Cerimonia conclusiva del Centenario della Fiera Campionaria di Padova
09 Giugno 2019
Autorità,
Signore e Signori,
è con sincero orgoglio che vi porto il mio saluto personale e dell'istituzione che rappresento in occasione della cerimonia conclusiva di questa entusiasmante settimana di fiera. Una settimana in cui Padova - la nostra città - è stata meritoriamente protagonista dello scenario nazionale e internazionale.
Desidero rivolgere un particolare saluto al Sindaco Sergio Giordani e al Presidente della Provincia Fabio Bui, ringraziandoli per il sostegno che le Istituzioni locali hanno sempre garantito a questa manifestazione.
Un saluto che ho il piacere di estendere al Presidente della Camera di Commercio Antonio Santocono e al Presidente di GEO Andrea Olivi, congratulandomi per il successo riscosso da questa edizione del centenario.
Quelle che oggi si concludono sono state giornate intense e ricche di avvenimenti che hanno coinvolto tutta la cittadinanza e i tanti ospiti venuti da tutto il mondo per visitare la fiera e, con l'occasione, scoprire le bellezzedelle nostre terre.
Così come ricco e articolato è stato il panorama espositivo: dall'edilizia al mobile e al design; dall'automobilismo alla moda e alla cosmetica; dallo sport ai servizi per il turismo e per l'attività ricreativa e culturale.
Molti sono stati gli spettacoli allestiti nei padiglioni e negli spazi all'aperto, così come gli appuntamenti dedicati alla nostra tradizione enogastronomica.
Ogni singola giornata di fiera ha permesso di raccontare al mondo la storia di un Paese che ha voglia di fare, di fare bene, e di guardare al futuro con intraprendenza efiducia nelle proprie capacità.
Ma questa è la fiera del centenario.
Una ricorrenza prestigiosa e importante che non può non farci riflettere su cosa ha rappresentato la sua prima edizione, inaugurata solo pochi mesi dopo l'armistizio - firmato sempre qui a Padova - che ha posto fine alla Prima Guerra Mondiale.
In quel contesto di devastazione e di forti lacerazioni, l'intuizione di un uomo - Ettore Da Molin, allora Segretario della Camera di Commercio patavina - è diventato un progetto ambizioso e lungimirante: l'idea è diventata ferma volontà.
E quella volontà si è concretizzata in una incredibile capacità realizzativa che ha consentito di allestire, con eccezionale rapidità e per la prima volta in Italia, un evento espositivo di respiro internazionaleche ha letteralmente invaso la città, donandole nuova vita.
Fu quello uno dei primi passi che diedero impulso a una nuova stagione di relazioni economiche e diplomatiche quanto mai necessarie per avviare la ricostruzione del nostro Paese.
Soprattutto fu un forte messaggio di pace e di rinnovata collaborazione tra i popoli.
Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza il contributo delle istituzioni locali, degli enti di categoria, delle banche cittadine e di tutti coloro che hanno fortemente creduto in quell'idea e l'hanno sostenuta con convinzione.
In questi cento anni, il nostro Paese ha vissuto profondi cambiamenti sociali, economici e politici: dal fascismo alla nascita della Repubblica; dal boom economico degli anni sessanta alle crisi finanziarie del decennio successivo; dalla guerra fredda al processo di aggregazione e di integrazione europeo, dalle prime comunicazioni radiofoniche e telefoniche ai più sofisticati sistemi informatici di interconnessione globale, solo per citarne alcuni.
Sono cambiate le mode e con esse le richieste e le esigenze dei consumatori. Si è evoluto e specializzato sempre di più il sistema di produzione industriale e di distribuzione commerciale, tanto nei mercati di nicchia quanto in quelli su vasta scala.
È mutato il modo di pensare e di fare impresa, grazie anche all'impiego di tecnologie sempre più all'avanguardia.
Una progressiva trasformazione che ha coinvolto anche settori fortemente legati alle nostre tradizioni culturali, come l'agricoltura e l'artigianato e l'enogastronomia.
Di fronte a questi processi, la Fiera di Padova è sempre stata occasione per dare prova della straordinaria predisposizionedelle nostre realtà economiche di vivere i mutamenti, anticiparli talvolta, per rinnovarsi e continuare ad affermarsi sui mercati.
Una capacità di adattamento che, come ci ricorda la frase di Stephen Hawking scelta per cadenzare il percorso del centenario, è prima di tutto sinonimo di un'intelligenza vivace e creativa.
Allo stesso tempo, le centinaia di iniziative organizzate negli anni all'interno del contesto fieristico hanno costituito preziosi momenti di condivisione e di crescita per tutti coloro che ne hanno beneficiato, per la nostra città e tutto il Paese.
Oggi quindi non si celebrano soltanto cento anni di fiera.
Si festeggiano cento anni di cui essere fieri e orgogliosi.
Ricordare il passato e la storia di questi importanti successi, non deve tuttavia far venire meno le aspirazioni per il futuro che ci attende.
Un futuro ricco di sfide e di opportunitàche abbiamo il dovere di cogliere tenendo sempre presenti i valori racchiusi nell'altra frase scelta per raccontare questo centenario.
"Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare", diceva Albert Einstein.
Ma bisogna lottare con consapevolezza e con grande senso di responsabilità, per preservare le risorse che il mondo ci offre e valorizzarle sempre.
Per questo guardo con molta attenzione lo spazio che questa fiera ha inteso dedicare alle prospettive future, con particolare riguardo allo sviluppo e all'innovazione sostenibile, in armonia con gli obiettivi dell'agenda ONU 2030, tanto nei settori produttivi quanto in quelli dedicati a migliorare la qualità della vita degli esseri umani.
Temi universali e di particolare rilevanza strategica per dare nuova solidità al nostro presente, stimolare l'avvio di una ripresa economica globale oggi più che mai necessaria e costruire insieme nuove opportunità di crescita per tutti e, in particolar modo, per le nuove generazioni.
Grazie a tutti.
Link al discorso: http://www.senato.it/discorso_presidente?atto_presidente=114