Il Presidente: Discorsi

Lo stato della Tv in Italia e il ruolo della Rai. Il Servizio pubblico e la sua identità

24 Novembre 2009

Autorità, Signore e Signori
sono lieto di essere qui con voi e ringrazio il Presidente, Senatore Sergio Zavoli, per l'invito, che ho accolto con vero interesse per l'importanza del tema in discussione.
Rivolgo il mio saluto cordiale ed il mio apprezzamento agli illustri partecipanti a questo convegno.
Desidero fare alcune riflessioni sul tema di cui ci apprestiamo a discutere oggi: il servizio pubblico.
Un argomento di grande attualità, certo, ma soprattutto di notevole spessore per ampiezza e contenuti.
Il servizio pubblico televisivo ha una grande rilevanza nel nostro Paese poiché storicamente ha il compito di fornire ai cittadini elementi di conoscenza, di crescita e di aggiornamento continuo.

Sono lontani i tempi in cui la televisione rappresentava per gli italiani, assieme alla radio, il principale strumento conoscitivo di massa, i tempi in cui ci si riuniva il sabato sera a casa di un vicino, o magari al bar per vedere e ascoltare quei programmi di cui si sarebbe discusso un'intera settimana con la famiglia e gli amici.
Sembra di parlare di un'epoca ormai consegnata alla storia.
Oggi gli strumenti di conoscenza sono moltissimi, alla portata di tutti o quasi.
Il mondo va sempre più veloce: televisione, Radio, Internet, E mail, cellulari.
Viviamo in perenne "connessione" con l'esterno, con le notizie, con gli aggiornamenti dell'ultima ora.
Non è certo un caso definire la nostra "l'era dell'informazione".
Il problema, allora, non è quello di avere le notizie, ma di selezionarle.
A questo fine la RAI riveste un ruolo fondamentale perché, proprio per la sua natura, per la sua autorevolezza, per il suo intrinseco significato di servizio pubblico, ha il dovere di rispettare il pluralismo, l'equilibrio e la correttezza dell'informazione.

La RAI deve sapere assicurare agli utenti non la semplice conoscenza di ciò che accade, ma una comunicazione obiettiva e veritiera, non strumentale, non demagogica.
Se la democrazia per essere tale ha bisogno di strumenti che garantiscano i cittadini, l'informazione ne è un elemento basilare.
E in questo contesto è essenziale un sistema di vero ed effettivo "pluralismo", strumento non soltanto formale, non soltanto numerico, ma di vera sostanza e di reale rappresentatività delle diverse opinioni.
Si tratta di un valore irrinunciabile.
E' doveroso vigilare ogni giorno affinché non si sottragga al cittadino-utente la risorsa di una informazione completa e esauriente.
Il pluralismo è portatore delle opinioni e delle culture proprie e altrui, ma anche garante di rispetto e attenzione in un unico contesto nel quale tutte le posizioni abbiano uno spazio equilibrato e proporzionale.
Quando ciò non accade, quando il pluralismo e l'obiettività non vengono rispettati, l'etica del servizio pubblico ne soffre e ne risentono anche i cittadini, ai quali viene consegnato un prodotto non obiettivo.

A volte il Garante per la comunicazione doverosamente interviene, ma si tratta di provvedimenti pronunciati a distanza di tempo che possono non avere quella funzione riparatoria sulla dignità ferita di una persona.
Naturalmente non è sempre così.
Dobbiamo essere tutti grati alla Rai e alle professionalità interne che l'hanno fatta grande ed hanno contribuito a far crescere l'Italia.
Accanto al pluralismo, quale elemento indispensabile della corretta conoscenza, desidero affrontare un altro tema: quello dei valori.
La Rai ha, in questo senso e da sempre, un compito gravoso ma fondamentale: quello di trasmettere valori condivisi ai giovani; quello di contribuire a formare i cittadini dell'Italia del domani.
Noi eravamo la generazione che andava a dormire "dopo Carosello".
Il panorama adesso è completamente mutato.
Le nostre case sono inondate di informazioni e proprio per questo le reti di Stato sono portatrici di quei valori che devono essere esempio di crescita etica e responsabile per le future generazioni.
Parlo di iniziative concrete che sappiano trasmettere ai nostri ragazzi messaggi sani.

Oggi l'identità della RAI si attua nella capacità di adeguarsi ai tempi, fornendo al contempo informazioni qualitativamente elevate.
Se una volta il servizio pubblico si preoccupava di insegnare agli italiani a leggere e a scrivere con l'indimenticabile trasmissione "non è mai troppo tardi" del maestro Alberto Manzi, ed era adeguato a quel particolare momento storico, la grande sfida attuale è quella di trasmettere ai giovani quei valori che ne formino le coscienze e li aiutino nella vita.
Siamo davanti ad esigenze improrogabili a cui, sono certo, saprete fornire adeguate risposte.
Vi rinnovo il mio augurio di buon lavoro e vi assicuro tutta la mia attenzione sugli esiti di questo incontro.
Grazie.



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