconoscimento della figura di agricoltore custode dell'ambiente e del territorio - Relatore alla Commissione ZULIANI
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 13ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(2023)
Seguito discussione e rinvio
5. STEFANO ed altri. - Ordinamento della professione di enologo e della professione di enotecnico - Relatrice alla Commissione NATURALE
(Pareri della 1ª, della 5ª, della 6ª, della 7ª, della 10ª, della 12ª Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(2118)
Seguito discussione e rinvio
II. Seguito della discussione congiunta dei disegni di legge:
1. MOLLAME ed altri. - Disposizioni per la ricerca, raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi destinati al consumo
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 6a, della 7a, della 10a, della 12a, della 13a, della 14a Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(810)
2. TARICCO ed altri. - Norme in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 6a, della 7a, della 10a, della 12a, della 13a, della 14a Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(918)
3. BERGESIO ed altri. - Disposizioni in materia di cerca, raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi destinati al consumo
(Pareri della 1a, della 2a, della 5a, della 6a, della 7a, della 10a, della 12a, della 13a, della 14a Commissione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali)
(933)
- Relatore alla Commissione VALLARDI
Seguito discussione congiunta e rinvio


INTERROGAZIONI ALL'ORDINE DEL GIORNO


BERGESIOVALLARDIBRUZZONERUFAZULIANIPIZZOL - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, della transizione ecologica e della salute

Premesso che:

il caso accertato di peste suina africana ad Ovada (Alessandria) e gli altri due casi in attesa di conferma, uno sempre in Piemonte e l'altro in Liguria, destano grave preoccupazione in merito al rinvigorirsi dell'emergenza, da tempo denunciata dagli interroganti, relativa al proliferare incontrollato della fauna selvatica;

le criticità legate alla diffusione della fauna selvatica, se non affrontate in maniera efficace e tempestiva, rischiano di sfuggire dal controllo, determinando seri danni per gli agricoltori e gli allevatori e aumentando il rischio stesso di diffusione della peste suina africana, con inevitabili ricadute su tutto il comparto della suinicoltura italiana che rappresenta un riferimento importante per la promozione dell'agroalimentare "made in Italy" in tutto il mondo;

il settore suinicolo in Italia vanta un fatturato di circa 3 miliardi di euro per la fase agricola e di circa 8 miliardi di euro per quella industriale, incidendo per il 5,8 per cento sul totale agricolo e agroindustriale nazionale. Operano nel comparto circa 25.000 aziende agricole, che gestiscono 8,3 milioni di capi, e circa 3.500 aziende di trasformazione. La produzione di carne si aggira intorno a 1,45 milioni di tonnellate. Nel solo Piemonte operano circa 3.500 aziende che producono un fatturato di circa 400 milioni di euro annui;

è evidente che si parla di un settore altamente competitivo che non può essere messo in crisi dall'inerzia nell'approntare un'organica riforma di settore, assolutamente necessaria a risolvere l'attuale stato di emergenza. La stessa 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato, in data 30 giugno 2021, ha approvato una risoluzione sulle problematiche legate all'eccessiva presenza di fauna selvatica che si auspica possa essere quanto prima posta all'esame dell'Aula, affinché il Governo ne dia attuazione;

l'Istituto zooprofilattico di Torino ha confermato che la peste suina non è trasmissibile all'uomo, ma si tratta di una delle più gravi malattie che può colpire la zootecnia ed è altamente trasmissibile tra i suini. Senza le dovute precauzioni, il comparto suinicolo potrebbe rischiare gravi limitazioni, soprattutto sul fronte delle esportazioni;

la grave situazione denunciata rischia di generare un serio danno all'immagine del nostro Paese, divenendo anche un possibile strumento di speculazione economica nei confronti del territorio, andando ingiustamente a colpire gli allevamenti italiani che operano nel rispetto di standard di sicurezza molto elevati, dovuti ai controlli e ai sistemi di tracciabilità attualmente in vigore;

è necessaria un'azione sinergica tra tutti i soggetti a vari livelli coinvolti ai fini dell'adozione di interventi adatti a gestire la situazione attuale, consentendo alle Regioni di attuare piani di gestione e controllo finalizzati ad arrestare il contagio e porre fine ai danni causati dal proliferare della fauna selvatica, che rappresenta una minaccia per il settore primario e per la sicurezza della circolazione stradale e un rischio per la sanità animale,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo vogliano attuare immediatamente tutte le misure necessarie per monitorare l'andamento sul territorio della malattia, ai fini del suo contenimento, rimuovendo prontamente tutti gli ostacoli che attualmente impediscono alle Regioni di attuare i piani di gestione, controllo e contenimento delle popolazioni di cinghiali, riconoscendo inoltre i dovuti ristori agli agricoltori e agli allevatori per i danni subiti dal proliferare incontrollato della fauna selvatica;

se, anche alla luce delle risorse impiegate nel piano nazionale di ripresa e resilienza, non si intenda adottare un piano strategico di rilancio della zootecnia italiana, sostenendo la nascita di progetti di filiera che possano aumentare la competitività del comparto e contribuire alla crescita dell'economia del Paese.

(3-03006)

TARICCO, PINOTTI, NANNICINI, D'ALFONSO, COMINCINI, IORI, FEDELI, ROJC, BITI, VATTUONE, BOLDRINI, ALFIERI, LAUS, PITTELLA, D'ARIENZO, ROSSOMANDO, STEFANO, VALENTE, MARILOTTI, MARCUCCI, COLLINA, MARGIOTTA, FERRAZZI, MANCA, GIACOBBE - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali

Premesso che:

la peste suina africana (PSA) è una malattia virale che colpisce i suini domestici e quelli selvatici, causando livelli di mortalità fino al 100 per cento nelle popolazioni di suini colpite. La PSA è estremamente pericolosa per i suini in quanto risulta fortemente resistente nell'ambiente, così come nei prodotti contaminati;

il virus, oltre a muoversi per contiguità, è anche capace di compiere veri e propri "balzi" e trasferire la malattia a centinaia di chilometri dal fronte endemico, come dimostrato dalle recenti analisi svolte dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta e confermate dal Centro di referenza nazionale per le pesti suine dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche;

dall'allevamento dei suini è ricavata nel nostro Paese carne di grandissima qualità, materia prima per la realizzazione di molti dei prodotti alimentari che sono vanto del made in Italy nel mondo;

considerato che:

nel corso degli ultimi anni, in Italia, la malattia è stata rilevata unicamente in Sardegna, dove in ogni caso ultimamente si è registrato un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica;

da notizie di stampa risulterebbe che a Ovada (Alessandria) sarebbe stato ritrovato un primo cinghiale morto a causa di una variante del virus della PSA, geneticamente diversa da quella circolante in Sardegna, e corrisponderebbe a quello circolante in Europa da alcuni anni, proveniente dai Paesi dell'ex blocco sovietico, e sarebbero stati rinvenuti ulteriori animali analogamente morti;

sono 54 i comuni piemontesi e 24 quelli liguri ad oggi dichiarati "area infetta" in cui la caccia è stata vietata e dove è stata attivata la massima vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone, come conseguenza del ritrovamento dell'esemplare di ungulato morto sul territorio alessandrino;

rilevato che:

l'impatto della PSA a livello locale, ma anche globale, è impressionante e sta cambiando i flussi commerciali non solo legati allo scambio di suini vivi, di carni e prodotti derivati, ma anche ai mangimi e alle fonti alimentari proteiche alternative;

una crisi legata ad un'emergenza PSA, in questo momento, potrebbe rischiare di portare danni ingentissimi al settore zootecnico suinicolo e a tutta la filiera connessa nel nostro Paese;

risulterebbe da notizie di stampa che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali aveva già provveduto a redigere un decreto deputato a risolvere sia l'emergenza della peste suina africana, sia quella relativa alla fauna selvatica in cui "si intende predisporre misure di prevenzione, di monitoraggio e di controllo relative alla malattia virale, denominata 'Peste Suina Africana' che colpisce suini domestici e selvatici con livelli di mortalità del 100% nelle popolazioni di suini colpite";

lo stesso decreto prevedeva la istituzione presso il Ministero della salute, a supporto di un piano nazionale di eradicazione e sorveglianza della PSA, di un "sistema nazionale di raccolta dati per il monitoraggio dei cinghiali" e di un "Comitato di coordinamento di cui avrebbero dovuto far parte un esperto del Ministro della Salute, con funzioni di Presidente, un esperto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, un esperto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un esperto delle Regioni e Province autonome, un esperto degli Istituti zooprofilattici sperimentali e un esperto dell'ISPRA. Il Comitato avrebbe dovuto avere lo scopo di assicurare il coordinamento delle attività di monitoraggio e valutare l'efficacia delle misure adottate dalle Regioni e Province autonome attraverso il Piano regionale di gestione e controllo del cinghiale";

il 30 giugno 2021 la 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sui danni causati all'agricoltura dall'eccessiva presenza della fauna selvatica, ha approvato un'articolata risoluzione nella quale si chiedeva una serie di interventi per affrontare l'emergenza causata dall'eccessiva presenza di animali selvatici e per rendere più efficaci le azioni di controllo in particolare sul cinghiale, anche perché "il numero sproporzionato di cinghiali aumenta in modo esponenziale i rischi di introduzione di alcune patologie, come la peste suina africana (PSA), in grado di creare importanti rischi sanitari per la successiva diffusione degli agenti patogeni sia a carico delle popolazioni selvatiche di cinghiale sia a carico di allevamenti di maiali domestici";

come previsto dal piano nazionale per le emergenze di tipo epidemico, sarebbe stato avviato l'insediamento delle unità di crisi a livello locale, regionale e nazionale per l'adempimento delle azioni previste dal manuale operativo e dalle norme specifiche in materia,

si chiede di sapere:

quali siano le valutazioni del Ministro in indirizzo sui fatti esposti e se sia a conoscenza di ulteriori casi di diffusione della PSA in altri ambiti territoriali del Paese;

quali siano le misure già messe in atto e quelle in via di predisposizione per affrontare, con urgenza, l'emergenza causata dal diffondersi della PSA nei 54 comuni piemontesi e nei 24 liguri ad oggi dichiarati "area infetta" e per mettere in sicurezza l'intero settore dell'allevamento suinicolo italiano a fronte dei rischi derivanti dalla possibile diffusione della PSA sul territorio nazionale;

quali iniziative intenda predisporre, anche alla luce della citata risoluzione approvata in Parlamento, al fine di affrontare la problematica dell'abnorme diffusione di ungulati nel nostro Paese, in particolare del cinghiale, tenendo conto dei gravi rischi sanitari generati dalla crescente diffusione della specie Sus scrofa e delle possibili ricadute economiche negative sugli allevamenti, e se, in tale ambito, intenda consentire maggiori strumenti e possibilità di azione agli enti preposti all'attuazione dei piani di gestione e di controllo necessari per arginarne la diffusione della suddetta specie, e ai conduttori dei fondi interessati.


(3-03009)