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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 62 (Nuova Serie), aprile 2021

Biblioteche e archivi a Roma

Archivio e biblioteca dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano

Si ringrazia per il contributo il Dott. Marco Pizzo dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano e Vicedirettore del Museo centrale del Risorgimento di Roma.

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La storia

L'idea di un istituto dedicato alla storia del Risorgimento, nacque alla fine dell'Ottocento con l'obiettivo di documentare le vicende di un periodo che era appena trascorso e che avrebbe visto nei futuri eventi della Prima guerra mondiale, la sua conclusione, considerandola come la quarta guerra d'indipendenza italiana. Nel 1906 Paolo Boselli, Ministro dell'Istruzione, diede il via alla creazione del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, che aveva il compito di «raccogliere, preparare ed ordinare i documenti, i libri e tutte le altre memorie che interessano la storia del Risorgimento» e facilitarne lo studio, al fine di trasmettere alle nuove generazioni gli ideali e lo spirito dei primi "Padri della Patria". Sempre nel 1906 si era formata anche la Società nazionale per la storia del Risorgimento italiano. Si iniziò così a formare un archivio e una raccolta di cimeli. Già nel 1909 era individuabile una Sezione Risorgimento, denominata in seguita Biblioteca del Risorgimento, all'interno della Biblioteca nazionale centrale di Roma, che voleva privilegiare la raccolta di materiali documentari ed archivistici per consentire agli storici, di poter consultare le carte originali riferibili al periodo risorgimentale.

Nel 1911, in concomitanza con le celebrazioni avvenute a Roma per il cinquantenario dell'Unità d'Italia, venne allestita all'interno dei locali del Vittoriano una mostra temporanea sul Risorgimento, con particolare riguardo alla storia di Roma e dello Stato pontificio. La mostra fu soprattutto una presentazione ufficiale del vario ed eterogeneo materiale - documenti, armi, cimeli di vario tipo, stampe, disegni, dipinti e sculture - che era stato raccolto e che sarebbe potuto diventare il punto di partenza del futuro archivio dell'Istituto per la storia del Risorgimento e del Museo centrale del Risorgimento di Roma.

Lo scoppio della Prima guerra mondiale, salutata nel 1915 come la quarta guerra d'indipendenza italiana, aveva richiamato l'attenzione di Paolo Boselli, Presidente del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento italiano, che aveva auspicato «di raccogliere testimonianze e documenti sulla guerra, la quale si presentava come un corollario storico delle guerre per la nostra unità politica». I materiali, che giunsero a Roma tra il 1915 e il 1918, formarono così il cosiddetto Fondo Guerra.

Le attività del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento e la Società nazionale procedevano intanto su binari paralleli. La situazione rimase invariata fino al 1924, allorché si fissarono in maniera più dettagliata gli ambiti e le competenze delle due istituzioni. Il Comitato avrebbe avuto il compito di raccogliere documenti, pubblicazioni e cimeli del Risorgimento, ossia del periodo compreso entro il perimetro cronologico che andava dalla fine del XVIII secolo alla Prima guerra mondiale, al fine di facilitarne lo studio e la conservazione, mentre la Società nazionale, ne avrebbe dovuto favorire in primo luogo la divulgazione. Venne stabilito che le collezioni del Comitato nazionale per la storia del Risorgimento, avrebbero dovuto trovare posto nel monumento al Padre della Patria, anche se veniva lamentato il ritardo nella costruzione degli ambienti interni.

Il 20 luglio 1934 venne istituita la Giunta centrale degli studi storici, della quale faceva parte anche il Comitato nazionale per la storia del Risorgimento. Un anno più tardi, nel 1935, nacque ufficialmente l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano che assumeva i compiti della Società nazionale per la storia del Risorgimento, il Comitato nazionale veniva sciolto e le sue collezioni confluirono, insieme al suo archivio, nell'Istituto che poneva la sua sede negli spazi del Vittoriano.

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La sede

L'Istituto per la storia del Risorgimento italiano ha sede nel complesso monumentale del Vittoriano, le cui vicende si intrecciano con quelle dell'Italia postunitaria. Alla morte di Vittorio Emanuele II, nel 1878, il Governo italiano su proposta del Ministro degli Interni, Giuseppe Zanardelli, stabiliva di erigere a Roma un monumento per commemorare il primo Re d'Italia. Veniva costituita un'apposita commissione con l'incarico di redigere un progetto architettonico e individuare uno spazio idoneo dove potesse essere eretto il monumento. Nel 1882 venne bandito un secondo concorso, riservato soltanto ad artisti italiani che dovevano, nei loro progetti, adattarsi a un programma architettonico più definito. Anche questo concorso non vide però assegnata la vittoria ad alcun concorrente. Vennero allora chiamati i tre architetti che erano stati riconosciuti come i migliori al concorso precedente, Bruno Schmitz, Manfredo Manfredi e Giuseppe Sacconi, e invitati a presentare i loro progetti. Nel giugno del 1884 fu scelto il progetto dell'architetto Sacconi. Il 4 giugno 1911 in occasione dell'Esposizione internazionale per le celebrazioni del cinquantenario dell'Unità, si svolse l'inaugurazione del monumento alla presenza del re Vittorio Emanuele III. Nel 1921, nella cripta ideata dall'architetto Armando Brasini, venne tumulata la salma del Milite Ignoto, mentre tra il 1925 e il 1927 vennero posizionate sui propilei, la Quadriga dell'Unità di Carlo Fontana e la Quadriga della Libertà di Paolo Bartolini. Con l'aggiunta di una nuova ala, costruita da Armando Brasini nel 1935, la fabbrica del monumento poteva dirsi conclusa.

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L'archivio e i suoi fondi

L'Archivio del Museo centrale del Risorgimento (sigla archivistica MCRR), che è parte integrante dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, si presenta come un complesso di documenti estremamente vario, all'interno dei quali è possibile individuare collezioni, archivi di persone e fondi diversi. Il primo nucleo di documentazione dell'Archivio del Museo centrale del Risorgimento, proviene dalla Sezione Risorgimento che si costituì all'interno della Biblioteca nazionale di Roma alla fine del XIX secolo, con lo scopo di raccogliere tutta quella documentazione che, mediante lasciti, acquisti e acquisizioni successive, si era venuta formando. La ricchezza dell'archivio è costituita, non solo dalla quantità delle carte custodite (oltre un milione di documenti), ma anche dalla eterogeneità dei materiali documentari, che si prestano a rappresentare una sorta di "campionario tipologico" del documento dell'età otto/novecentesca (lettere, circolari, avvisi a stampa, manoscritti, manifesti, discorsi e proclami, diari e memorie, giornali di viaggio, cartamoneta, collezioni di cimeli, album di ricordi e album d'onore).

Completa l'archivio la sezione iconografica del Museo centrale del Risorgimento, composta da un insieme di circa 30.000 incisioni, disegni e materiali figurativi, di 75.000 fotografie tra positivi e negativi databili tra la prima metà dell'Ottocento e il secondo decennio del Novecento. All'interno di questo consistente materiale storico-documentario, possono essere individuati dei fondi omogenei, per tipologia o soggetto:

- Fotografico ritratti: questo fondo è composto di circa 4.000 fotografie, in formato carte de visite e cabinet, che ritraggono personaggi italiani e stranieri, legati alla storia e alla cultura dell'Ottocento e del primo Novecento;

- Fondo stampe e disegni: all'interno di questo fondo eterogeneo (circa 30.000 tra incisioni, disegni e altri materiali figurativi) sono presenti molti materiali fotografici. Si tratta in genere di vedute raffiguranti gli scenari del Risorgimento (come nel caso delle fotografie scattate a Palermo nel 1860 poco dopo lo sbarco nell'isola dei Mille di Garibaldi), di panorami delle prime imprese africane o di fotografie scattate durante la Prima guerra mondiale;

- Fondo guerra: composto da fotografie sia in positivo che negativi; fascicoli personali dei caduti e altri documenti che illustrano varie fasi e momenti del primo conflitto mondiale (il Fondo guerra è consultabile anche sul portale www.14-18.it).

Fanno parte integrante dell'archivio: la Biblioteca storica Nelson Gay; il Fondo miscellanee storiche e ritagli stampa e la Sezione periodici.

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La Biblioteca storica

La Biblioteca dell'Istituto è composta principalmente dai materiali librari che sono pervenuti all'Istituto tra il 1935 e il 1970. Si tratta principalmente di volumi di corredo della ricerca archivistica o che hanno utilizzato materiali del Museo. Una sezione a parte è costituita dai periodici correnti italiani e stranieri che si occupano di storia e storiografia.

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Modalità di consultazione ed orari

L'Archivio dell'Istituto è consultabile sul sito: http://www.risorgimento.it/

In sala studio è possibile consultare gli schedari cartacei originali che sono articolati in: documenti; materiali a stampa; per soggetto; periodici; schedario iconografico.

Orari:

lunedì, giovedì e venerdì 9.00 - 13.30

martedì e mercoledì 9.00 - 17.30

Archivio

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