Il Presidente: Discorsi

Mostra fotografica "Il nostro Senegal"

Intervento del Presidente del Senato Renato Schifani nella Sala Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato

8 Novembre 2011

Presidente Polverini, Autorità, Signore e Signori,

sono lieto di aprire oggi questa mostra che si tiene in Senato, perché le ragioni di questo incontro si fondano su valori per me e per noi tutti molto importanti. Quelli cioè della solidarietà intesa come intervento fattivo, concreto, risolutivo e non immaginata solo in termini di astratta, anche se sensibile, "compassione", intesa nel senso di "cum patire" cioè "soffrire insieme".

Saluto innanzitutto Elena Malagodi con simpatia e stima, sia per l'indimenticata riconoscenza che dobbiamo allo statista e compianto Presidente del Senato Giovanni Malagodi, sia per la consapevolezza ammirata di quanto ella stia facendo per il mondo del volontariato. E' una mostra, questa di oggi, che Elena Malagodi ha promosso con Luigi Di Giamberardino e che contiene il frutto dell'opera sapiente e sensibile della fotografa Yasmina Barbet. La straordinaria attività di volontariato di queste persone a Mbour, in Senegal, sostenuta meritoriamente dalla Regione Lazio, trova infatti una importante testimonianza in queste immagini, che raccontano un mondo da noi tanto distante (e non solo geograficamente) eppure drammaticamente vicino.

Le fotografie qui contenute sono un simbolo che sa farsi realtà, capaci di sensibilizzare il nostro spirito e proiettare le nostre coscienze in un quotidiano divenuto anche memoria. L'opera svolta a favore dei piccoli del Mbour, pregevole sia per impegno sia per risultati, è un tassello, una tessera di mosaico di quella generosa attività - il volontariato - che l'essere umano è chiamato a svolgere per aiutare i suoi fratelli e le sue sorelle.

Il volontariato è il segno di una speranza vissuta e testimoniata, di un incontro con l'altro che riscopre il senso profondo di una solitudine vinta da una solidarietà in grado di divenire vincolo di fraternità per un destino comune. Ho sempre avuto grandissima considerazione per coloro che si impegnano in questo campo, testimoni di una speranza che diventa progetto concreto, soluzione, miglioramento dell'esistenza tutta di altri esseri umani. Le Istituzioni devono saper essere interlocutori attenti e sensibili di questo universo, devono saper valorizzare al meglio ciò che si è fatto e ciò che si può fare.

Da parte mia c'è il massimo impegno in tal senso. Solo vincendo la solitudine, la povertà, la malattia, la disperazione, infatti, l'umanità può affrontare quel complesso percorso di solidarietà e condivisione in grado di farla crescere e superare le difficoltà di un'epoca complessa e difficile come quella attuale.

Vi ringrazio



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