Comunicati stampa del Senato
  • Agosto 2015

    • Giovedì 6

      Il Presidente Grasso su Facebook ricorda Cassarà, Antiochia e il procuratore Costa

      Sono passati 30 anni da quando fu assassinato dalla mafia il Vice Dirigente della Squadra mobile di Palermo Ninni Cassarà. I killer lo attesero sotto casa e spararono più di 200 colpi di kalashnikov; lo uccisero davanti alla moglie Laura e ad una delle sue bambine. Quel giorno perse la vita anche uno dei suoi uomini di scorta, Roberto Antiochia. Cassarà era un formidabile investigatore: aveva, tra le altre cose, partecipato all'operazione "Pizza Connection" e contribuito all'indagine e alla redazione del famoso rapporto "Michele Greco + 161" che costituì il primo atto del maxiprocesso contro la mafia, divenendo un fidato e stimato collaboratore di Falcone e Borsellino.

      5 anni prima, sempre il 6 agosto, Cosa nostra aveva colpito a morte Gaetano Costa, all'epoca Procuratore Capo di Palermo, un ruolo che molti anni dopo avrei avuto l'onore di ricoprire.

      Ricordo questi uomini con riconoscenza, consapevole che il loro straordinario esempio, fatto di una cosciente accettazione dei rischi a cui si sottoposero, ha ispirato decine e decine di loro colleghi che servono ogni giorno i cittadini e il nostro Paese.

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      Hiroshima, 70 anni fa. Il Presidente Grasso su Facebook: "Il mondo da allora non è stato più lo stesso"

      Alle 08:16 di 70 anni fa, in un istante, Hiroshima passò dall'essere un luogo vivo ad un deserto di polvere e morte: decine di migliaia di uomini e donne furono spazzate via da quella terribile esplosione e molte altre, nei successivi decenni, subirono le gravissime conseguenze delle radiazioni. Il mondo, da allora, non è stato più lo stesso: per la prima volta l'uomo aveva realizzato un'arma capace di porre interamente fine alla sua esistenza. Ci sono alcuni momenti che cambiano per sempre il corso della storia: la bomba atomica su Hiroshima è sicuramente uno di questi. Il palazzo che vedete in foto, oggi patrimonio dell'umanità dell'Unesco, fu l'unico a rimanere in piedi nelle vicinanze del luogo in cui esplose l'atomica. E' ancora lì: basta guardarlo per ricordarci, tutti e per sempre, che nessuna ragione può condurci ancora a rinnegare il senso più profondo del nostro essere umani.



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