Il Presidente: Discorsi

Unione dei Comuni, il riordino degli Enti Locali per la ripresa nazionale

Intervento del Presidente del Senato Renato Schifani a Cosenza

22 Giugno 2012

È per me motivo di vivo interesse partecipare all'incontro di oggi, dedicato a un tema, quello del riordino degli enti locali e delle Unioni di Comuni, che riveste un'importanza cruciale per il nostro ordinamento.
È compito della Repubblica non solo riconoscere, ma anche promuovere l'autonomia degli enti locali, attuando il più ampio decentramento amministrativo nei servizi al cittadino.

Nei Comuni italiani, nella loro capacità di rispondere in modo adeguato e pertinente ai bisogni e alle aspettative dei cittadini e del territorio, il principio di sussidiarietà trova la sua migliore e più concreta espressione.
Consapevole dell'importanza di questo principio ma al tempo stesso deciso a non disperdere risorse e mezzi, il nostro Parlamento ha approvato nel 2011 una legge secondo la quale i Comuni con meno di 5000 abitanti devono instaurare una gestione associata delle risorse, mentre quelli con meno di 1000 abitanti devono dare vita a un'Unione di Comuni, per mezzo della quale gestire tutti i servizi.
Un percorso non semplice né indolore ma necessario per evitare sprechi, razionalizzare politiche, risorse e opportunità.

L'iniziativa della Regione Calabria si colloca in questa direzione perché promuove sul territorio la gestione condivisa delle funzioni fondamentali e risponde all'esigenza di assicurare ai piccoli Comuni del suo territorio l'assistenza tecnica necessaria al completamento del difficile percorso di associazionismo intercomunale.
Nel facilitare l'attuazione degli adempimenti normativi in una realtà caratterizzata da una spiccata frammentazione geografica e abitativa, il progetto Field "Unioni di Comuni" mira a realizzare una migliore organizzazione dei poteri locali, la razionalizzazione e la semplificazione delle procedure amministrative e la rimodulazione dell'intervento pubblico sul territorio.
L'accurata e capillare opera di comunicazione e di sensibilizzazione territoriale si è tradotta in proposte concrete e in soluzioni mirate, attente alle specificità di ciascuno dei Comuni che hanno aderito all'iniziativa.

Non si è trattato di un meccanico adeguamento ai precetti del legislatore statale, ma piuttosto di un progetto di valorizzazione delle realtà locali, ricco di opportunità di sviluppo.
La competitività di un Paese dipende, infatti, dalla competitività dei suoi territori, e si fonda non tanto sulla capacità produttiva delle imprese quanto piuttosto sulla realizzazione delle necessarie infrastrutture materiali e immateriali; sull'efficienza, semplificazione e innovazione della pubblica amministrazione; sulla qualità dell'istruzione, della formazione e della ricerca; sul livello dei servizi erogati alla comunità e sulla capacità di rispondere in modo tempestivo ed efficace alle esigenze della comunità locale.
In questo modo, le politiche di sviluppo locale possono utilmente sostenere, integrare e arricchire le strategie nazionali di sviluppo e di crescita.

In Calabria, i piccoli Comuni rappresentano circa l'80% del totale. L'opera di promozione delle Unioni di Comuni consente di ampliare i bacini di utenza, rendendo possibile l'attivazione e la gestione di servizi che richiedono un numero più ampio di destinatari finali.
Si tratta di un'iniziativa che merita a pieno titolo di essere considerata una buona pratica amministrativa, come dimostra anche il prestigioso riconoscimento ottenuto dal progetto nell'ambito del Forum P.A. 2012.
In un momento storico in cui, a causa della grave crisi economica internazionale, le risorse a disposizione degli enti locali risultano drasticamente ridotte, l'esercizio associato delle funzioni amministrative costituisce senz'altro un processo virtuoso.
Se, da un lato, esso permette di realizzare significative economie di scala, dall'altro consente di raggiungere la soglia minima di utenti necessaria per l'attuazione di determinate politiche, ampliando, così, l'offerta di servizi alla cittadinanza.

L'adesione al progetto Field della quasi totalità dei Comuni calabresi potenzialmente interessati è un importante segnale nella giusta direzione; un successo straordinario, reso possibile dalla preziosa azione della Regione Calabria di sostegno ai processi di aggregazione.
Solo unendo le forze, i piccoli Comuni - senza rinunciare alla loro identità, alle loro tradizioni e alla loro cultura - possono garantire la sopravvivenza del loro straordinario patrimonio e affrontare le sfide dell'innovazione.
Questa cooperazione, coerente con la politica di sviluppo del territorio dell'Unione Europea, significa coesione, integrazione delle risorse e agevola l'accesso ai finanziamenti europei.
Nel loro complesso, infatti, le Unioni di Comuni rappresentano il motore di un progetto nazionale e regionale di rilancio e di sviluppo di medio e lungo termine per l'intero sistema Paese, uno strumento più moderno ed efficiente di governo del territorio, in grado di restituire a ogni realtà, indipendentemente dalla consistenza numerica dei propri residenti, pari dignità e giusto valore.

Occorre sapere accettare la sfida del cambiamento: i Comuni associati in Unioni potranno ridefinire e valorizzare il proprio ruolo ed acquistare importanti benefici per le popolazioni locali e per l'intero Paese.
Sappiamo bene che la capacità di competitività di un Paese dipende da quella dei territori che lo costituiscono: intelligenti politiche di sviluppo locale possono sostenere e integrare le grandi politiche nazionali per la crescita.
Il tema del riordino degli enti locali diviene decisivo nel momento di difficile crisi economica che stiamo attraversando.
I nostri Comuni sono un'istituzione antichissima della storia patria, da sempre vicini ai cittadini, ancorati al loro più intimo sentire.
Costituiscono il primo legame fra cittadino e Stato nazionale, fra cittadino e amministrazione pubblica: una ricchezza da valorizzare, non un problema da risolvere.

Dobbiamo realizzare una modernizzazione resa ancor più necessaria dalla crisi, che comporti risparmi, eviti gli sprechi e le lungaggini burocratiche.
Operare con le giuste sinergie vuole dire abbandonare autonomie eccessive che la diminuzione delle risorse pubbliche oggi rende impraticabili.
Restare uniti, dimostrare senso di responsabilità e di equilibrio, diventano fattori essenziali.
Forza, coesione, coraggio possono dare ai cittadini maggiore speranza per il futuro.
Nel Sud ogni riforma realizzata ha il sapore del riscatto: perché crea un nuovo patto fra il territorio e la Nazione; perchè concorre a ridurre il divario tra Settentrione e Meridione che penalizza la crescita dell'intero Paese.
Il grave problema del dualismo dell'economia italiana fra il settentrione e il meridione si può e si deve superare sconfiggendo l'ineguaglianza.

Alla ricchezza del Mezzogiorno, che deve essere sempre più valorizzata, deve aggiungersi il rilancio dell'occupazione, soprattutto di quella giovanile.
Troppi ragazzi meritevoli abbandonano il Sud, per cercare altrove opportunità di lavoro, spesso superando i confini nazionali.
E troppo spesso chi rimane può trovare ostacoli nelle perverse dinamiche della criminalità organizzata che sa "approfittare" offrendo vantaggi che in realtà sono a suo esclusivo interesse, fidando, avvolte, su silenzi timorosi di chi subisce violenza dei propri diritti.
Ma omertà non significa essere mafiosi, vuole dire che chi subisce un torto preferisce non denunciare, chi ha visto preferisce tacere. E questo è un comportamento che certamente non può essere condivisibile; l'indifferenza non aiuta a progredire.
Ma, per fortuna, la terra calabra è piena di risorse e anche di gente "sana" e senza paura.

Oggi in Calabria numerose associazioni e tanti cittadini hanno compreso e operano con coraggio e cominciano a denunciare; è questo il modo più giusto per ribellarsi alla criminalità organizzata e per sconfiggere ogni forma di illegalità.
Queste associazioni, questi uomini e queste donne, costituiscono la garanzia di un futuro dove la parola 'ndrangheta sarà relegata tra quelle ormai in disuso.

A tutta questa gente che opera per la libertà della propria regione va il mio grato riconoscimento, il mio grazie sincero, ed un forte incoraggiamento ad andare avanti in una battaglia di civiltà e libertà dall'oppressione che frena ogni forma di crescita e di sviluppo.
Lo Stato è e sarà sempre al loro fianco.
Il dovere dello Stato, in ogni sua articolazione, è quello di promuovere uno sviluppo sano degli uomini e delle donne del suo territorio e di creare quella legalità che si nutre di comportamenti corretti, di decisioni, di scelte, adottati nell'esclusivo interesse del benessere sociale, politico, economico e finanziario dei nostri italiani.



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