Il Presidente: Discorsi

Famiglia e federalismo fiscale: la sfida della sussidiarietà

15 Maggio 2009

Autorità, Signore e Signori,
lo scorso 6 maggio è stata pubblicata in gazzetta ufficiale la legge delega sul federalismo fiscale.
Si è così compiuto il primo tratto del percorso che dovrebbe portare ad accrescere significativamente l'autonomia finanziaria degli enti territoriali.
I lavori parlamentari hanno dato luogo ad un confronto politico intenso e partecipato.

Rispetto ai temi della legge delega, è rimasta sullo sfondo, ma senza essere relegata a secondaria importanza, la questione oggetto della discussione di oggi: il nuovo rapporto che si configurerà tra la famiglia, tutelata dalla Costituzione repubblicana e il nuovo assetto delle autonomie locali scaturente dalla riforma.

Il tema della famiglia mi è particolarmente caro.
Per questo ho accolto con grande favore l'invito che mi è stato rivolto dal Forum delle Associazioni familiari a partecipare alla Giornata internazionale della famiglia 2009 e desidero esprimervi la mia gratitudine per aver voluto intrecciare in questa Tavola rotonda la questione della famiglia con il tema del federalismo fiscale.

La legge delega sul federalismo fiscale rappresenta senza dubbio un risultato di assoluta rilevanza politica e istituzionale.
Il positivo contributo di tutte le forze politiche presenti in Parlamento ha segnato un percorso di convergenza ampia, teso alla ricerca del bene comune del Paese, all'insegna del dialogo e del reciproco rispetto.

L'attribuzione di ampie sfere di autonomia fiscale in capo alle Regioni e alle realtà locali si è accompagnata ad una chiara individuazione di principi decisivi per la convivenza civile:

  1. l'uguaglianza sostanziale di tutti i cittadini;
  2. la responsabilizzazione della spesa;
  3. la perequazione fra Regioni ricche e povere;
  4. la sussidiarietà orizzontale.

Il federalismo fiscale può davvero rappresentare un volano per le politiche economiche, una sorta di architrave per l'innovazione dei meccanismi di rilancio e di sviluppo dell'economia nazionale.
Allo stesso tempo il federalismo fiscale è anche un pungolo da parte dei cittadini per verificare, nella concretezza dell'azione politica dei propri governanti, la capacità di comprensione e di soluzione dei problemi più urgenti ed immediati che riguardano la vita quotidiana delle persone e delle famiglie.
La nostra generazione ha infatti ancora in mente una nozione di famiglia tradizionale.

La famiglia è innanzitutto un "legame privato", una sorta di "isola che il diritto può solo lambire", ma allo stesso tempo rappresenta anche un'istituzione sociale di grande interesse pubblico, che i padri costituenti vollero fosse agevolata con misure economiche sia per la sua formazione sia per l'adempimento dei relativi compiti.

La Costituzione ha attribuito con lungimirante consapevolezza alla famiglia "dignità giuridica".
La sua centralità resta immutata anche nelle trasformazioni e nei mutamenti della società civile. Anzi, quelle trasformazioni e quei mutamenti non possono che incidere sul sistema di coesione sociale del quale la famiglia rappresenta una delle principali e insostituibili garanzie.
La famiglia è allora quel "legame privato di interesse pubblico" che rappresenta il luogo di massima espansione di un "diritto fraterno".

In tale prospettiva, la famiglia diventa "sintesi delle generazioni" e "sintesi delle solidarietà".
E' sintesi delle generazioni in quanto segnata dal succedersi e dal cooperare di persone giovani, adulte e anziane.
E' sintesi delle solidarietà in quanto punto nevralgico del sostegno ai deboli, ai malati, alle persone con disabilità.
La famiglia è davvero il volto dell'anima profonda di una società e di uno Stato.

Dal quel nucleo originario di ogni umanità si apprende il "lessico di pace", strumento essenziale perchè le idee di libertà, di democrazia, di tolleranza ricevano un contenuto meno astratto e più vicino ai bisogni reali dei singoli individui.
Il destino di una nazione non può che alimentarsi dalla speranza che i giovani ricevono dalla testimonianza e dall'esempio dei propri genitori.
Il destino del nostro Paese è condizionato dalle eredità morali e ideali che riusciremo a trasmettere ai nostri figli.

Esiste quindi un legame inscindibile tra il benessere della famiglia e quello della società.
La famiglia vuol dire tessitura di legami verticali, solidarietà intergenerazionale, relazioni che danno il senso della continuità temporale; vuol dire rapporti di prossimità, parentela e vicinanza orizzontale, che consentono la coesione comunitaria.

L'istituto familiare, in definitiva, assolve ad una funzione insostituibile nella trasmissione ai figli del patrimonio morale, ma anche della cultura, delle tradizioni, della lingua, creando quel senso profondo di appartenenza, di consapevolezza delle origini, così necessario sia alla formazione della identità di ciascuno che alla salvaguardia della identità collettiva di Nazione.
All'interno di questa cornice, la politica è chiamata a dare risposte concrete basate sui fatti e a rifuggire da ogni retorica e da ogni tentativo di fare della famiglia un semplice spot.
Perchè la famiglia italiana assolve in misura maggiore a compiti che in altri Paesi, segnatamente del Nord Europa, sono svolti dallo Stato.
E ancora oggi la famiglia riveste molto spesso, il ruolo di vero e proprio "ammortizzatore sociale" per i giovani, prima che raggiungano l'indipendenza economica, come pure degli anziani non più autosufficienti.

Occorre, allora che i temi e i problemi collegati a questa importante istituzione abbiano ampio spazio nell'agenda delle priorità.
Il raccordo tra politiche statali, regionali e locali è essenziale per una società che voglia legare la propria sopravvivenza alle future generazioni.
Sono quindi auspicabili politiche di sostegno alle famiglie attraverso meccanismi crescenti di detrazione per i carichi familiari.
Vanno promossi con forza ulteriori strumenti al fine di agevolare tutte le attività formative ed educative che riguardano i giovani.
Occorre fornire alla famiglia un nuovo sistema di prestazioni e benefici volti a potenziarla, a favorire un incremento del tasso di natalità e promuovere politiche di integrazione per i bambini stranieri.

Si tratta di temi che il testo della legge 42 ha inteso riaffermare con l'indicazione contenuta all'articolo 2, laddove si afferma che l'attuazione della delega dovrà provvedere anche alla individuazione di strumenti di politica fiscale idonei a favorire la piena attuazione degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione.

In questo contesto si inserisce il principio di sussidiarietà, inteso nella sua declinazione "orizzontale": occorre puntare sulle politiche per il sostegno alla famiglia nella direzione di rafforzarne la sua autonomia, in quanto solo operando così è possibile anche il perseguimento di migliore responsabilità di spesa, anche in materia di welfare, senza che questo si traduca in una drammatica riduzione dei livelli di benessere dei cittadini.

Occorre quindi sostenere ogni sforzo in favore di una politica fiscale più equa nei confronti delle famiglie, con un fisco più leggero per le famiglie numerose.
Inoltre, sono ormai indifferibili forme innovative di sanità integrativa, che vedano la famiglia come soggetto, ad un tempo, di domanda e di offerta di certe prestazioni.
Si pensi alla cosiddetta ospedalizzazione domiciliare, alle terapie riabilitative per i malati psichiatrici, alle varie pratiche socio-sanitarie e a tutte le forme di libera scelta del servizio sanitario tra offerta pubblica e privata.
Bisogna, poi, valorizzare l'associazionismo, aspetto del quale voi organizzatori di questa giornata vi fate giustamente carico.
E vanno promossi meccanismi di sostegno alle famiglie che sono alla ricerca di un figlio.

Non possono essere più giustificate lungaggini da parte della burocrazia, sulla base di valutazioni di carattere prudenziale che il più delle volte tradiscono o comunque sottendono incomprensioni con le singole strutture, che invece si adoperano per favorire le pratiche adottive.
Sono utili interventi che sulla base del contributo di chi materialmente lavora sul campo possano definitivamente superare quei ritardi, che frustrano le giovani coppie e danno una sensazione di sconforto a chi generosamente sceglie di accettare nella propria famiglia un figlio adottivo.

C'è anche un altro aspetto che voglio evidenziare.
Lo spettro delle culle vuote è molte volte provocato dalla sensazione che esista una incompatibilità tra propria realizzazione personale e professionale, da un lato e cura dei propri figli, dall'altro.
Dobbiamo riconoscere che per le giovani madri la logica della flessibilità lavorativa si traduce spesso nella logica della precarietà.
Può trasformarsi in rinuncia ad un avanzamento professionale e lavorativo; oppure nella rinuncia della donna alla propria piena indipendenza economica e sociale.

Dobbiamo pertanto avvertire fino in fondo la gravità di un'emergenza che definirei familiare ed educativa allo stesso tempo.
La famiglia non è una sorta di modello convenzionale da superare.
Questi elementi possono incrinare dalle fondamenta la nostra società e sono anche veicolati attraverso stereotipi e mode percepite dai giovani come più appaganti e immediatamente realizzabili.

Con coraggio si deve ammettere che le alternative alla famiglia sono oggi chiamate: successo, svago, assenza di responsabilità.
E' allora necessario individuare il giusto rapporto tra lo Stato, le istituzioni intermedie e, tra queste, in primis, le famiglie, ed i singoli individui.

In ciò si sostanzia il principio della sussidiarietà.
In forza di tale principio, dunque, lo Stato non può né deve sottrarre alle famiglie quei compiti che esse possono egualmente svolgere bene da sole o liberamente associate, ma deve positivamente favorire e sollecitare al massimo l'iniziativa responsabile delle famiglie.

Solo attraverso un patto tra generazioni e tra istituzioni può crescere una nuova cultura della solidarietà capace di rappresentare per il Paese un'occasione di rilancio morale, economico e civile dove i giovani sono incoraggiati a sentirsi parte di un'unica grande famiglia.
Solo invertendo, per così dire, l'ordine dei fattori tra ruolo della famiglia e ruolo dello Stato, riusciremo a contrastare i fenomeni negativi che attentano alla stabilità della nostra società e riusciremo anche a fare sì che l'attuazione della legge sul federalismo fiscale rispetti i due inscindibili canoni della responsabilità e della solidarietà.

Valori, questi, che non possono e non debbono essere mai secondari a qualunque forma di interesse e egoismo di sorta.



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