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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 57 (Nuova Serie), giugno 2020

La Biblioteca della Fondazione Marco Besso

Si ringrazia la dottoressa Antonella Ferro, bibliotecaria della Fondazione Marco Besso, per il contributo da lei curato nonché la Presidente della Fondazione Prof.ssa Gilda Bartoloni e il Consigliere Dott. Lucio Riccetti che ne hanno autorizzato la pubblicazione.

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Cenni storici

La storia della Biblioteca Marco Besso, e della omonima Fondazione di cui è parte integrante, è strettamente legata alla vita di Marco Besso che istituì la Fondazione come ente morale nel 1918.

È una biblioteca specializzata con sezioni tematiche che rispecchiano gli orientamenti e gli interessi del suo fondatore. Per poterla conoscere è necessario, quindi, delineare, seppure brevemente, la vita di Marco Besso per capire le motivazioni culturali e sentimentali che lo spinsero alla creazione della sua magnifica e preziosa biblioteca.

Nato nel 1843 a Trieste da una agiata famiglia ebraica di commercianti, appena sedicenne, interruppe gli studi per un dissesto familiare e si impiegò presso una compagnia di assicurazioni a Lubiana e poi ad Innsbruck. Nel 1863 fu assunto dalle Assicurazioni Generali di Venezia, e, inviato a Roma per concludere una lunga e difficile trattativa con il Ministro degli Interni Pontificio per l'assorbimento della "Privilegiata Società Pontificia delle Assicurazioni", vi rimase fino al 1866. Nacque in quel periodo la sua appassionata devozione per la città di Roma che considererà sempre sua patria di adozione e nella quale si stabilirà definitivamente nel 1890 anche per ricoprire i vari incarichi dirigenziali all'interno delle Assicurazioni Generali fino a diventarne presidente nel 1909. Visse gli anni del grande fermento risorgimentale, morale e culturale del Paese. Raccolse fondi per i mazziniani e sostenne il Comitato Nazionale Romano tanto da meritarsi, nel 1875, la medaglia di benemerito per la liberazione di Roma.

I suoi valori laici e repubblicani lo avvicinarono a grandi figure come quella di Ernesto Nathan, primo sindaco laico, mazziniano, della città di Roma (1907-1913) con il quale condivideva i grandi slanci progressisti, una politica di valorizzazione della città e un'attenzione particolare all'istruzione dell'infanzia e alla formazione professionale. Assecondò e promosse i grandi cambiamenti del suo tempo con spirito innovatore ma, nello stesso tempo, con attento sguardo al passato.

Uomo di profondo intuito incarnò tradizione e innovazione sia nei suoi studi personali che nei suoi incarichi professionali. Infatti, i suoi interessi, oltre che nello specifico campo lavorativo delle assicurazioni e dell'analisi economica, erano rivolti anche alla letteratura. Gli studi umanistici, interrotti in giovane età per motivi economici, proseguirono da autodidatta dedicandosi alla conoscenza delle opere del passato. L'incontro con Niccolò Tommaseo lo appassionò allo studio di Dante e lo scrittore rimase così colpito dalla preparazione culturale di Besso da fargli dire: «Ecco finalmente un umanista in carne ed ossa che ha pratica di affari come i Medici del Cinquecento». Pubblicò diverse opere, molte attinenti al suo lavoro e altre ai suoi interessi personali. Per citare le più importanti ricordiamo Roma e il Papa nei proverbi e nei modi di dire, La fortuna di Dante fuori d'Italia, Philobiblon ispirato a Richard de Bury, grande bibliofilo e vescovo di Durham del XIV secolo e Encomium morias di Erasmo da Rotterdam.

Nei libri trovò sollievo e conforto per la perdita dei suoi affetti più cari e la sua collezione si ampliò alla ricerca di opere importanti e necessarie per i suoi studi, così, infatti, scrisse nella sua Autobiografia pubblicata postuma nel 1925: «Ognuna delle mie pubblicazioni si riallaccia ad una sezione della mia Biblioteca e non so più se sono le raccolte che mi hanno condotto a formare i miei libri, o se è stata la preparazione di questi che mi ha condotto a raccogliere i materiali. Il vero è che le due direttive si sono intrecciate reciprocamente spingendomi». L'amore per i libri lo accompagnò nell'acquisto di preziosi e prestigiosi esemplari, molte edizioni del Cinquecento e del Seicento, edizioni rare, alcuni incunaboli, con lo scopo di diffondere la cultura secondo i suoi orientamenti e affinché la biblioteca fosse messa a disposizione di studiosi e accresciuta nel tempo con ulteriori acquisizioni.

L'aspirazione di Marco Besso, le sue precise volontà di condividere con altri studiosi quanto con strenua e determinata passione aveva raccolto negli anni e di accrescerne il valore non sono state disattese e gli studiosi trovano ancora oggi opere di indubbia rarità altamente specialistiche. Marco Besso morì a Milano, lontano dalla sua amata Roma, nel 1920.

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La sede

La Biblioteca si trova al primo piano di Palazzo Besso in Largo di Torre Argentina, una zona di particolare rilievo storico e monumentale di Roma. Si hanno notizie della presenza dell'attuale palazzo Besso sin dal secolo XV quando avevano qui le loro case i Rustici, ricca famiglia romana. Nel 1606 Francesco Rustici fu costretto a vendere l'intero palazzo al cardinale Ottavio Paravicini, il quale lo ingrandì e abbellì, specialmente nella parte verso l'attuale via dei Cestari. I documenti di tali lavori riportano i nomi di padre Domenico Paganelli, architetto e domenicano attivo anche al Palazzo Apostolico, e forse Carlo Maderno che, pare, abbia eseguito il portale verso la chiesa delle Stimmate. Inoltre commissionò ad alcuni pittori la decorazione del salone in direzione della chiesa.

Nel 1620 il palazzo passò al banchiere Settimio Olgiati, poi a suo figlio Giovanni Battista, che dal 1636 lo affittò alla famiglia fiorentina degli Strozzi che lo acquistò nel 1649. Il cospicuo patrimonio della famiglia, incrementato anche da mirati e vantaggiosi matrimoni, permise l'ingrandimento e l'abbellimento ulteriore del palazzo. Vi lavorò, tra gli altri, l'architetto Sebastiano Cipriani che ricostruì le facciate esterne per conferire aspetto unitario ai prospetti di due palazzi accorpati sul finire del XVII secolo. Il palazzo raggiunse allora la sua struttura definitiva e complessa con ben quattro cortili e un'ala protesa verso l'attuale largo di Torre Argentina. All'inizio del Settecento il palazzo ospitava il celebre museo di rarità di Leone Strozzi che nel 1682 aveva acquistato la collezione di Francesco Corvino, con reperti naturalistici, etnografici, antichità, e in particolar modo gemme, monete, marmi e conchiglie, nonché molte curiosità scientifiche e archeologiche.

Nell'Ottocento gli Strozzi fecero ritorno a Firenze e abbandonarono il palazzo che fu svuotato di buona parte dei suoi tesori. Nel 1877 per consentire l'ampliamento della intera area di Torre Argentina (prima degli scavi dell'Area Sacra) una parte del palazzo fu addirittura demolita. Solo nel 1882 gli Strozzi vendettero il palazzo alla Banca Tiberina che effettuò importanti lavori di ammodernamento.

Nel 1905 Marco Besso acquistò dalla banca l'intero immobile e riservò il primo piano ad abitazione per la sua famiglia organizzandone la vita intorno alla biblioteca che lascerà poi, insieme alla proprietà di tutto il palazzo, alla Fondazione da lui creata nel 1918. Nel 2018, in occasione del centenario della istituzione della Fondazione, alcuni ambienti sono stati ristrutturati per creare delle sezioni espositive che hanno valorizzato la ricca collezione di oggetti d'arte, dipinti e sculture raccolte nel tempo da Marco Besso e da suo figlio Salvatore (1884-1912). Sono stati inoltre ricollocati nella preziosa sala della biblioteca personale di Marco Besso, con arredi lignei originali di inizio secolo XX, tutti i libri a lui appartenuti e che nel corso degli anni, dopo la sua morte, erano stati in parte, dislocati in altri magazzini.

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Le collezioni

La Biblioteca, come già detto, si è formata a sostegno e strumento degli studi del suo fondatore e per il suo amore di bibliofilo colto e raffinato, è una biblioteca specializzata con sezioni tematiche provenienti appunto dagli specifici orientamenti di Marco Besso. Dopo la sua morte ha continuato ad incrementare le raccolte con acquisti e annessioni di fondi librari donati da studiosi. Il corpus originale è costituito da pubblicazioni di storia risorgimentale, di studi economici, assicurativi e sociali, da un'ampia raccolta di studi sulla città di Roma, edizioni dantesche e paremiologiche. Al suo interno è conservata, inoltre, la biblioteca personale di Salvatore Besso, figlio di Marco, costituita da pubblicazioni e diari di viaggio.

Anche se le nuove accessioni hanno sempre seguito l'indirizzo iniziale, le acquisizioni in blocco, le donazioni ed esigenze nuove di studio e ricerca hanno fatto sì che il campo si ampliasse a nuovi filoni, soprattutto quelli riguardanti l'etruscologia e il Lazio. Ha un patrimonio di oltre 70.000 opere tra monografie ed opuscoli e numerosi periodici. La biblioteca possiede, inoltre, un cospicuo fondo di stampe antiche e fotografie riguardanti monumenti, vedute e luoghi significativi della città di Roma, molti dei quali oggi scomparsi, oltre ad immagini della famiglia Besso e dell'omonimo palazzo presso il quale ha sede.

Il fondo a contenuto storico, sociale ed economico è stato recuperato e ricollocato solo in tempi recenti nella biblioteca storica del fondatore e, pertanto, non esiste al momento un censimento di tali opere. È in corso, pertanto, l'attività di studio ed inventariazione di questa parte del fondo storico.

Le molteplici edizioni antiche, censite in specifici cataloghi pubblicati dalla Fondazione Marco Besso, ed edizioni particolarmente rare sono conservate nelle varie sezioni di appartenenza tematica.

Oltre alle sezioni specializzate, la Biblioteca possiede opere di consultazione generale, repertori, enciclopedie e dizionari, anche storici, quasi tutti a presa libera e collocati nella Sala Lettura.

Numerose le pubblicazioni periodiche (circa 700, di cui un centinaio correnti e tutte inserite nel catalogo nazionale ACNP), molte storiche e di notevole importanza per la conoscenza del periodo risorgimentale e post Unità d'Italia, oltre quelle afferenti allo stesso ambito di ricerca delle monografie.

La "Sezione romana", con le sue numerose pubblicazioni monografiche e i molti periodici specializzati, è una delle raccolte private più cospicue ed importanti in Italia. Conserva volumi di storia, arte, archeologia, urbanistica, storia religiosa e delle tradizioni.

Meritano particolare attenzione le descrizioni e le guide di Roma che Marco Besso, da appassionato bibliofilo aveva riunito ricercandole attraverso antiquari italiani e stranieri anche in altre lingue, molte delle quali da lui stesso perfettamente conosciute. Nel 1992 è stato pubblicato un catalogo specifico della raccolta e nel 2001 è stata data alle stampe una seconda edizione aggiornata (Guide e descrizioni di Roma dal XVI al XX secolo nella biblioteca della Fondazione, a cura di Gaetana Scano).

La "Sezione dantesca" rispecchia gli ideali di Marco Besso, uomo del Risorgimento e dell'unità d'Italia. Egli si dedicò alla ricerca di edizioni delle opere di Dante Alighieri acquisendo incunaboli, cinquecentine e quasi tutte le edizioni moderne italiane e straniere della Commedia, oltre ad opere critiche, repertori bibliografici e periodici specializzati. Nel 1967 è stato pubblicato uno specifico catalogo di tale fondo (Edizioni delle opere di Dante nella biblioteca della Fondazione, a cura di Antonio Martini).

La "Sezione paremiologica" con i suoi oltre 1.000 volumi è tra le più rare e particolari, vi sono infatti raccolti volumi di aforismi e proverbi in lingue e dialetti antichi e moderni europei ed orientali. Anche per tale raccolta nel 2006 è stato pubblicato uno specifico catalogo (Le edizioni paremiologiche nella biblioteca della Fondazione, a cura di Laura Lalli).

La "Sezione Lazio ed Etruscologia" conta oltre 3.000 pubblicazioni e circa 60 periodici che riguardano la storia dei comuni del territorio laziale, gli usi, i costumi e le tradizioni, oltre ad un'ampia raccolta di studi sull'Etruscologia.

Di particolare importanza, per il contenuto e per il prestigio dei volumi in esso conservati, è il "Fondo Goretti" riguardante la Tuscia e proveniente dalla donazione effettuata da Giovanni Battista Goretti, sindaco di Sutri, nel 1926. Contiene oltre 9000 unità bibliografiche e a tale fondo è dedicata una bellissima sala della Biblioteca.

Il "Fondo stampe e fotografie" è formato da un cospicuo numero, circa 10.000, di stampe antiche, fotografie e cartoline con soggetti riconducibili alle raccolte bibliografiche. La maggior parte proviene dalla biblioteca privata di Marco Besso e riguarda la città di Roma, il Lazio, la Tuscia, e la storia dell'arte così da comporre una raccolta omogenea anche a corredo del materiale bibliografico. Nel corso del tempo, con l'acquisizione di altri fondi (come i fondi Consoni e Bedeschi), sono state selezionate le fotografie che, per la loro unicità, rappresentano una preziosa fonte documentaria, soprattutto per quanto riguarda alcuni aspetti dell'urbanistica di Roma, della storia locale, della famiglia Besso, del suo palazzo e delle sue magnifiche sale.

La raccolta riguardante la storia della famiglia e delle attività legate alla Fondazione sono divise in diversi fondi fra i quali quello appartenente a Salvatore Besso (1884-1912) figlio di Marco, una raccolta davvero singolare data la sua attività di inviato in Oriente per il giornale "La Tribuna" con una collezione di 1400 cartoline dal 1895 al 1912.

Dal 1999 la Biblioteca partecipa al Servizio Bibliotecario Nazionale, nel polo delle biblioteche pubbliche statali e, pertanto, tutte le unità bibliografiche sono ricercabile nel catalogo SBN; dal 1994 aderisce al progetto della Bibliografia Romana, una base dati, in cooperazione con altre biblioteche ed istituti presenti a Roma, che rende accessibili tutti i contributi su Roma dal medioevo ad oggi e pubblicati dal 1989; nel 2009 ha preso parte al catalogo URBS, poi URBiS, rete di biblioteche straniere e romane, che riunisce in un unico catalogo di ricerca il patrimonio di tutti gli istituti partecipanti; nel 2004 ha aderito al catalogo nazionale dei periodici ACNP.

La Biblioteca ha in corso la digitalizzazione delle proprie collezioni con l'intento di realizzare una biblioteca digitale accessibile anche da utenti remoti e preservare, nello stesso tempo, quegli esemplari più delicati e/o preziosi.

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Accesso e servizi

La Biblioteca ospita, inoltre, tutti gli eventi che la Fondazione Marco Besso promuove e organizza come mostre, convegni, seminari e presentazioni di libri il cui contenuto riguarda le specializzazioni della Biblioteca stessa.

Dopo un periodo di circa due anni in cui la Biblioteca è rimasta chiusa per una ristrutturazione sistematica delle sale e per consentire una revisione generale delle raccolte bibliografiche, è stata da poco riaperta al pubblico su prenotazione. L'accesso è consentito a studiosi, ricercatori e studenti (a partire dal 18° anno d'età) i cui interessi siano relativi alla tipologia e alla specificità delle collezioni. Per tutte le varie informazioni si rimanda alla consultazione del sito della Fondazione.

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Indirizzo e contatti:

Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma

E-mail: desk.biblioteca@fondazionemarcobesso.net

Sito web: http://www.fondazionemarcobesso.it/

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