Il Presidente: Discorsi

Forum internazionale di Telefono Azzurro

Intervento pronunciato nella Sala Koch di Palazzo Madama

3 Novembre 2011

Autorità, Signore e Signori,

sono lieto di aprire i lavori di questo importante forum internazionale organizzato da Telefono Azzurro, dal Centro Internazionale per i bambini scomparsi e sfruttati, in collaborazione con l'Ospedale pediatrico Bambin Gesù e con la Mayo Clinic.

La presenza di autorevoli uomini delle Istituzioni e di autorevoli relatori che saluto, costituisce la conferma di quanto la necessità di una sempre maggiore e più attenta tutela dei minori sia un argomento che, al di là delle parole, entra prepotentemente nel cuore di tutti noi.

Siamo di fronte ad un'emergenza che investe la fascia umana più indifesa e debole e che supera i confini di ciascuno Stato.

L'abuso dei diritti dell'infanzia continua a crescere in tutto il mondo: pornografia infantile, traffico di minori, sfruttamento sessuale, sono soltanto alcune delle violenze perpetrate a danno di bambini e adolescenti spesso considerati alla stregua di merce, con palese e inammissibile violazione dei più elementari diritti della persona.

Ed ancora l'utilizzo di bambini per svolgere lavori manuali, il reclutamento a fini bellici, fanno comprendere tutta l'ingiustizia di un'infanzia rubata, definitivamente sottratta a chi avrebbe pieno titolo di giocare e di crescere serenamente per potere custodire da grande il ricordo di affetto, serenità, sicurezza, protezione da ogni male.

Le statistiche dell'ICMEC fotografano situazioni devastanti: ogni anno scompaiono almeno otto milioni di bambini, quasi due milioni sono vittime di sfruttamento sessuali.

Di fronte a numeri così elevati, al di sopra di ogni immaginazione, siano tutti obbligati a riflettere e a domandarci se quanto finora è stato fatto non sia ancora troppo poco; siamo tutti chiamati a non sottrarci all'imperativo categorico di fare di più.

Perché la protezione, la formazione, il sereno percorso di vita dei minori, rappresentano la priorità in un Paese civile che si rispetti; perché ad ogni violenza, ad ogni abuso, ad ogni violazione di un diritto fondamentale della persona, corrisponde la crescita di un bambino con gravi conseguenze sulla sua salute mentale.

A venti anni dalla Ratifica della Convenzione sui diritti del fanciullo, l'incontro di oggi si presenta come un'occasione unica per riunire le Istituzioni tutte, la Chiesa, la società civile, i soggetti privati, e per pensare insieme ed elaborare nuove incisive strategie di intervento globale.

La "Carta di Roma" per la tutela dei minori dovrà essere un documento operativo e condiviso che governi e comunità religiose dovranno adottare a livello internazionale.

E' un impegno che ogni Stato, in tutte le sue articolazioni deve assumere, di cui deve farsi carico con determinazione e sensibilità particolare, ma anche con grande tempestività.

Sullo straordinario patrimonio rappresentato da bimbi, adolescenti, giovani, su questo terreno straordinariamente fertile che è speranza irrinunciabile di ogni Paese che si rispetti, non devono esistere riserve, tentennamenti, contrapposizioni di sorta.

Per queste ragioni occorre mettere sul tappeto le energie migliori, gli strumenti più avanzati, la legislazione più efficiente.

Investire bene sui minori, significa lavorare per un avvenire migliore e soprattutto chi riveste ruoli di responsabilità deve tendere a questo irrinunciabile obiettivo, con spirito di vera collaborazione e coesione.

Abbiamo il dovere di fornire gli strumenti e le opportunità migliori e di approntare le tutele più avanzate ma anche di mantenere costantemente accesi i riflettori per prevenire ogni forma di violenza e abuso.

Un compito certamente non facile nell'epoca che viviamo definita "la società della globalizzazione e della informazione tecnologica.

I dati di conoscenza, scambio, approfondimento su ogni argomento possibile e immaginabile sono a disposizione di tutti sulla Rete in tempo reale e in ogni parte del mondo. Ogni notizia, anche la più piccola, ogni contatto, ogni spunto, si trovano oggi su Internet e sono facilmente accessibili e fruibili.

Anche i rapporti sociali sono facilitati da Internet e dai "social network". Sono strumenti che certamente non vanno demonizzati; la Rete riveste grande utilità ma può presentare insidie e pericoli.

Questo va spiegato con chiarezza ai bambini che si accostano al computer fino dai primi anni di scuola.

Un mondo virtuale, non tangibile, non misurabile, non contenibile non può sostituire il mondo reale. Di qui la necessità di affinare le tutele giuridiche e legislative, di definire limiti con sempre maggiore attenzione: questi possono essere i correttivi affinché i minori recepiscano soltanto quanto è positivo e sappiano riconoscere ed allontanare aspetti fonti di rischi e pericoli.

Susanna Tamaro nel libro "Per voce sola", racconta il doloroso tema degli abusi sui minori.

E sconvolge che accadimenti così dolorosi siano più numerosi nei Paesi più civilizzati, che abusi e violenze sui piccoli si manifestino in ogni ambiente senza barriere sociali o economiche o culturali.

Un Paese che si rispetti, un vera democrazia, con forza deve porre al centro la tutela dei deboli.

Tutte le forze istituzionali, politiche, sociali sono chiamate ad dare il loro contributo in questo senso. E lo sono la scuola, la Chiesa, la società civile. E ancora gli enti, gli Stati, l'Europa, le grandi associazioni sovra nazionali.

Ognuno deve fare la propria parte.

In Senato abbiamo voluto avvicinare i giovani al mondo delle Istituzioni con visite in Senato e in biblioteca, partecipazione ai convegni, pubblicazione di apposito materiale didattico, realizzazione di un sito apposito; per contribuire a diffondere l'educazione civica, la conoscenza della nostra storia, dell'iter che conduce alla formazione delle leggi.

Credo che rendere partecipi gli studenti della vita del loro Paese, appassionarli in modo concreto con l'approfondimento di cose che possono apparire astratte, possa essere un piccolo contributo alla loro formazione.

Il Senato ha affrontato le problematiche dell'infanzia nel suo rapporto con il mondo reale, con l'universo dei grandi.

Anche l'istituzione del "Garante dell'Infanzia" rappresenta un segnale concreto che va nella direzione di una sempre maggiore tutela dei minori.

Occorre esercitare un "monitoraggio costante" delle situazioni, sia quelle a rischio che le altre, occorre conoscere per poter poi intervenire nel modo più appropriato.

Esiste uno stretto rapporto fra la comunità e la tutela della sicurezza, del bene dei bambini. Bisogna far sì che ci siano delle reali sinergie, concretamente in grado di portare risultati veri.

Ancora, serve una collaborazione europea e internazionale sempre più efficace, coesa e coordinata. Ho letto con interesse che il Centro ICMEC è sostenuto dal Senato americano, e sono certo che i molti interventi di oggi offriranno un prezioso spunto di dibattito e di soluzioni concrete.

Il Trattato di Lisbona ha già affrontato questo argomento, ma occorre portare a conclusione il ragionamento iniziato. Esistono, è vero, precise direttive europee, ma serve un momento di sintesi in cui ogni Stato sia capace di dare la priorità al bene dei bambini.

Chiamare a raccolta le forze migliori, lavorare in sintonia, significa operare per scardinare, senza dannose e inutili retoriche ma con fatti concreti, una inaccettabile piaga che mortifica ciascuno di noi.



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