Il Presidente: Discorsi

X Conferenza nazionale sulla previdenza forense - Cassa Forense 1952 - 2012 - Sessant'anni di storia tra cambiamento e futuro

Intervento del Presidente del Senato, Renato Schifani presso l'Auditorium della Conciliazione a Roma

21 Settembre 2012

Cari colleghi, Autorità, Signore e Signori,
saluto il Presidente della Cassa, Avvocato Alberto Bagnoli, il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Avvocato Guido Alpa, il Presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, Avvocato Maurizio de Tilla e le altre autorità intervenute. La mia presenza alla decima Conferenza Nazionale sulla previdenza forense vuole testimoniare la vicinanza delle istituzioni ai problemi dell'Avvocatura, perché le difficoltà del Paese e la crisi economica che tutta l'Europa sta vivendo, si riflettono anche sul mondo delle libere professioni.
I provvedimenti difficili, ma sostanzialmente inevitabili, adottati negli ultimi mesi, hanno investito direttamente o indirettamente, anche la professione forense.
Mi riferisco, in particolare, in tema di liberalizzazioni e di spending review, all'introduzione delle società di capitali e alla revisione della geografia giudiziaria, con la conseguente soppressione di alcuni tribunali.
Ma questo non deve essere il momento delle polemiche e delle contrapposizioni.
Servono dialogo e confronto e sono certo che l'Avvocatura - come è sempre stato - saprà utilizzare gli argomenti e i toni giusti per manifestare il suo punto di vista in ogni sede istituzionale.
Episodi anche recenti dimostrano che la Giustizia italiana ha bisogno di profonde riforme e, in questo contesto, anche l'Ordinamento professionale forense dovrà essere fortemente innovato.
Su questi temi si sta cercando un'ampia convergenza delle forze politiche presenti in Parlamento: convergenza non sempre facile, vista ladelicatezza dei temi sul tappeto e la loro rilevanza costituzionale.
Ma convergenza necessaria se vogliamo che il nostro Paese esca al più presto e nel migliore dei modi dalla fase di recessione.
L'Avvocatura è chiamata a dare il proprio contributo in termini dialettici e di idee in uno scenario di confronto e rispetto dei reciproci ruoli che non può e non deve essere dimenticato.
Sono certo che lo farà, senza lasciarsi tentare da derive demagogiche o populiste.
Anche sul fronte della Previdenza, tema più specifico di questa decima Conferenza nazionale, larecente riforma del Governo Monti ha investito di nuove responsabilità i vertici delle Casse di Previdenza dei liberi professionisti.
In questo senso, l'art. 24 della L. 214/2011, che estende la sostenibilità finanziaria dei sistemi previdenziali dei liberi professionisti a 50 anni, non deve essere considerato un attacco all'autonomia degli Enti.
Va visto piuttosto come un'esigenza, sentita a livello nazionale, di dare una completa stabilità e respiro di lungo periodo a tutto il sistema previdenziale italiano.
So bene che la Cassa di Previdenza Forense è stata tra le prime ad adeguarsi alle nuove disposizioni, prevedendo modifiche strutturali in linea con gli obiettivi imposti dalla legge, pur nell'autonomia delle scelte tecniche da adottare, riconosciuta dal D.lgs. 509/94.
Bisogna dare atto all'Avvocatura italiana e alla sua Cassa di Previdenzadi questa capacità di analisi e di scelte, anche difficili, in modo largamente condiviso e in tempi rapidi.
Naturalmente il merito delle deliberazioni tecniche operate sarà attentamente valutato dai Ministeri vigilanti e, in particolare, da quello del Lavoro.
Voglio esprimere ai vertici istituzionali della Cassa Forense il mio apprezzamento per il metodo adottato, per il grande dibattito interno, per l'approfondimento giuridico, scientifico e di attuazione di tutte le scelte compiute.
Del resto, non va dimenticato che un corretto uso dell'autonomia, riconosciuta per legge agli Enti previdenziali dei professionisti, comporta anche l'esigenza e la necessità di approfondire la realtà nella quale l'Avvocatura è oggi chiamata a svolgere le sue funzioni e le peculiarità tipiche di questa professione.
Così come non può disconoscersi che negli ultimi decenni l'Ordine forense ha visto moltiplicarsi, in modo incontrollato, il numero degli accessi e ha registrato una estrema diversificazione delle capacità di reddito degli iscritti.
Negli ultimi trenta anni gli iscritti agli Albi forensi - che nel 1985 erano circa 48.000 avvocati - sono aumentati fino a raggiungere il numero di circa 230.000.
La forte femminilizzazione della professione e l'andamento dei redditi per fasce di età o per aree geografiche, hanno profondamente mutato lo scenario dello stereotipo dell'Avvocatura di qualche decennio fa.
Sono state introdotte diverse tipologie di Avvocatura, che non è semplice ricondurre ad unitarietà, nel momento in cui si disegna un nuovo Ordinamento professionale o un diverso sistema previdenziale.
Nell'ultimo triennio il calo del reddito medio della professione è stato di circa -7,3%. Una situazione avvertita in modo generalizzato e costante, che ha raggiunto livelli che destano preoccupazione e che induce a riflessioni, anche nella prospettiva di rivedere i vecchi modelli assistenziali e di welfare in chiave più aderente alle mutate condizioni socio-economiche della categoria.
Se il 37,5% degli iscritti alla Cassa Forense registra un reddito annuo di circa sedicimila euro, il 50% degli avvocati registrati all'Albo guadagna ancora meno.
Una situazione di incertezza che certamente merita la massima attenzione.
Incertezza che domina anche lo scenario del rapporto tra cittadini, politica e Istituzioni.
Una triangolazione che non può, anzi deve mantenere una convincente affidabilità reciproca di questi soggetti protagonisti della vita del nostro Paese e del suo funzionamento.
Occorre cioè evitare un pericoloso corto circuito che rischierebbe di paralizzare il corretto svolgimento della nostra vita sociale, quando invece l'Italia ha dimostrato, per la sua storia, per i sacrifici dei suoi uomini, alcuni dei quali hanno immolato la loro vita, di essere una grande Nazione capace di vincere le sfide della competizione sui terreni della libertà, legalità e solidarietà.
Tornando a noi, il mondo politico e istituzionale guarda con estremo interesse ed attenzione ad adunanze e convegni come quello di oggi che contribuiscono ad arricchire e a formulare proposte che possano essere tradotte in soluzioni legislative utili a sciogliere i nodi e le criticità da voi tutti da tempo evidenziate.
Agli organizzatori e a tutti i congressisti va il mio augurio di buon lavoro e di pieno successo della manifestazione.


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