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Minerva Web
Rivista online della Biblioteca "Giovanni Spadolini"
A cura del Settore orientamento e informazioni bibliografiche
n. 75 (Nuova Serie), febbraio 2024

I padri della Patria: Camillo Benso, conte di Cavour

cavour1. Profilo biografico

2. Riferimenti e approfondimenti bibliografici

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1. Profilo biografico

Nato a Torino nel 1801, discendente da una famiglia dell'antica nobiltà piemontese, frequentò i corsi della Regia Accademia Militare di Torino fino a diventare ufficiale del Genio, ma già nel 1831 lasciò l'esercito per iniziare una lunga serie di viaggi e soggiorni in Europa, soprattutto in Francia ed Inghilterra. Eletto nel 1848 come deputato nel parlamento del Regno di Sardegna, Cavour si impegnò attivamente a favore delle leggi Siccardi contro i privilegi del clero. Nel 1851 entrò a far parte del governo d'Azeglio come ministro dell'Agricoltura, Commercio e Marina per assumere in seguito anche l'incarico di ministro delle Finanze. Entrato successivamente in contrasto con il d'Azeglio, nel 1852 diede vita al cosiddetto Connubio, alleanza programmatica tra le componenti più moderate della destra liberale e la sinistra piemontese guidata da Rattazzi; ottenuta così la maggioranza parlamentare, Cavour venne nominato Presidente del Consiglio dei Ministri. Durante il suo governo, promosse lo sviluppo economico-industriale del regno attraverso l'ampliamento della rete ferroviaria e stradale, il potenziamento delle strutture portuali di Genova, il sostegno alla produzione agricola, all'industria tessile e all'industria siderurgica. Nel 1855 coinvolse il Piemonte nella guerra di Crimea consentendogli l'anno successivo di partecipare al Congresso di Parigi e di sottoporre all'attenzione dell'Europa la situazione italiana. Ne seguirono gli incontri con Napoleone III, gli accordi di Plombières e l'intervento della Francia a fianco del Piemonte nella Seconda guerra d'indipendenza del 1859. L'inaspettato armistizio di Villafranca provocò le dimissioni di Cavour, ma già agli inizi del 1860 egli riprese la guida del governo, riuscendo a portare a buon fine l'annessione dell'Emilia Romagna e della Toscana al Regno di Sardegna. Controllò dall'esterno la spedizione dei Mille, intervenendo poi prontamente per arrestare la marcia garibaldina su Roma. Proclamato il Regno d'Italia il 17 marzo 1861, Cavour moriva a Torino solo pochi mesi dopo, il 6 giugno.

Ammiratore del liberismo economico e politico inglese, Cavour era convinto della necessità di un coraggioso e tempestivo riformismo, inteso come unico strumento per evitare una pericolosa deriva rivoluzionaria e insurrezionale. Il suo primo intervento nel campo specificatamente politico avvenne con la fondazione nel 1847, in collaborazione con Cesare Balbo, del giornale Il Risorgimento. Qui era apertamente sostenuto il progetto di una monarchia costituzionale e un liberismo del "giusto mezzo", tendente a superare il retrivo conservatorismo della classe allora dominante ma anche, d'altra parte, ad evitare aperture eccessivamente democratiche.

Secondo la formula "libera Chiesa in libero Stato", tutta la politica cavouriana era stata volta a separare nettamente la funzione religiosa, spettante al clero, da quella civile di pertinenza statale. Su questo stesso orientamento, negli ultimi mesi di vita, Cavour aveva avviato una proposta per risolvere la questione di Roma capitale, garantendo al pontefice la piena autonomia e indipendenza nell'ambito spirituale in cambio della rinuncia al potere temporale.

2. Riferimenti e approfondimenti bibliografici

Camillo Benso, conte di Cavour. Percorso bibliografico nelle collezioni della Biblioteca.

Si veda anche, nella sezione "Scaffale della memoria", che pubblica testi rari posseduti dalla Biblioteca, il Memorandum sulla situazione d'Italia, indirizzato da Cavour al governo britannico nel 1859.

Si suggerisce, inoltre, la ricerca nel Catalogo del Polo bibliotecario parlamentare e nelle banche dati presenti sul sito e consultabili dalle postazioni pubbliche della Biblioteca.

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