Il Presidente: Discorsi

Inaugurazione del Master LUISS Guido Carli "Parlamento e Politiche pubbliche"

Discorso pronunciato in Sala Zuccari all'inaugurazione del Master LUISS Guido Carli "Parlamento e Politiche pubbliche"

10 Novembre 2010

Signor Rettore, Direttore della scuola, Professori, cari studenti,

con vero piacere, anche quest'anno il Senato vuole ospitare l'inaugurazione del master "Parlamento e politiche pubbliche 2010 - 2011 della Libera Università Internazionale degli Studi Sociali di Roma.

Voglio sottolineare l'importanza di questa scelta: la vostra università, così radicata nella storia della capitale, si fa promotrice di una scuola che ha l'obiettivo ambizioso di curare l'educazione e la professionalità di una classe dirigente, che sappia sentirsi a casa sia a Roma sia a Bruxelles, sia nelle altre capitali di un mondo ormai globalizzato. Troppo spesso si delimita l'azione delle Camere con esclusivo riferimento a criteri, quali il numero delle leggi approvate, figli di una concezione ormai superata del nostro parlamentarismo. Sfugge all'osservazione di molti, ed anche purtroppo a quella della stampa, la nuova misura in cui la nostra azione si deve collocare. Una dimensione che produce un'attività intensa, nuova, e perciò non misurata e spesso trascurata dai media nazionali, ma che invece è apprezzata a livello europeo. Alludo all'impegno del Senato nella partecipazione alla fase ascendente di formazione del diritto dell'Unione europea: un vero e proprio dialogo politico con la Commissione europea che si è avviato nella passata legislatura e che si è ora perfezionato con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona.

I numeri riportati da un recente rapporto elaborato dalla Commissione europea pongono il Senato italiano tra le più attive Camere d'Europa. So bene che non trascurerete questo aspetto, ve ne parlerà sicuramente il vostro direttore, il professor Manzella, autorevole studioso e che da senatore e presidente della Commissione per le politiche dell'Unione europea nella passata legislatura ha posto le basi e sperimentato con successo quelle prassi che abbiamo consolidato dopo l'entrata in vigore del nuovo Trattato nel dicembre scorso. Non cediamo dunque e non cedete in particolare voi giovani alla facile polemica di un ricorrente antiparlamentarismo, che vuole vedere le Camere inattive e inerti. E' vero invece che in un momento pur così complesso della vita pubblica italiana abbiamo saputo andare avanti, incamminandoci per vie nuove che rafforzano il ruolo del Parlamento come organo di indirizzo e di controllo. Il Parlamento non è un moltiplicatore di leggi. Al Parlamento legislatore si affianca il Parlamento controllore, luogo della verifica costante dell'azione dei pubblici poteri e che esprime la propria volontà sulla base di una conoscenza reale dei fatti e delle dinamiche sociali. Ma anche nell'attività legislativa - che è e che resta una delle funzioni fondamentali - al di là delle divisioni e dei confronti che segnano inevitabilmente la vita politica parlamentare, in questi anni abbiamo saputo costruire riforme importanti.

Penso in primo luogo alla nuova legge di contabilità e finanza pubblica e alla legge in materia di federalismo fiscale. La prima imporrà un complessivo ripensamento delle procedure parlamentari che si dovranno poi coordinare con le novità che provengono dalle scelte compiute a livello europeo per un più efficace coordinamento delle finanze pubbliche. La seconda, sviluppando i principi fissati nell'articolo 119 della Costituzione, avvia un processo di profondo cambiamento nella distribuzione del potere pubblico in Italia. Un processo complesso, che si riverbera anche sulle modalità di attuazione di questa legge. I decreti legislativi di attuazione infatti sono adottati seguendo un iter complesso, che vede un pieno coinvolgimento del Parlamento grazie al decisivo ruolo dell'apposita Commissione bicamerale. Sono leggi che si inseriscono in un più complessivo cantiere istituzionale che vede in prima linea la questione dell'adeguamento dei procedimenti parlamentari. Vorrei concludere con un messaggio ed un invito a voi giovani: nei vostri studi, nella vostra futura attività il senso delle Istituzioni e il significato alto della loro esistenza e del ruolo che sono chiamate a svolgere deve accompagnare ogni momento del vostro percorso di vita.

Bisogna avere fiducia nelle Istituzioni. Il rispetto delle Istituzioni è fondamentale e indispensabile. E non vi è dubbio che se si è stati eletti sulla base di un programma, quello deve essere attuato. Ma sempre nel doveroso e sensibile ascolto anche di chi non ha votato quel programma, perché la dialettica e il buon governo sono grande esempio di sintesi costruttiva e mai di conflittualità sterile e improduttiva. Il momento che stiamo vivendo chiede ed esige stabilità. La stabilità è un bene per tutti ed i rischi dell'incertezza hanno un nome: speculazione, poteri estranei al circuito democratico, precarietà del sistema economico e finanziario. Vi sono passaggi parlamentari inderogabili, come la finanziaria, che non possono minare la tenuta dell'intero sistema Paese o esporlo gravemente sul piano internazionale. C'è il tempo della responsabilità, c'è il tempo della chiarezza e c'è il tempo delle scelte. Senza forzature la nostra democrazia può reggere e superare anche le crisi più gravi. La stabilità è la precondizione per affrontare crisi ed emergenze: finanziaria, rilancio dell'economia anche come contributo al risanamento dei conti pubblici, sostegno concreto ed immediato alle popolazioni colpite da calamità.

La popolazione veneta, che ha dimostrato straordinaria capacità e determinazione nell'affrontare la gravissima situazione, come quella del salernitano colpita ieri anch'essa da alluvioni e allagamenti, possono e devono contare sull'impegno incondizionato di tutte le Istituzioni e dell'intero Parlamento. Le priorità del Paese non si affrontano con tatticismi, ma con scelte alte e trasparenti, anche nei propositi perseguiti. Nell'interesse di tutti noi italiani, sulle logiche della divisione deve prevalere il senso del bene comune, perché il destino del Paese non è di una parte, ma tutti ci accomuna e tutti ci garantisce. Cari amici, vi auguro buon lavoro e di conseguire gli obiettivi che ciascuno di voi desidera raggiungere; la passione nello studio ed in ogni altra azione che si compie è veicolo essenziale per conseguire ogni traguardo di vita. Vi ringrazio.



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