Il Presidente: Discorsi

Commemorazione in Aula della strage di Capaci

Il Presidente Schifani ricorda la figura di Giovanni Falcone a 20 anni dalla strage

23 Maggio 2012

Onorevoli Colleghi, sono trascorsi venti anni da quel tragico 23 maggio 1992, quando Giovanni Falcone venne barbaramente assassinato dalla mafia assieme alla moglie, il giudice Francesca Morvillo, e agli uomini della scorta, Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Magistrato di eccezionali capacità investigative ed organizzative, Giovanni Falcone ha il merito di aver compreso la necessità di acquisire una profonda conoscenza del fenomeno mafioso e di combatterlo con un innovativo metodo di lavoro. Un metodo basato su un'attività sinergica e un efficace coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati di criminalità organizzata.
Ed è proprio grazie a questa straordinaria intuizione ed al proficuo lavoro del pool antimafia che lo Stato riuscì ad infliggere un duro colpo alla mafia. Il Maxiprocesso del 1986 e le severe condanne che ne seguirono resero per la prima volta manifesta la forza dello Stato e l'effettiva possibilità di estirpare il fenomeno mafioso.
Ed è sempre grazie a tale intuizione che lo Stato riuscì a dotarsi di efficaci strumenti di contrasto alla mafia, quali la Direzione investigativa antimafia, la Procura nazionale antimafia e le Direzioni distrettuali antimafia.
Il nostro impegno oggi nel commemorare Giovanni Falcone non è solo quello di rivolgere un commosso ricordo ad un genuino servitore dello Stato. Né solo quello di ricordare il suo prestigioso profilo professionale, le tappe più significative della sua carriera al servizio delle istituzioni, oltre ai momenti di grande amarezza per insinuazioni e critiche che da alcune parti gli vennero ingiustamente rivolte.
Il nostro impegno oggi deve essere rivolto a far sì che la memoria di Falcone rimanga viva in tutti noi; e che il suo meritorio esempio sia tramandato anche ai giovani e possa essere per loro un modello di virtù morali e civili.
Falcone è stato anzitutto un uomo al servizio delle Istituzioni. Il suo profondo senso dello Stato, che lo ha condotto ad un'indefessa e straordinariamente efficace lotta alla mafia, deve rappresentare ancora oggi un punto di riferimento per tutti coloro che scelgono di far rispettare i valori fondanti della comune convivenza, opponendosi all'illegalità e alla prevaricazione della malavita.
Valori di libertà e di giustizia, sanciti nella nostra Carta costituzionale, che la mafia e le altre forme di illegalità vorrebbero negare e piegare ai loro interessi.
Si tratta dell'esempio di chi era pienamente consapevole di essere considerato dalle cosche della mafia il simbolo dello Stato da colpire; e che tuttavia non esitò a dedicare il suo impegno di magistrato, i suoi progetti di vita, i suoi affetti più cari alla ricerca di giustizia.
E lo fece nella convinzione di adempiere al proprio dovere di magistrato e ancor prima di cittadino. Permettetemi di richiamare una citazione di Giovanni Falcone, che ho già ricordato recentemente in occasione della cerimonia legata all'iniziativa "Possiamo sempre far qualcosa - 20 anni dopo", promossa dal Senato e che ha coinvolto giovani studenti di scuole secondarie sul tema della sensibilizzazione contro le mafie. Diceva Falcone: "perché una società vada bene si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito del bene dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti dei consociati per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ciascuno faccia il suo dovere".
Il solo modo di onorare la memoria di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo e degli uomini della scorta, così come di tutti gli altri uomini delle Istituzioni che hanno sacrificato le loro vite per gli ideali di libertà e lotta alla mafia, è di far sì che le loro idee e il loro impegno civico rappresentino per noi tutti uno stimolo per perseverare nel percorso tracciato di netto rifiuto a ogni forma di illegalità e oppressione. Ciascuno, dal semplice cittadino, all'imprenditore, al politico, ha il dovere morale di contribuire, nel quotidiano, al rispetto della legalità. Per noi parlamentari, in particolare, l'impegno che ribadisco in questa sede è quello di sostenere l'approvazione di leggi che consentano allo Stato di potersi avvalere di strumenti sempre più efficaci a contrastare il fenomeno mafioso. Ciò nella convinzione espressa dallo stesso Falcone che "La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio ed avrà anche una fine".



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