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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 20 (Nuova Serie), aprile 2014

Claudio Abbado

Abstract

Claudio Abbado, direttore d'orchestra, è stato senatore a vita della Repubblica dal 30 agosto 2013 al 20 gennaio 2014, giorno della sua morte. Vincitore di premi prestigiosi, insignito delle più alte onorificenze in Italia e all'estero, si è distinto come uno dei maggiori interpreti della scena musicale mondiale, coniugando l'eccezionale talento artistico con una grande passione civile.

Abbado che dirige1. La musica come magia

2. La ricerca della perfezione

3. L'impegno politico e sociale

4. L'incarico parlamentare

5. Riferimenti bibliografici

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1. La musica come magia

Claudio Abbado nasce a Milano il 26 giugno 1933 da una famiglia di musicisti. Fin da giovanissimo condivide con i genitori ed i fratelli (Marcello e Luciana, i maggiori, Gabriele più piccolo di un anno) l'entusiasmo e la passione per la musica: "La nostra casa - ricorda - era piena di strumenti (c'erano perfino due pianoforti!), di allievi della mamma, che insegnava il pianoforte, e di amici del papà che suonavano con lui" (Abbado 2007, p.8). Di carattere schivo e solitario, il piccolo Claudio trascorre un'infanzia infelice: a segnarne profondamente l'animo sarà la guerra (Maraini 1973, p. 138) e il difficile rapporto con il padre, violinista di valore, ma uomo rigido e intransigente. Dal musicista erediterà ad ogni modo una lezione preziosa: "egli mi ha insegnato che accompagnare un discorso musicale significa saperlo sentire attentamente, accettarlo, comprenderlo fin nei suoi angoli più misteriosi" (Abbado 2007, pp. 15-16). Molto più intenso sarà il rapporto con la madre Maria Carmela, pianista e scrittrice di favole per bambini. A lei è legato dalla comune sensibilità e capacità visionaria: "anche la sua fantasia era musica, per me - ricorda -; le chiedevo di spiegarmi tutti i segreti dei suoni che occupavano la vita del papà, e lei sapeva render quel mondo più interessante di una fiaba" (Abbado 2007, p. 8).

La cultura musicale che si respira in casa Abbado si tramuterà per il futuro direttore d'orchestra in un vero e proprio incantesimo all'età di sette anni quando, in occasione di un concerto alla Scala di Milano, ascolterà per la prima volta i "Notturni" di Debussy, magistralmente interpretati e diretti dal maestro Antonio Guarnieri. Da quel momento in poi egli non avrà che un sogno: "poter un giorno ricreare quella magia" (Manin 2003, p. 35). Inizia a studiare pianoforte e composizione, poi entra in Conservatorio continuando da privatista gli studi liceali. A diciannove anni si diploma in pianoforte; in composizione e direzione a ventuno. Grazie all'assegnazione di una borsa di studio biennale, nel 1956 si trasferisce a Vienna dove completa la sua formazione e, tra le diverse possibili opzioni, sceglie di perfezionarsi in direzione orchestrale.

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2. La ricerca della perfezione

Ha inizio così la straordinaria carriera di Claudio Abbado, costellata di successi, di premi e di riconoscimenti dei quali, nel breve scritto che segue, è possibile ricordare soltanto i più significativi. Fin dai primi anni è un susseguirsi di incarichi e di premi prestigiosi: vincitore del concorso Koussevitzky (Tanglewood - USA) nel 1958 e del premio Mitropoulos della New York Philharmonic nel 1963, debutta al Teatro alla Scala di Milano nel 1965 con la Seconda Sinfonia di Mahler e nel 1968 al Covent Garden di Londra con il Don Carlos di Verdi. Nello stesso anno viene chiamato al Teatro alla Scala di Milano come Direttore Musicale: ha soltanto trentacinque anni quando gli viene affidato l'incarico - al quale si aggiungerà a breve quello di Direttore artistico del Teatro - ma egli dimostrerà immediatamente di esserne più che all'altezza. L'esperienza scaligera durerà diciotto anni durante i quali, con il sostegno e l'iniziativa del nuovo Sovrintendente Paolo Grassi, l'artista si potrà esprimere liberamente, operando una vera e propria rivoluzione dei canoni fin ad allora seguiti nell'ambito della programmazione e dell'interpretazione. Decide di ampliare il repertorio inserendo in calendario l'esecuzione di opere poco note di autori classici e di inediti di autori contemporanei la cui novità del linguaggio musicale ritiene possa aprire ad una comunicazione più diretta con la realtà del nostro tempo: "Davanti ai nuovi linguaggi della musica a noi contemporanea - raccomanda ai suoi giovanissimi lettori - a volte mi sono trovato disorientato anch'io, ma non ho voluto chiudere una porta davanti a quanto non riuscivo a capire. Ho cercato sempre di imparare ad ascoltare, nella certezza che questa musica in particolare, come un linguaggio, ci parli del nostro tempo, della nostra storia e di noi." (Abbado 2007, p. 45). Insieme al rinnovamento dell'orizzonte musicale, è in Abbado la costante ricerca di una interpretazione "autentica" della partitura: studia sui documenti originali, spesso vergati dalla mano dell'autore, nel tentativo di riproporre la stessa musicalità immaginata all'epoca della sua creazione. Il risultato sarà una reinterpretazione assolutamente nuova dei capolavori del repertorio classico che conquisterà ben presto l'esigente pubblico scaligero. Anche da un punto di vista sinfonico il Maestro rivoluzionerà gli schemi, internazionalizzando il cartellone ed invitando ad esibirsi alla Scala i maggiori direttori di orchestra del mondo, chiamati a guidare la Filarmonica della Scala, ufficialmente istituita per sua volontà nel 1982. Tutto ciò avviene non senza malumori e forti critiche soprattutto riguardo al valore sociale che egli attribuisce alla musica: con la creazione dei Concerti per studenti e lavoratori nel 1972 Abbado avvicina alla musica le classi meno abbienti, gli studenti, i lavoratori non soltanto attraverso la previsione di una serie di agevolazioni economiche, ma anche portando il repertorio classico fuori della Scala e direttamente nelle fabbriche (all'Ansaldo, alla Breda, alla Necchi di Pavia). È il primo tassello del grande progetto visionario del giovane Maestro che da quegli anni in poi non mancherà di cogliere ogni occasione per far diventare la musica, la cultura, il senso del bello un bene accessibile a tutti, il solo in grado - a suo avviso - di rendere gli individui realmente liberi.

L'attività in questi anni ferve anche oltre confine: nel 1971 è direttore principale dei Wiener Philharmoniker e dal 1979 al 1987 diventerà direttore musicale della London Symphony Orchestra.

Terminata l'esperienza alla Scala nel 1986, lascia Milano per diventare direttore artistico della Staatsoper di Vienna e, un anno più tardi, direttore generale musicale della città con poteri di supervisione e di iniziativa riguardo a tutti gli eventi musicali della capitale: risultato di un tale impegno sarà nel 1988 la fondazione del Festival Wien Modern, manifestazione internazionale dedicata all'arte e alla musica contemporanea. Dal 1989 al 2002 è direttore artistico dei Berliner Philharmoniker succedendo a Herbert Von Karajan, dove continua la sua opera di sperimentazione musicale, intesa come superamento dei confini, come ricerca costante di nuove vie interpretative: "Il bello della musica - confiderà in una delle sue ultime interviste - è che non ha limiti. Si continua ad esplorarla e affiorano idee sempre nuove. L'interpretazione musicale è un viaggio sconfinato." (Bentivoglio 2013).

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3. L'impegno politico e sociale

La grandezza dell'artista è oramai universalmente riconosciuta. Nel 2002 riceve dal Presidente della Repubblica tedesca Johannes Rau la "Bundesverdienstkreuz mit Stern", la più alta onorificenza della Repubblica Federale e quando, nel maggio dello stesso anno, tiene a Vienna il suo ultimo concerto come direttore artistico dei Berliner Philharmoniker, il pubblico commosso lo applaudirà per mezzora e lancerà sul podio più di 4000 fiori.

I segni della malattia che nel 2014 lo porterà alla morte sono già evidenti e Abbado è costretto a limitare il numero dei concerti. Il disagio, tuttavia, non ne affievolisce l'impegno nel diffondere il linguaggio musicale tra i giovani e nell'individuare, tra questi, i talenti del futuro. Già nel 1976 era stato tra i principali promotori dell'istituzione e direttore artistico della European Union Youth Orchestra, un complesso composto da giovani musicisti tra i 14 e i 24 anni provenienti da tutti i paesi della Comunità Europea: fu quella l'occasione per tenere a battesimo uno strumento di inestimabile valore per la formazione di giovani musicisti, in grado di rappresentare il senso di un comune lavoro per il raggiungimento della pace e dell'ascolto tra i popoli. Una prospettiva che il Maestro coltiverà negli anni a venire e che lo condurrà a creare nel 1981 la Chamber Orchestra of Europe e a Vienna la Gustav Mahler Jugendorchester nel 1986, ampliando in quest'ultimo caso il limite comunitario per aprire la formazione agli strumentisti provenienti da ogni parte del mondo: "Dalla loro disponibilità che non conosce limiti, - scriverà riguardo ai giovani orchestrali - dalla loro freschezza di interpretazione, dalla loro passione ho imparato molto, e imparo tuttora cercando di mantenere vivo il rapporto di reciproco apprendimento" (Abbado 2007, p.1).

Ancora nel 2003 fonda la Lucerna Festival Orchestra, un'"orchestra di amici", costituita da musicisti della Mahler Chamber Orchestra, da selezionate prime parti dei Berliner e dei Wiener Philarmoniker e da solisti di fama internazionale. Ma è con l'assunzione della direzione artistica dell'Orchestra Mozart di Bologna nel 2004 che il suo progetto sul valore sociale della musica comincia a delinearsi in modo compiuto: "La musica è necessaria al vivere civile dell'uomo, - dichiarerà il Maestro - perché si basa sull'ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato. La musica è necessaria alla vita, può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi può addirittura salvarla. Per questo motivo da sempre insisto sull'importanza dell'educazione musicale, che in ultima analisi diventa educazione dell'Uomo".

La forma sarà "El Sistema": un metodo educativo di insegnamento musicale inventato nel 1975 dal musicista ed ex economista venezuelano José Antonio Abreu il quale, attraverso l'apertura di una serie di scuole gratuite di musica per la gioventù e l'infanzia, avvicinerà i ceti più poveri alla musica, riuscendo a "togliere dalla strada" una moltitudine di giovani (si calcola abbiano raggiunto nel tempo il numero di due milioni), offrendo loro un futuro alternativo, un modello sociale diverso da quello esistente nei barrios o nelle favelas insieme ad una formazione musicale rigorosa.

Dal 2003 al 2006 Abbado si recherà in più occasioni in Sudamerica: è conquistato dal Sistema di Abreu (L'altra voce della Musica, 2013) e prima a Cuba e poi a Caracas si adopera per creare un'orchestra sinfonica giovanile dell'America Latina, con musicisti provenienti dal Venezuela, da Cuba, dai Caraibi e da altri paesi latino-americani. Nella capitale venezuelana collabora con la Simón Bolívar Youth Orchestra of Venezuela, l'orchestra di maggiore lustro creata da Abreu e dalla quale usciranno giovani musicisti del calibro di Gustavo Dudamel e Diego Matheuz.

L'esperienza sudamericana darà ben presto i suoi frutti: nel 2010 il Maestro si attiverà per la realizzazione di un analogo progetto, il "Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili in Italia" che inizierà la sua attività nel 2011. Contro il disagio sociale, fisico e psichico, contro l'emarginazione dei più deboli, anche qui il "Sistema" si propone di agire richiamando l'attenzione sul valore educativo e sociale della musica, favorendo l'accesso alle strutture ai bambini e ai giovani tra i quattro e i sedici anni d'età appartenenti per lo più alle fasce sociali meno abbienti, a quelle più vulnerabili dei diversamente abili, a coloro che risiedono nelle zone più degradate dell'ambiente urbano. Il messaggio verrà raccolto dal Senato della Repubblica e dal suo Presidente Pietro Grasso che il 15 dicembre del 2013 affiderà proprio all'orchestra del "Sistema italiano" l'esecuzione del tradizionale concerto di Natale.

Accanto all'impegno sociale, è intensa in Abbado la sensibilità ecologista: profondamente convinto dell'importanza della tutela dell'ambiente, egli si batte con forza per la salvaguardia del paesaggio promuovendo campagne per l'istituzione di riserve naturali e progetti di risanamento ambientale nelle città: è del 2011 la proposta, fatta al Comune di Bologna, di realizzare un grande auditorium (Bentivoglio 2011), su progetto dell'amico Renzo Piano, associato ad una scuola di musica immersa in un grande vivaio. Impegno ecologista che lo aveva portato, già qualche anno prima, alla provocatoria richiesta fatta all'amministrazione di Milano di piantare nel centro della città novantamila alberi come cachet da corrispondere per un suo eventuale ritorno alla Scala. La trattativa fallisce, ma Abbado si esibirà comunque nella "sua" Milano per il trentennale della fondazione della Filarmonica: la sera del 30 ottobre 2012 il Maestro torna a dirigere alla Scala la Filarmonica insieme all'Orchestra Mozart di Bologna. Esegue il Concerto n. 1 di Chopin e la Sinfonia n. 6 Tragica di Mahler. Al pianoforte è Daniel Barenboim. Sarà un autentico trionfo (Manin 2012).

L'aggravarsi della malattia nel 2013 lo induce a diradare sempre di più i suoi impegni pubblici. Divide la sua vita tra l'attico nel centro di Bologna e la sua amata villa in Alghero, dove coltiva un giardino rigoglioso di piante, concentrando le sue forze nel seguire la sua creatura più cara, l'Orchestra Mozart di Bologna.

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4. L'incarico parlamentare

Il 30 agosto 2013 il Presidente Giorgio Napolitano nomina Claudio Abbado senatore a vita. In realtà è l'ultimo e il più alto di una serie di riconoscimenti che la Repubblica italiana ha tributato al direttore d'orchestra in ragione della sua grandezza artistica ed infinta passione civile: già nel 1984, negli anni della rivoluzione scaligera, era stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana; 13 anni più tardi l'allora Ministro Veltroni per i Beni e le Attività culturali gli conferiva la Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte.

Il mandato parlamentare, per un uomo non appartenente ad alcun partito, ma pronto a schierarsi pubblicamente a difesa delle cause in cui credeva o a manifestare chiaramente il suo dissenso, avrebbe rappresentato certamente una nuova occasione per proseguire nel suo impegno civile a favore della Musica. L'amico d'infanzia Renzo Piano, come Abbado nominato dal Presidente della Repubblica senatore a vita, ricorda in Aula, nel giorno della Commemorazione, il progetto che il maestro avrebbe voluto realizzare:

"Un giorno mi chiamò e mi disse: «Diventiamo senatori a vita.» Fu un colpo, perché nessuno di noi due - io faccio l'architetto, lui faceva il musicista - ci aveva mai pensato. Ci domandammo, e ce lo siamo domandati sino a pochi giorni fa, come renderci utili in qualità di senatori a vita. Ebbene, Claudio è sempre stato convinto di una cosa, che la bellezza, l'arte, la cultura - non quella paludata, quella con la c maiuscola, ma quella di tutti i giorni, fatta di curiosità, di esplorazione, di ricerca - rendono le persone migliori. […] È sempre stato convinto di una cosa importantissima, di cui anch'io sono convinto: la bellezza salverà il mondo, e lo salverà una persona alla volta. Sì, una persona alla volta, ma lo salverà. Questo è davvero importante, e per questo aveva un'idea fissa che voglio proporre a quest'Assemblea: insegnare la musica nelle scuole italiane. (Generali applausi). Grazie, sono sicuro che questo applauso lo sta ascoltando. (Applausi). Tutte le scuole d'Europa insegnano la musica. Mio figlio più piccolo, che ha 14 anni, va a scuola a Parigi, dove insegnano musica. Ma possibile che noi, in Italia, non insegnamo la musica? Non ci vuole niente, bisogna farlo, perché la bellezza è un giardino straordinario, ma va frequentato da piccoli. Bisogna insegnarglielo subito, finché sono piccoli, perché poi, quando si diventa grandi, insensibili alla bellezza, sembra qualcosa di estraneo, che non ci appartiene più, non ci interessa. Invece è proprio ciò che accende i desideri, che ci dà l'energia.

L'idea di insegnare la musica ai bambini è un'idea straordinaria, semplice. Vi chiedo quindi (io continuerò a farlo, questo lavoro, e continuerò a chiederlo) - anche perché lui, come me, ha sempre avuto una grande considerazione per il Senato: questa è la Camera alta, queste idee nascono e devono trovare forza in questo luogo - di ascoltare questo desiderio, perché ci vorrà un po' di tempo, ma ciò renderà il nostro Paese migliore." (Senato della Repubblica, Assemblea, 23 gennaio 2014, p. 42 e ss.)

Ma troppo breve è stato il tempo concessogli dalla malattia: l'unico atto compiuto durante il mandato sarà la devoluzione della propria indennità di senatore in favore della scuola di musica di Fiesole.

Il mattino del 20 gennaio del 2014 Claudio Abbado si spegne nella sua casa di Bologna. Tra i primi a testimoniare il proprio cordoglio è il Presidente Napolitano, che piange l'amico di antica data e rende omaggio "all'uomo che ha onorato in Europa e nel mondo la grande tradizione musicale del nostro paese, contribuendo in pari tempo con il suo eccezionale talento e la sua profonda sensibilità civile all'apertura di nuove strade per un più ricco sviluppo dei rapporti tra cultura e società. Di qui le motivazioni per il riconoscimento tributatogli con la nomina di senatore a vita."

Il giorno dell'addio, il 27 gennaio, l'Orchestra Filarmonica diretta da Daniel Baremboim esegue la Marcia funebre (Adagio assai) dalla terza Sinfonia «Eroica» di Ludwig van Beethoven: il Teatro della Scala è vuoto, ma le sue porte sono aperte e fuori, commossa, una folla di più ottomila persone segue in silenzio il concerto trasmesso in mondo visione dalla RAI, in ricordo del grande Maestro.

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5. Riferimenti bibliografici

Le opere citate nel testo sono elencate in ordine alfabetico per autore.

Claudio Abbado, La casa dei suoni. Milano, Babalibri, 2007.

Leonetta Bentivoglio, "Ascoltatela la musica è maestra", intervista con Claudio Abbado, "La Repubblica", 12 maggio 2013.

Ead., Bologna. L'Auditorium di Abbado e Piano, "La Repubblica", 19 aprile 2011.

Concerto in memoria di Claudio Abbado, Filarmonica della Scala, Milano, 27 gennaio 2014, trasmesso in streaming dal vivo, [video file], https://www.youtube.com/watch?v=QIY-3-EjxtA&list=TLDJi1Kqdrpefl9wMEtujDh773JAy_095H, (ultima consultazione 7 aprile 2014).

Helmut Failoni, Francesco Merini, L'altra voce della Musica. In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e l'Avana. Milano, Il Saggiatore, 2006.

Dacia Maraini, E tu chi eri? Interviste sull'infanzia. Milano, Bompiani, 1973.

Giuseppina Manin, Abbado: festeggio i miei 70 anni con la nuova orchestra e un film, "Corriere della Sera", 25 giugno 2003.

Ead., Abbado alla Scala, "Corriere della Sera", 31 ottobre 2012.

Senato della Repubblica. Assemblea, Resoconto stenografico. XVII Legislatura, 174° Seduta (ant.), giovedì 23 gennaio 2014.

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