Il Presidente: Discorsi

64° Anniversario del 25 aprile

23 Aprile 2009

Onorevoli Colleghi,
ricorre tra due giorni il 64° Anniversario del 25 aprile.
Consentitemi di innovare la tradizione della nostra Assemblea che non ha mai visto un dibattito ampio e completo in quest'Aula su una data fondamentale della Repubblica.
Ho tuttavia deciso di cambiare questa prassi in quanto ritengo che dopo tanti anni sia finalmente possibile nelle Aule parlamentari riconoscerci in un giorno che deve rappresentare un momento di vera unità per tutti i cittadini.
Senza appropriazioni, senza esclusioni, senza spirito di parte, ma invece con una ispirazione che sappia unire tutti gli italiani.

Una ricorrenza, quella del 25 aprile, che pur condivisa dalla stragrande maggioranza degli italiani, non è sempre stata di tutti. Credo che i tempi ormai siano maturi perché lo diventi.

Il 25 aprile, infatti, costituisce un vero patrimonio collettivo della Nazione perchè rappresenta il prezzo pagato da tanti nostri connazionali per la democrazia e la libertà.
Dopodomani mi recherò, unitamente al Capo dello Stato e alle altre cariche istituzionali, a deporre una corona all'Altare della Patria.

Sarà quello il momento più alto di una giornata che vedrà uniti nel ricordo italiani di tante e diverse generazioni.
A cominciare da quella di coloro che vissero in prima persona quegli anni dolorosi e drammatici, ma pieni anche di speranza nel riscatto della nostra Patria e in un futuro di libertà e democrazia.
Le ferite, le divisioni, le lacerazioni di quegli anni sono state in grandissima parte superate.
E possiamo dire con serenità che questa data vede oggi insieme la stragrande maggioranza degli Italiani, uniti - pur nella distinzione chiara delle diverse posizioni - nella memoria e nel ricordo di tutte le vittime.
Vincitori e vinti; uomini che combatterono fino al sacrificio; giovani vite spezzate da un odio che attraversò e lacerò le stesse famiglie; crudeltà ed eccidi che si protrassero, purtroppo, anche oltre la conclusione dell'ultimo conflitto mondiale.

La ricerca storiografica si è a poco a poco sostituita alla passione politica e la memoria di coloro che combatterono e si sacrificarono per la libertà contro la dittatura fascista viene così mantenuta e trasmessa alle giovani generazioni.
Ma vi è anche un sentimento di umana pietà per tutti coloro che, indistintamente, in quegli anni soffrirono e persero la propria vita.
E' questo forse il frutto più prezioso che dobbiamo conservare: trasmettere alle nuove generazioni - fortunatamente sempre più lontane nel tempo da quegli anni dolorosi - quel messaggio di coraggio, di resistenza all'oppressione, di speranza che tanti giovani di allora vollero mandare.

Un conflitto, che aveva visto anche italiani contro italiani, si concludeva in quelle giornate con un'appassionata partecipazione popolare che fu, non dimentichiamolo, parte essenziale delle fondamenta su cui due anni dopo venne edificata la nostra Costituzione.
Una Carta che si conserva validamente anche grazie alla lungimiranza, allo spirito di identità nazionale, al superamento dell'odio più acceso con cui uomini saggi di quella generazione - di diverse parti politiche - seppero confrontarsi, garantendo così la democrazia.
E che assicura il mantenimento del sacrosanto diritto di libertà conquistato con grande sacrificio anche grazie alla guerra di liberazione suggellata il 25 aprile.

E' mio augurio che la ricorrenza del 25 aprile, che cade quest'anno in un momento drammatico della nostra vita nazionale che vede migliaia di concittadini colpiti da un terremoto devastante, contribuisca ancora una volta a rinsaldare il vincolo e il patto fra noi italiani.
Le forze politiche di maggioranza e di opposizione hanno saputo trovare in questi giorni drammatici uno "spirito della ricostruzione" che, lasciando inalterate le rispettive identità, ha saputo cogliere con immediatezza quanto tutti gli italiani - non solo quelli colpiti dal terremoto - richiedevano con forza: un impegno forte, continuo, unitario, non solo dello Stato e delle istituzioni, ma di tutti i partiti e movimenti politici.

Spero che questo spirito di unità e di solidarietà possa caratterizzare anche la fase politica che si apre davanti a noi e che il confronto, leale e costruttivo, non cada più nella logica della demonizzazione e dell'aggressione dell'avversario politico.
Mi auguro che sappia trovare invece nella ormai non più rinviabile riforma delle Istituzioni il suo naturale terreno di incontro.

Una Nazione che ha saputo uscire a testa alta dalla tragedia della seconda guerra mondiale, riconquistando la propria fierezza e il proprio orgoglio, che ha saputo ricostruire dalle macerie un Paese moderno, che ha superato con spirito unitario gli anni bui del terrorismo, che sta oggi affrontando i problemi nuovi posti dalle sfide dell'immigrazione e da una crisi economica globale.
Una Nazione che saprà trovare anche in questa difficile occasione quel coraggio, quella solidarietà, quella fiducia nel futuro che il 25 aprile lascia come insegnamento a tutti noi.



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