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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
Dieci anni di apertura al pubblico della Biblioteca del Senato
n. 15 (Nuova Serie), giugno 2013

I Fondi antichi e speciali della Biblioteca del Senato: bilancio del decennio 2003-2013

statuto8I "Fondi speciali" della Biblioteca del Senato conservano un patrimonio librario e documentario di notevole interesse storico e bibliologico, entrato in Biblioteca attraverso acquisti, lasciti e donazioni, fin dalla sua fondazione alla metà dell'Ottocento. Tali fondi, che hanno fortemente condizionato l'identità culturale della Biblioteca e la sua missione istituzionale, comprendono diverse migliaia di edizioni antiche, incunaboli e oltre mille manoscritti anche molto pregiati, e rappresentano oggi un patrimonio di fonti di prim'ordine per conoscere la storia politica, giuridica, sociale e culturale del nostro paese, con particolare riferimento alla storia locale.

Per loro propria natura tali raccolte richiamano l'interesse di un pubblico molto più ampio di quello degli utenti strettamente istituzionali della Biblioteca. L'apertura al pubblico della Biblioteca del Senato nel 2003, nella nuova sede di Palazzo della Minerva, ha rappresentato quindi per i Fondi speciali un'irripetibile occasione per dispiegare il proprio valore e realizzare la propria funzione culturale.

Va detto che, già prima di quella data, nel corso degli anni '90 del secolo scorso, in assenza di una sede della Biblioteca che consentisse a un pubblico più ampio di accedere e consultare individualmente tali risorse, si erano comunque avviati alcuni "esperimenti" per dischiudere agli studiosi e ai cittadini la conoscenza di tale patrimonio. Si è seguita la via della pubblicazione e distribuzione di cataloghi speciali in volume, della collaborazione con istituti di ricerca esterni, o ancora dell'allestimento di mostre dei pregiati materiali (in particolare ricordiamo quella sugli Statuti dei Comuni e delle Corporazioni, a Palazzo Giustiniani, nel 1995). Si consentiva anche ad un limitato pubblico di specialisti di accedere ai locali della Biblioteca a Palazzo Madama, per consultare i materiali rari e i tesori bibliografici che vi erano conservati. Si trattava di anni in cui la scelta politica di aprire al pubblico era stata compiuta: Palazzo della Minerva era stato acquisito nel 1991 ed era allora in "preparazione". Aveva dunque preso il via la fase iniziale di un processo che, ancor prima che materiale, è stato politico e culturale, e che ha ben interpretato quella crescente esigenza sociale di aprire le istituzioni e avvicinarle ai cittadini, di inaugurare un nuovo rapporto tra Parlamento e Paese.

Ad ogni modo, pur se preceduta da questi momenti di "comunicazione" con il mondo esterno, l'apertura al grande pubblico della "nuova" Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini", nel 2003, ha comportato una radicale trasformazione. I Fondi speciali hanno dovuto tenere il passo con una Biblioteca che ha progressivamente sviluppato nuove funzioni e servizi, aggiornato le proprie strategie di gestione e conservazione delle raccolte, adottato nuovi strumenti di consultazione e accesso all'informazione, confrontandosi al tempo stesso con utenti sempre più numerosi e diversificati, con aspettative crescenti (e legittime), e tessendo nuovi rapporti con il mondo esterno (quali enti, istituti di ricerca, università), a vari livelli. I Fondi speciali hanno dovuto restare peraltro ben ancorati a un progetto di grande portata che ha condotto, nel 2007, alla fondazione del Polo Bibliotecario Parlamentare italiano nell'ambito del quale, peraltro, a seguito della divisione di competenze, la vocazione storica della Biblioteca del Senato ha avuto un notevole impulso.

In questo quadro il Settore dei Fondi speciali ha realizzato, nell'ultimo decennio, diverse iniziative tese a valorizzare e rendere accessibile lo straordinario patrimonio bibliografico e documentario di sua competenza; ha seguito politiche di acquisizione destinate ad arricchire e integrare i Fondi, in modo da garantire un'ampia copertura disciplinare nelle materie storiche e storico giuridiche; ha sviluppato nuovi strumenti per la fruizione e l'accesso al patrimonio e nuovi canali e strategie di comunicazione con gli utenti (effettivi e potenziali) e con chi richiedesse informazioni a supporto delle proprie ricerche. Si ricordano qui di seguito alcuni aspetti salienti di questo percorso, sottolineando anche come esso abbia sempre beneficiato in questo decennio, come già nel passato, del sostegno dai Senatori della Commissione per la Biblioteca e l'Archivio storico del Senato, nelle varie composizioni che essa ha assunto nell'avvicendarsi delle legislature.

Sul piano dello sviluppo di "strumenti" di accesso e fruizione il principale alleato sono state, naturalmente, le nuove tecnologie della comunicazione e dell'informazione. In linea con lo sviluppo del sito web generale della Biblioteca e con la politica del massimo accesso, e al fine di offrire un miglior servizio alla propria utenza di riferimento, il Settore dei Fondi Speciali ha sistematizzato in una sezione specifica del sito ("Edizioni antiche e Fondi speciali") l'accesso all'insieme delle proprie risorse informative, alla descrizione dei fondi, alle sale di competenza, alle banche dati e ai cataloghi speciali. Le pagine web dei Fondi speciali hanno preso forma in questo decennio in parallelo con il progressivo sviluppo delle raccolte, degli strumenti di consultazione e dei servizi, e rispecchiano bene l'attuale struttura dei Fondi e le attività del Settore che è incaricato di gestirli. Esse forniscono oggi anche accesso diretto ai siti web di numerosi enti culturali, istituti di ricerca e biblioteche affini, per interessi di studio e conservazione, alle raccolte e discipline pertinenti al Settore Fondi speciali.

Nel 2004, in seguito alla digitalizzazione dei materiali antichi e di pregio (dal Fondo statutario e dal Fondo antico di Storia locale), è comparso sul sito il portale specializzato La storia dei Comuni italiani nella Biblioteca del Senato, che consente l'accesso a migliaia di dati e immagini relativi a manoscritti, incunaboli, edizioni antiche e rare, ricercabili attraverso un motore di ricerca collettivo che può interrogare 5 banche dati, simultaneamente o separatamente. E' importante sottolineare come l'adesione al supporto elettronico e digitale integri e sia complementare alla tradizionale produzione di cataloghi in volume altamente specializzati relativi ai Fondi; in taluni casi peraltro la predisposizione di banche dati è servita proprio per aggiornare (e rendere quindi sempre attuali) gli stessi cataloghi tradizionali. Il riferimento, su tutti, è al Catalogo della Raccolta degli Statuti in numerosi volumi, di cui l'ultimo è in fase di redazione, e al data base di aggiornamento dei volumi pubblicati negli scorsi decenni, che negli ultimi anni è stato completato con l'inserimento di oltre 2500 nuove schede.

Sul piano dello sviluppo disciplinare, questo ultimo decennio è stato fortemente caratterizzato dall'integrazione delle raccolte di normativa locale della Biblioteca (statuti dei comuni e delle corporazioni, normativa signorile e statale preunitaria) con importanti fondi di diritto comune, costituiti da edizioni giuridiche antiche dei secoli XVI-XIX. Grazie a questa scelta la straordinaria complessità del sistema giuridico in Italia tra il XII e il XIX secolo è oggi interamente rappresentata nelle collezioni della Biblioteca del Senato. A sancire questo percorso è stata l'acquisizione, nel 2004, della raccolta privata di libri antichi di diritto di Ennio Cortese, preceduta nel 2001 dall'acquisizione del Fondo Filippo Vassalli. Il Fondo Cortese, inoltre, è giunto in Biblioteca corredato da oltre cinquemila opere correnti di dottrina e storiografia giuridica, un ingente patrimonio bibliografico oggi liberamente consultabile (come i Fondi antichi Vassalli e Cortese) nelle sale di storia del diritto di Palazzo della Minerva. Si è verificata dunque, in questi anni, una vera e propria svolta nell'identità disciplinare della Biblioteca, che si pone oggi come luogo di riferimento fondamentale per lo studio della storia del diritto italiano. Tale novità è ben rispecchiata anche nel Regolamento della Biblioteca del 2006 che, innovando le norme precedenti e prendendo atto dell'evoluzione in corso, include esplicitamente le raccolte di diritto comune tra quelle che la Biblioteca "conserva, valorizza e incrementa" nell'ambito delle proprie funzioni istituzionali (Art. 1, comma 3). Del Fondo Cortese la Biblioteca ha pubblicato un catalogo speciale cartaceo come già nel 2000 era avvenuto per il Fondo Vassalli; inoltre, in linea con la politica di massima facilitazione dell'accesso alle risorse, ha anche reso disponibile online, nel 2011, la versione elettronica short-title dei cataloghi dei due pregiati Fondi. Vi si accede dalle pagine web dedicate ai cataloghi dei Fondi speciali. Tra i progetti futuri della Biblioteca potrebbe trovare spazio la creazione di un portale integrato per i fondi di diritto comune, analogo a quello dedicato a statuti e storia locale.

Le politiche di valorizzazione dei Fondi, e la loro "pubblicizzazione", la creazione di nuovi strumenti di accesso, il consolidamento delle raccolte, hanno dato buoni frutti! Un inequivocabile riscontro è infatti l'aumento consistente di richieste di informazioni bibliografiche sui Fondi speciali e sulle discipline ad essi afferenti, e la loro diversificazione interna: al settore dei Fondi speciali non fa più riferimento solo un'utenza altamente specializzata (accademici, ricercatori, cultori delle materie, istituti di studio e conservazione), che comunque, va segnalato, ha avuto un notevole incremento; ad essa si è affiancata un'utenza più composita e meno specializzata, di studenti universitari o, per esempio, di cittadini interessati alla storia del proprio paese o della propria città. Le richieste di informazioni si sono dunque moltiplicate e vanno da quelle più complesse (bibliografiche o nel merito dei documenti) a quelle di primo orientamento sulla consistenza dei Fondi speciali e sulle modalità di consultazione. Questo variegato gruppo di fruitori dei Fondi speciali può ottenere informazioni direttamente in Biblioteca, o telefonicamente o ancora tramite posta elettronica (storialocale@senato.it). L'impegno e la sfida, raccolta con successo, è stata quella di saper adottare linguaggi accessibili anche nella trattazione di materiali complessi, pur senza mai perdere in accuratezza e qualità della risposta fornita.

Accanto all'utenza di riferimento si è progressivamente ampliata anche la rete di istituti e enti con cui si è collaborato in questi anni, consolidando il ruolo della Biblioteca del Senato nel panorama culturale italiano e la sua funzione di punto di riferimento nei settori disciplinari di competenza. Il Settore dei Fondi speciali ha contribuito in tal senso alla redazione e implementazione di bibliografie e cataloghi collettivi online e cartacei (ricordiamo la Bibliografia statutaria italiana 1995-2006), ha curato o partecipato all'organizzazione di convegni, seminari e presentazioni di libri anche di livello internazionale, ed ha contribuito con i propri materiali, ove consentito da opportune misure di sicurezza, a mostre organizzate da enti diversi. Si segnalano, tra i partner, l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico, l'Università di Bologna, l'Istituto storico italiano per il Medio Evo, l'Osservatorio di storiografia giuridica Donne&Diritti (nato all'interno delle Università italiane, vi partecipano docenti di Storia del diritto medievale e moderno). Gli sviluppi tecnologici hanno inoltre consentito di partecipare a grandi progetti nazionali e internazionali di mappatura delle risorse online e delle collezioni digitali, quali CulturaItalia e Michael. L'approfondimento di tali rapporti di collaborazione sarà senza dubbio elemento centrale per le strategie d'azione nel prossimo futuro.

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