Il Presidente: Discorsi

Inaugurazione dell'anno accademico 2009-2010 della LUISS

5 Febbraio 2010

Autorità, Magnifico Rettore, caro Presidente Luca di Montezemolo, chiarissimi Professori, cari studenti,
consentitemi un saluto particolare al Nobel per l'economia Prof. Joseph Stiglitz che oggi riceve in questa prestigiosa università la laurea honoris causa.
L'Università, la cultura, la ricerca scientifica, la formazione di base, costituiscono i settori essenziali per il rilancio anche del nostro Paese, al pari di quanto si registra per le altre economie mature.
Questo tema ha infatti assunto una importanza crescente nelle politiche pubbliche dei principali paesi sviluppati, proponendosi sempre più come indirizzo essenziale, sia per lo sviluppo delle persone e della società civile, che per l'innovazione e il potenziamento dei sistemi produttivi.
Si tratta di un indirizzo strategico che va perseguito con convinzione se vogliamo uscire rafforzati dalla crisi economica che è ancora in atto.
L'anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato uno dei più difficili per l'economia del Paese dall'inizio del dopoguerra.

Ciò nonostante, è stato limitato l'impatto della caduta del prodotto sul reddito disponibile, i consumi e il potere d'acquisto delle famiglie.
Ciò è stato possibile grazie ad un insieme di elementi del tutto peculiari che caratterizzano la società e il tessuto produttivo del Paese.
A questi si è aggiunta l'azione del Governo.
Essa sì è dovuta muovere lungo il sentiero della salvaguardia, all'un tempo, sia della coesione sociale che della tenuta dei conti pubblici.
Si sono così evitate in Italia quelle ripercussioni assai più serie sull'assetto della società e della finanza pubblica che la crisi ha determinato in molte altre nazioni.
Senza dubbio, possiamo affermare che pur nella crisi, le famiglie hanno sofferto ma resistito, come avvertiamo guardando anche all'andamento del clima di fiducia dei consumatori, oggi cautamente ottimistico sul futuro.
Il clima economico risulta ancora difficile e non privo di riserve e preoccupazioni per il 2010. Questo anno sarà infatti, come attestano tutte le previsioni, un anno di solo parziale recupero del ciclo.
In questo contesto, è indubitabile che il rafforzamento di tutte le infrastrutture materiali ed immateriali del sistema-Paese, ai fini del rilancio della sua competitività, riveste un ruolo strategico, in alcun modo surrogabile da altri fattori competitivi, di cui il nostro Paese è pure assai ricco.

Si tratta di un insegnamento prezioso, rigoroso e lungimirante sul ruolo economico dello Stato che costituisce il fulcro del pensiero del Professor Stigliz.
Nelle più diffuse rilevazioni statistiche internazionali, è agevole constatare che la competitività di un Paese viene sempre più misurata, tra gli altri fattori, da quella del suo sistema universitario e della ricerca.
Questa correlazione appare ancor più evidente nelle sue ricadute sul sistema economico, allorché si consideri anche il ruolo sempre più rilevante che hanno le Università nel promuovere, quando non nell'indurre e, talvolta, determinare, i processi di innovazione produttiva delle imprese.
In questa prospettiva, l'Università e la ricerca scientifica, non meno che il sistema della formazione del capitale umano nel suo complesso, si pongono come il cuore pulsante del futuro, da cui partire per pensare ad azioni volte a irrobustire gli assi dello sviluppo economico e sociale del Paese, collocandone il posizionamento su di uno stabile e duraturo itinerario di crescita.
Nello scenario globale anche le economie mature devono misurarsi con le cosiddette economie emergenti, e con i noti vantaggi organizzativi e salariali che le contraddistinguono rispetto ad esse nella competizione internazionale.

Allo scopo di fortificarne il ruolo al servizio del Paese, compito della politica è quello di creare un modello efficiente e moderno di Università, a partire dalla introduzione del principio di responsabilità e di valutazione dei risultati, sia formativi che di ricerca.
Vanno pertanto eliminate le sacche di inefficienza e, contemporaneamente, aumentate le risorse, in modo da concentrarle per favorire l'emersione di poli di eccellenza.
In questa prospettiva, centrale è proprio il decollo di un serio e obiettivo modello di valutazione del sistema universitario, al pari di tutti gli altri settori e comparti dell'economia nazionale, compresa la Pubblica amministrazione che si appresta ad attivare la valutazione dei risultati conseguiti ai sensi della legge n. 15 del 2009.
Occorre dunque completare l'iter di organizzazione del sistema universitario premiando le eccellenze che pure esistono.
E' necessario valorizzare quei dipartimenti e quei centri in cui si esercitano ricerca e didattica di qualità, riconosciuta e valutata secondo parametri e standard internazionali, destinando ad essi risorse aggiuntive, per far diventare alcuni nostri atenei punte di qualificato valore che possano essere riconosciuti anche nelle classifiche internazionali.
Ma sarebbe riduttivo limitare il ruolo del sistema universitario al consolidamento delle basi produttive del Paese; al suo solo capitale "economico".

La scuola e l'Università sono prima di tutto palestre di vita civile, nonché sorgenti di saperi.
L'Università riveste un ruolo determinante per la creazione delle condizioni dello sviluppo civile di una nazione, sulla base di fondamenta che siano ispirate ai valori di pacifica convivenza, pur in un quadro di diffuse istanze identitarie e profonde diversità territoriali.
In tale prospettiva, va indirizzata ai giovani quella cura che si riserva alla risorsa più preziosa di cui disponiamo.
La formazione universitaria deve realmente offrire ai nostri studenti universitari concrete e reali opportunità di promozione sociale, di quella crescita che i sociologi definiscono "ascensore sociale".
Facendo ciò, garantiremo, al tempo stesso, anche la qualità della classe dirigente del Paese, secondo criteri effettivamente meritocratici e di autentica qualità.
Se miriamo alla reale attuazione di un sistema di studio formativo e lungimirante, le Università non statali devono organizzarsi al meglio per poter rappresentare un utilissimo termine di confronto e poter sperimentare soluzioni innovative in grado di costituire, eventualmente, un esempio da estendere anche alle Università statali.
La LUISS è già università che tende all'eccellenza e sta svolgendo un lavoro serio per supportare lo sforzo del Paese in tal senso, con un occhio privilegiato proprio per il Centro e per il Sud che sono in maggiore difficoltà nella attuale fase.

Solo da un intelligente pluralismo e da una sana competizione può nascere infatti un completo modello multidisciplinare idoneo ad arricchire il sistema universitario italiano.
Occorre fare ciò garantendo un flusso di risorse certe ed adeguate al sistema nel suo complesso, assicurando che le prestazioni formative e scientifiche erogate, siano adeguate agli standard qualitativi.
Ciò vuol dire, quando si renderà necessario, anche non escludere azioni volte a promuovere la razionalizzazione dell'offerta universitaria sul territorio in modo tale da concentrare le risorse sulle realtà maggiormente qualificate.
Ciò risponde non a canoni ideologici astratti ma alle più evidenti risultanze che gli economisti ci offrono sui ritardi competitivi dell'Italia.
Onorare i veri maestri come il Prof. Stiglitz è dunque non solo il modo più serio per promuovere il valore dello studio in sé, l'impegno civile, la missione educatrice della Università e del sistema formativo nel suo complesso.

E' anche il modo migliore di confermare l'impegno e la consapevolezza nelle alte responsabilità che si assumono pubblicamente quanti vi operano, primi fra tutti i docenti, nei confronti della comunità nazionale e internazionale.
Il suo magistero, la sua storia, vorrei dire la sua testimonianza di protagonista e allo stesso tempo interprete coraggioso, lucido ed onesto del nostro mondo, indicano ai giovani come sia possibile, con l'impegno, l'intelligenza, la passione per la ricerca, costruire anche oggi un sapere autentico, vero baluardo e sicuro fondamento per l'avvenire della comunità internazionale e delle future generazioni.



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