Il Presidente: Discorsi

Cerimonia per lo scambio degli auguri con le Alte cariche dello Stato

Intervento del Presidente del Senato, Pietro Grasso al Quirinale

16 Dicembre 2013

Signor Presidente della Repubblica,

per me è davvero un onore e un piacere formularLe, in occasione delle feste del Santo Natale e di fine anno, gli auguri più sinceri anche a nome della Presidente della Camera, del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Presidente della Corte Costituzionale, delle Autorità civili e militari della Repubblica e di tutti i presenti.
Quello che sta per concludersi è stato un anno molto complesso a livello istituzionale e politico. Il corso degli eventi successivi alle elezioni ha portato Lei, signor Presidente, a sentire il dovere di accogliere la richiesta, formulata dai leader di un ampio arco di forze parlamentari, di farsi di nuovo carico della gravosa responsabilità del ruolo di Capo dello Stato. Di questo Le siamo tutti profondamente e sinceramente grati.

Signor Presidente, Lei da tempo giustamente richiama le forze politiche a trovare una soluzione condivisa per la riforma della legge elettorale, che è divenuta ineludibile soprattutto dopo che la Corte Costituzionale ha preannunciato l'accoglimento di motivi di censura. La scorsa settimana con la Presidente della Camera dei Deputati si è raggiunta un'intesa che sancisce il passaggio della materia elettorale alla Camera e l'esigenza che il Senato tratti con priorità le riforme costituzionali, in modo che il lavoro delle due Commissioni si possa svolgere in sintonia per garantire un percorso spedito e proficuo dell'impegno riformatore. Ciò presuppone, naturalmente, una netta e decisiva assunzione di responsabilità da parte delle forze politiche.
Come ha più volte ricordato, Signor Presidente, è urgente rivedere il nostro sistema di bicameralismo perfetto. Il Parlamento è chiamato a trovare, nei prossimi mesi, un nuovo e più appropriato equilibrio istituzionale tra Camera e Senato. Inoltre, appare non più rinviabile una revisione organica e coordinata dei regolamenti delle due Camere, che possa assicurare, anche a Costituzione vigente, significativi recuperi di funzionalità in termini di tempo, efficienza ed efficacia.

I Suoi obiettivi, Signor Presidente, sono anche i nostri: per usare le sue parole occorre dare finalmente risposta a quelle "esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti, che si sono intrecciate con un'acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione, con un crescente malessere sociale". Finora invece, sono sempre parole Sue, "hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi." Faremo di tutto - sento di potermi impegnare anche a nome di tutti i presenti - affinché tutto ciò non si ripeta.
Lei è da sempre l'interprete più autorevole di una vocazione europea che è profondamente radicata nella nostra storia perché, come ha ricordato, "l'animo italiano fa tutt'uno con l'animo europeo". Oggi più che mai la costruzione europea è a un punto di svolta. Deve fronteggiare questioni epocali come la crisi economica e finanziaria, e le migrazioni generate da conflitti, instabilità e povertà. Il futuro dell'Unione Europea è minacciato da nazionalismi, populismi e sentimenti di disaffezione e di sfiducia nei confronti di un progetto a volte percepito come lontano dagli ideali iniziali ed incapace di garantire benessere ai cittadini. Al contrario, noi tutti con Lei, anche in vista delle prossime elezioni europee, crediamo fermamente che serva più Europa, più "unione", una vera e propria "controffensiva europeista".

Con questi sentimenti il Paese si prepara alla Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea, nel secondo semestre del prossimo anno. Sarà una presidenza cruciale perché segnerà l'avvio della nuova legislatura europea e l'adozione di un'agenda per i successivi cinque anni che, ci auguriamo, sarà finalmente incentrata sulla crescita economica e sul pieno sviluppo di un'identità comune.
A nome di tutti i presenti, rivolgo un augurio particolare ed esprimo la nostra gratitudine ai militari italiani impegnati nelle missioni internazionali di pace che apportano uno straordinario contributo di professionalità e di umanità alla stabilità geopolitica e alla realizzazione dei diritti fondamentali nelle aree più tormentate del globo.
Auspico che nei prossimi mesi le forze politiche abbiano finalmente quello scatto d'orgoglio cui Lei ha più volte autorevolmente richiamato, per mettere davvero al centro del nostro impegno il lavoro, la crescita, l'istruzione, la ricerca, la cultura, l'ambiente; un nuovo slancio in tema di diritti e la prevenzione della violenza in ogni sua forma. Occorre restituire all'Italia il ruolo che le spetta nel panorama internazionale quale Paese fondatore dell'Unione Europea, cerniera del Mediterraneo e portatore di valori di democrazia, pace e libertà.

La nostra speranza, e sono certo di esprimere il parere di tutti i presenti, è che il clima di sfiducia, di contrapposizione e talvolta di scontro, che si respira forte nel Paese, possa cedere il passo al confronto e al dialogo. La politica deve riaffermare il suo primato attraverso il perseguimento dei suoi doveri principali: la proposta di soluzioni, la ricerca di punti d'incontro, l'impegno alla costruzione del bene comune, la capacità di decisioni lungimiranti e condivise per dare al Paese strumenti e risorse in grado di far avanzare la nostra democrazia e la nostra società.
Con questi sentimenti di speranza e di gratitudine, Signor Presidente, Le rinnovo, a nome di tutti, gli auguri più sinceri.



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