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Il Presidente: Discorsi

Incontro con il Dalai Lama

Discorso pronunciato nel corso dell'incontro che si è svolto a Palazzo Giustiniani tra il Dalai Lama e i senatori.

Santità,
è un onore per tutto il Senato della Repubblica annoverarla tra i suoi ospiti più illustri. Nel tempo ho avuto modo di incontrarla - ricordo tra l'altro il colloquio dell'ottobre del 2006 - e ciò che più mi ha colpito nella sua instancabile testimonianza nell'esclusivo segno della pace è la straordinaria semplicità con la quale sa raggiungere il cuore di moltissime persone di differenti culture e religioni.

La comunità internazionale celebra i 60 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Chi con la propria testimonianza invita costantemente a riflettere sull'attuazione di quei valori dà un contributo alto alla politica. Se non altro perché la costringe ad interrogarsi. I diritti inviolabili dell'uomo racchiusi in quella carta di valori e di ideali - traducibili nella lotta alla povertà, nella cura delle malattie, nella difesa dell'ambiente, nel rispetto della persona e così via - sono ormai un patrimonio di tutti. Di tutti quelli che operano per testimoniarli e di tutti quelli che avendone consapevolezza sanno per questo di violarli.

Anche la nostra carta costituzionale compie sessant'anni. L'Italia e l'Unione Europea ritrovano nei loro principi fondativi le ragioni di un'azione politica in favore della pace e del rispetto di tutti gli uomini.

La globalizzazione ha segnato l'abbattimento inesorabile di molti confini. Anche di quelli insperati. E non è più solo un processo economico. C'è però una globalizzazione ancora da conquistare: quella che tende alla liberazione dell'uomo, in Europa, come in America, in Africa, in Asia, come in tutti i luoghi del pianeta. La politica deve ritrovare con forza la sua voce. Sembra, a volte, non trovare spazio in questi processi di rapida trasformazione. E dunque si mostra incapace di farsi promotrice della universale difesa della dignità della persona.

Noi, Santità, vogliamo salutarla oggi come uomo di pace e come esempio nobile cui la politica può attingere per farsi azione concreta per l'emancipazione della persona umana. La cultura occidentale, così evoluta nel maneggiare perfette costruzioni filosofiche, forse dovrebbe riflettere di più sulle idealità forti che le sue stesse radici millenarie hanno saputo esprimere con i principi della non violenza. E' anche questo un terreno d'incontro con le sensibilità religiose che ispirano la fede cristiana e la vostra religione.

Quella straordinaria parola sulla quale lei si è soffermato, compassione, è un patrimonio culturale e anche storico della religione cristiana. E' questo, sicuramente, che la sua presenza in questi giorni in mezzo a noi sta porgendo. E noi, Santità, anche per questo la ringraziamo.

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