Il Presidente: Discorsi

Presentazione del libro "Il Prigioniero degli Asburgo" di Alessandra Necci

Intervento del Presidente del Senato Renato Schifani nella Sala Capitolare della Biblioteca del Senato

8 Novembre 2011

Autorità, Signore e Signori,

sono lieto di presentare il libro di Alessandra Necci "Il prigioniero degli Asburgo. Storia di Napoleone II re di Roma". Un segmento di vita della Francia, con i suoi riflessi in Europa, narrato in modo intrigante, scorrevole e piacevole, che conquista il lettore. Un racconto in cui le citazioni, i frammenti degli epistolari e dei Memoriali vengono utilizzati per far parlare direttamente i personaggi, dar loro voce attraverso le loro stesse parole. E' un testo, inoltre, con una ricchezza di particolari e aneddoti che non si ritrovano nei libri, i quali aggiungono vivide pennellate al costume e alle usanze di quel periodo della vita di Napoleone e di suo figlio.

Alessandra Necci non è di professione studiosa di storia, ma il volume fa comprendere le molte ricerche di biblioteca e archivio, condotte dall'autrice. Ricerche che sono state fatte anche nella nostra biblioteca del Senato, un luogo che custodisce anche pregiati volumi antichi su Napoleone l e Napoleone ll, alcuni dei quali esposti oggi. Biblioteca e archivio sono luogo centrale della ricerca storica, dove l'alacrità nel conservare i documenti si sposa con il fervore degli studi sulle carte. Da queste indagini bibliografiche e dalla passione di Alessandra Necci nasce questo libro vasto e articolato, molto piacevole a leggersi: da "novelliere di storia" usando una bella espressione di Giovanni Spadolini. Lo scrittore deve cercare di comprendere motivi, ragionamenti, mentalità, condizionamenti oggettivi e soggettivi che hanno spinto i personaggi a comportarsi in un certo modo: con la capacità di sintetizzare ed enucleare la parte inerte, e in certi casi deviare dall' informazione troppo erudita.

In sintesi: una "storia attraverso i personaggi" con svelte pennellate, ma capace di ricostruire un'epoca, individuandone i risvolti anche sociali; dove l'elemento umano entra anch'esso nella grande costruzione della storia, come piccola fiamma che chiarisce e conferma i grandi percorsi dottrinali: la storia è anche nel dettaglio e educazione alla scienza e società sono termini strettamente interconnessi. Memoria del futuro: se è vero che il passato spiega il presente, è altrettanto vero che il presente spiega il passato, secondo la lezione di Braudel. L'epopea napoleonica attraverso i suoi protagonisti, dunque, ma anche attraverso la puntuale descrizione della modernizzazione voluta da Bonaparte per la Francia, una terra in cui, conclusasi la stagione della Rivoluzione e dei suoi eccessi, tutto viene edificato per costruire una nazione solida, nuova, europea.

Le vicende si intrecciano l'una all'altra, in un fatale divenire che spiega pienamente perché Napoleone senta la necessità, in un determinato momento della sua vita, di avere un erede a cui lasciare il trono e l'Impero. Arriva dunque il principale personaggio del libro, o meglio l'angolo di visuale che Alessandra Necci ha scelto di raccontare, cioè Napoleone ll, il re di Roma. Destinato dal padre allo straordinario destino di proseguire l'opera intrapresa, Napoleone II è figura modernissima per tanti motivi, anche se in qualche modo "espulsa" dalla cornice della storia. Egli non riesce però a realizzare nessuna delle aspettative riposte su di lui, a causa del declino di suo padre e dei tradimenti di quanti lo circondano, e muore troppo giovane per poter arrivare al trono di Francia che spetterà al cugino, il futuro Napoleone lll. Alla storia dell'impero si intreccia pertanto quella personale, umana, drammatica di un bambino di tre anni portato via dalla sua patria, strappato al padre e agli affetti, abbandonato dalla madre. Un bambino che diviene fatalmente prigioniero della ragion di Stato e degli Asburgo, dell'Europa della Restaurazione, dei nemici di Napoleone sino alla morte a ventuno anni per tisi. Molti dei personaggi raccontati in questo libro toccano il lettore, del resto, per la loro modernità, "contemporaneità", attualità.

La chiave più profonda del bel libro di Alessandra Necci è però di natura personale e la si ritrova nella stesura iniziale ai due Lorenzo che hanno dato e continuano a dare il senso vero della vita: Lorenzo, padre di Alessandra; Lorenzo, figlio di Alessandra. Tra i suoi Lorenzo, c'è la vita, il passato, il presente, il futuro di Alessandra e della sua famiglia. E l'autrice lascia intendere al più attento lettore che in fondo è l'umanità di ciascuno di noi a disegnare la storia.

Una storia che è sempre contemporanea, come affermava Benedetto Croce. Una storia che non si chiude al passato, ma diventa lo straordinario aprirsi alla vita nuova.



Informazioni aggiuntive

FINE PAGINA

vai a inizio pagina