Il Presidente: Discorsi

Prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo

10 Dicembre 2008

Cari ragazzi, autorità, colleghi parlamentari,
è con grande piacere che partecipo oggi all'inaugurazione dei lavori di questa Prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo. Alla sua organizzazione il Senato ha voluto dare un convinto contributo poiché sentiamo che, con voi e attraverso di voi, la rappresentanza politica nazionale potrà essere rafforzata e resa meglio capace di comprendere la realtà di un mondo senza confini.

Giusto sessant'anni fa, il 10 dicembre del 1948, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approvava la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, proclamando che «la più alta aspirazione dell'uomo è l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo, della libertà dal timore e dal bisogno». Del mondo voi siete i cittadini e di questa aspirazione che anima le nostre coscienze, voi, giovani provenienti da tutti i continenti, siete i migliori testimoni.

Sappiamo quanto il grande progresso economico, civile e sociale del nostro Paese debba ai sacrifici dei vostri padri, di quanti dovettero emigrare. Ma siamo anche consapevoli e orgogliosi del contributo che la nostra emigrazione ha dato e dà allo sviluppo economico e civile di tanti paesi nel mondo. Questo arricchimento reciproco è oggi più che mai una risorsa che va coltivata. E voi giovani riuniti qui per la prima volta nella sede del Parlamento nazionale ne siete le migliori energie.

Da voi in questi giorni, che auspico ricchi di dibattiti e di confronto, aspettiamo idee, stimoli, e- perché no - anche critiche e provocazioni intellettuali. Utilizzando il metodo parlamentare del confronto potrete produrre proposte non preconfezionate, ma frutto del dialogo. Proseguirete i vostri lavori dividendovi in gruppi, e questi, come fanno le nostre Commissioni parlamentari, elaboreranno documenti che dovrete nuovamente discutere e approvare in seduta plenaria. Ed è per questo che, con una scelta lungimirante e fortemente significativa, di cui ringrazio il presidente Fini, vi riunite oggi qui nell'aula del Parlamento nazionale.

Siete arrivati a questo appuntamento dopo una lunga e puntuale preparazione e i temi che avete scelto (l'identità italiana e il multiculturalismo, la lingua e la cultura, l'informazione e la comunicazione, il mondo del lavoro, la rappresentanza e partecipazione) sono le grandi questioni che attraversano la vita delle vostre comunità. Comunità di antica immigrazione, ma anche frutto di nuovi e recenti apporti di ricercatori, professionisti, artisti e lavoratori sempre più qualificati. Voi giovani potrete dunque arricchire il dibattito pubblico con temi nuovi: i temi della nostra Europa senza frontiere e del mondo sempre più globalizzato.

Siete testimoni e protagonisti di un'evoluzione che vogliamo positiva verso una piena integrazione, il superamento dei pregiudizi, la diffusione dei valori del dialogo, del rispetto e della tolleranza, un maturo confronto culturale, una severa condanna di ogni forma di totalitarismo del passato. Voi dimostrate che ci può essere un mondo globalizzato capace di superare le paure, perché fondato sulla giustizia, sulla tolleranza e sul confronto.

Le vostre riflessioni aiuteranno anche noi, qui in Italia, a comprendere meglio e a meglio affrontare le questioni poste da un fenomeno relativamente nuovo per noi, che ci vede oggi anche come un paese verso il quale si dirigono flussi migratori rilevanti. Con tutti i problemi delicati che ciò comporta.

Dalla vostra esperienza credo possiamo imparare molto. Ma voi soprattutto, come lo furono i vostri padri, siete una straordinaria risorsa per il nostro Paese. Di questo, pur nei vincoli imposti dalla difficile situazione della nostra finanza pubblica, dobbiamo dimostrarci consapevoli, lavorando con rinnovato impegno perché la politica e la società italiane comprendano quanto tutto ciò valga per il progresso della nostra nazione. Credo anzi che proprio le difficoltà che oggi attraversiamo debbano spingerci a valorizzare sino in fondo le comunità e in particolare voi giovani italiani nel mondo, attraverso i nuovi strumenti tecnologici e le reti informative su cui corre oggi, sempre più veloce, lo scambio dei saperi.

Sono convinto che anche su questo saprete elaborare proposte utili, nella prospettiva di garantire una migliore informazione qui in Italia su quel che voi state costruendo in tanti e così diversi paesi del mondo. Il Parlamento, ove siedono senatori e deputati rappresentanti dei nostri connazionali residenti all'estero, sente questo come un impegno ineludibile. L'aula del Senato, per dare un seguito visibile al confronto che voi animerete, affronterà tra breve un dibattito sull'Italia e gli Italiani nel mondo.

In una rinnovata stagione di riforme istituzionali, ove ci confronteremo sulle forme e la struttura del nostro sistema istituzionale, questo dibattito, ma anche e soprattutto la vostra presenza nell'Aula del nostro Parlamento, devono costituire il segno tangibile di un forte impegno a rendere sempre migliore la rappresentanza, a farla più aperta e sensibile alle esigenze del mondo globalizzato. Sono sicuro che anche in questo i vostri lavori produrranno stimoli, suggerimenti e proposte preziose.

Vi auguro, quindi, sinceramente buon lavoro.



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