Il Presidente: Discorsi

Consegna del Premio Nazionale per l'Innovazione, "Premio dei Premi"

Intervento del Presidente Renato Schifani nella Sala Koch di Palazzo Madama

12 Giugno 2012

Autorità, Signore e Signori,
la consegna del "premio dei premi" nella "giornata nazionale dell'innovazione" è l'occasione annuale per sensibilizzare i cittadini sui temi dell'innovazione e del coordinamento tra tutti i principali attori pubblici e privati e per fare il punto sulla situazione generale del nostro Paese.

Il nostro continente è al centro di una fase storica difficile, caratterizzata da repentini cambiamenti; si susseguono gli incontri tra i protagonisti del panorama internazionale per individuare soluzioni politiche alla crisi economica.
Le cause sono da ricercare nella globalizzazione economica e finanziaria, e nelle incongruenze irrisolte della costruzione dell'euro.
L'economia italiana è quella cresciuta meno, in ambito europeo, nell'ultimo decennio, con un tasso medio annuo dello 0,2 per cento, contro l'1,3 dell'Unione europea. Abbiamo urgente bisogno di tornare sul sentiero di crescita economica prolungata.
In condizioni di stallo demografico e di debolezza della situazione economica generale causata dall'incertezza del contesto internazionale, ci riusciremo solo se la produttività, riprenderà ad aumentare così sconfiggendo la bassa crescita italiana.

Innanzitutto dobbiamo guardare il mondo non più sulla base del tradizionale modello statuale, ma per aree geo-politiche di influenza: Europa, USA, BRICS.
Certamente nella nostra Italia incidono la piccola dimensione delle imprese, il carico fiscale e burocratico.
Questi fattori contribuiscono a determinare la insufficiente capacità delle aziende di innovare processi e prodotti, rispetto all'evoluzione dei mercati internazionali.
I dati ci dicono infatti che la dimensione media delle imprese italiane è ancora molto bassa, pari a 3,9 addetti per ciascuna di esse.
Il nostro benessere si fonda però essenzialmente su questa fitta e vitale trama di piccole e medie realtà dalle quali non possiamo prescindere nelle nostre azioni politiche da questo dato basilare.

La produttività delle aziende italiane cresce in media meno dei nostri partners europei. La ragione di questo divario, secondo recenti studi, va ricercata negli scarsi investimenti nelle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Appare pertanto necessario un nuovo orientamento delle strategie aziendali di espansione che si pongano come obiettivo o l'innovazione dei prodotti e dei processi, e l'investimento delle risorse sui mercati più remunerativi, quali sono appunto quelli dei paesi emergenti.
L'Italia deve dunque essere modernizzata ed innovata intanto nelle procedure.
Ma occorrono anche riforme che aiutino le nostre imprese a competere all'estero tutelando, così, l'occupazione in Italia.
Da questa esigenza di efficienza ed innovazione non può ovviamente prescindere il settore pubblico, che assorbe la metà del prodotto e fornisce al resto dell'economia servizi essenziali.

Nel nostro Paese, i margini per nuovi interventi discrezionali di politica economica sono però assai limitati a causa del peso del debito pubblico, dalla bassa crescita economica e dai vincoli derivanti dalla partecipazione all'Unione Economica e Monetaria.
In questo contesto, risulta fondamentale per chi fa impresa analizzare l'efficacia delle politiche, valutarne i risultati e indirizzare le risorse verso quei settori e quegli interventi maggiormente in grado di avere ricadute positive sul sistema economico.
Riqualificare la spesa è perciò divenuto un imperativo prioritario: per lo Stato, ma anche per Regioni, Province e Comuni. Su questo versante, cruciale sarà l'attività di riorganizzazione delle funzioni pubbliche nel segno di un loro nuovo orientamento dai procedimenti ai risultati, secondo la logica della spending review.

Con altrettanta attenzione ed impegno occorre promuovere tutti gli strumenti idonei a migliorare la produttività del settore privato.
Le nuove tecnologie sono il volano essenziale dell'innovazione.
Si è avvertita da tempo anche l'esigenza di avere un soggetto che facesse da catalizzatore di tutte le iniziative del mondo imprenditoriale.

Era d'altronde questo l'intento del legislatore del 2005 che istituì, con la Legge Finanziaria del 2006 l'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione, allo scopo di incrementare la capacità competitiva delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali.
Bisogna però superare la frammentazione delle competenze per l'innovazione.
Occorre garantire la cooperazione tra Unione Europea, Governo nazionale e Regioni per accrescere l'impatto positivo delle politiche e degli strumenti per la diffusione dell'innovazione.

Per questa ragione il Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia per l'innovazione vede rappresentati nel suo ambito i Ministeri dell'Innovazione, dello Sviluppo Economico e della Ricerca e due rappresentanti delle Regioni individuati dalla Conferenza dei Presidenti.
Diviene anche necessario, sul piano delle politiche di intervento, stimolare lo sviluppo dell'infrastruttura digitale e favorire la diffusione su larga scala dell'uso dei servizi e dei processi digitali in modo da ottenere così la maggiore competitività, produttività ed efficienza tanto sperate.
In questa direzione sono diverse le iniziative pubbliche, anche se tanto è già stato fatto.
Il legislatore deve però continuare a moltiplicare gli sforzi per creare una legislazione favorevole agli investimenti nella banda larga fissa e mobile.

Cari ragazzi, oltre ai dati economici, ci sono aspetti sociali e, in un certo senso, culturali, altrettanto importanti che la giornata dell'innovazione può testimoniare al Paese.
La cultura dell'innovazione insieme a quella dell'onestà e della coscienza civica, costituiscono il solo terreno fertile per lo sviluppo.
Un humus dove si forgia il più autentico talento imprenditoriale e la cultura del merito.
Per contro, la furbizia e l'illegalità, si nutrono meglio proprio nella stagnazione economica, in una spirale perversa che impoverisce il Paese.

La crisi, con le sue perdite e le sue sofferenze, rappresenta oggi perciò anche l'occasione storica per avviare una mutazione genetica del carattere nazionale, nel senso di un più forte spirito di squadra.

L'innovazione rappresenta una scelta strategica necessaria.
I giovani che premiamo oggi sono i migliori testimoni: hanno scelto di investire su se stessi e noi dobbiamo investire su di loro. Perché la meritocrazia non resti solo una parola da sbandierare e un contenitore vuoto o ancora peggio riempito solo di chiacchiere.

Puntare sui talenti migliori senza indulgere in facili clientelismi rappresenta quell'autentico salto di qualità che farà crescere la nostra Nazione e la nostra politica e che ci consentirà di oltrepassare l'altra metà del guado raggiungendo i grandi traguardi di un futuro produttivo e sereno.

Innovare per crescere, e per andare avanti a testa alta.

Vi ringrazio.



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