Martedì 8 Luglio 2025 - 325ª Seduta pubblica
(La seduta ha inizio alle ore 15:08)
L'Assemblea ha approvato definitivamente il ddl n. 1430 recante disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
La relatrice, sen. Murelli (LSP), ha illustrato il testo, composto di cinque articoli, che mira a rafforzare i diritti dei lavoratori affetti da gravi patologie: l'articolo 1 introduce il congedo non retribuito con conservazione del posto e priorità per il lavoro agile; l'articolo 2 prevede 10 ore annue di permesso aggiuntivo per esigenze sanitarie, anche per genitori di minori malati; l'articolo 3 istituisce un fondo da 2 milioni per premi di laurea in memoria di pazienti oncologici; gli articoli 4 e 5 disciplinano rispettivamente l'adeguamento tecnologico dell'INPS e la clausola di salvaguardia per le autonomie speciali.
Approvato l'articolato, nelle dichiarazioni finali sono intervenuti, a favore del provvedimento, i sen. Daniela Sbrollini (IV), Guidi (Cd'I), Magni (Misto-AVS), Daniela Ternullo (FI-BP), Maria Domenica Castellone (M5S), Clotilde Minasi (LSP), Susanna Camusso (PD) e Paola Mancini (FdI). I sen. di maggioranza hanno lodato il ddl per l'equilibrio tra continuità lavorativa e necessità sanitarie e il valore umano e terapeutico del lavoro. Le opposizioni hanno sostenuto il testo come primo passo positivo, pur evidenziando talune criticità quali mancanza di retribuzione e contribuzione durante il congedo, disuguaglianze tra pubblico e privato e necessità di estendere le tutele. Hanno chiesto misure più inclusive, flessibili e strutturali per rafforzare i diritti dei malati nel mondo del lavoro.
L'Assemblea ha ripreso l'esame del ddl costituzionale n. 1353 recante norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare, approvato in prima deliberazione dalla Camera dei deputati.
Il ddl costituzionale, di iniziativa governativa, interviene sulla seconda parte della Costituzione e si compone di 8 articoli, che introducono modifiche agli articoli 87, 102, 104 e seguenti. (v. comunicato n. 321).
Nella seduta del 3 luglio scorso è iniziata l'illustrazione degli emendamenti riferiti all'articolo 3, che si è conclusa oggi. Tutti gli emendamenti votati sono stati respinti. I sen. dei Gruppi M5S, PD, AVS e IV intervenuti si sono soffermati in particolare sull'introduzione del sorteggio, uno dei punti più contestati della riforma, come metodo per la selezione dei membri del CSM, sia per la componente togata che per quella laica. In particolare i sen. Bazoli, Giorgis, Nicita (PD), Felicia Gaudiano (M5S) e De Cristofaro (AVS) hanno definito il sorteggio uno strumento inadatto e pericoloso per un organo costituzionale così rilevante, ritenendolo una scelta di sfiducia nei confronti della magistratura, che invece di essere riformata attraverso criteri di merito, trasparenza e responsabilità, viene delegittimata con un metodo casuale: anziché contrastare il correntismo e i blocchi di potere interni alla magistratura, il sorteggio potrebbe addirittura cristallizzarli, impedendo ogni forma di controllo democratico e confronto pluralista. Le sen. Musolino (IV) e Valente (PD) hanno altresì denunciato la totale assenza di misure volte a garantire la parità di genere all'interno degli organi previsti dalla riforma, chiedendo l'introduzione di una norma esplicita per colmare questo divario. In rappresentanza della maggioranza, il sen. Malan (FdI) ha respinto le accuse di sfiducia nella magistratura, sostenendo, al contrario, piena fiducia nella capacità di ogni magistrato di ricoprire ruoli di responsabilità, incluso il CSM. Ha quindi richiamato le gravi criticità denunciate nel libro di Palamara, sottolineando la necessità di superare quel sistema in nome della trasparenza e del merito.
In apertura di seduta, i sen. Patuanelli (M5S), Giorgis (PD), De Cristofaro (Misto-AVS), e Silvia Fregolent (IV) hanno contestato il contingentamento dei tempi, deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, per l'esame del ddl costituzionale in materia di ordinamento giurisdizionale, definendolo una forzatura antidemocratica su una riforma costituzionale delicata e denunciando con forza l'assenza di dialogo, il rifiuto di mediazione e l'uso di strumenti procedurali per zittire il confronto. Il sen. Gasparri (FI-BP) ha difeso il percorso della riforma, richiamando il lungo iter parlamentare e le numerose sedute e audizioni svolte, e rivendicandone la legittimità politica come parte del programma di governo.
(La seduta è terminata alle ore 20:19 )





