Il Presidente: Discorsi

Conferenza nazionale degli assessori alla cultura e al turismo

28 Febbraio 2009

Autorità, Signore e Signori,
sono lieto di partecipare alla Conferenza Nazionale degli Assessori alla cultura ed al turismo che vuole essere un momento di riflessione a più voci, di tutti coloro che, a vario titolo, hanno a cuore lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.

Il tema del Convegno, "Le città della cultura", racchiude una moltitudine di aspetti su alcuni dei quali desidero esprimere qualche riflessione. Sappiamo che tutta la comunità internazionale vive un periodo di forte crisi economica e che anche l'Italia non si sottrae e questo problema anche se sta adottando le proprie contromisure. Ogni Paese ha le proprie peculiarità, i propri punti deboli, i propri punti di forza. In ogni Paese di sana democrazia come l'Italia, vi sono consensi e dissensi.

Da più parti, però, si leva come una sola voce l'invito a trasformare le difficoltà in opportunità di crescita. L'abbiamo sentito dalle autorevoli parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo discorso di fine d'anno; e proprio tre giorni fa il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama è intervenuto invitando tutti a non arrendersi, a mettere a frutto intelligenza e tenacia. L'ottimismo della volontà non è soltanto uno stato d'animo, ma è innanzitutto l'impegno di ciascuno di noi di attivare tutte le risorse possibili, idonee ad affrontare i problemi.

So che tra i protagonisti di questa Assemblea intelligenza, tenacia e vera dedizione non mancano. Sono a conoscenza che alcuni settori della vita italiana, anche delicati e importanti, e uno è il vostro, risentono più di altri di alcune conseguenze negative collegate alla crisi economica internazionale. Ma sono consapevole che accanto ai beni ambientali, artistici e architettonici, culturali e turistici nell'accezione onnicomprensiva, accanto al vero grande patrimonio italiano, unico nel mondo, la professionalità e la passione che voi rappresentate e testimoniate è un altro impareggiabile patrimonio.

Perché l'Italia delle "cose e degli uomini" è veramente un valore e ciò che nessuna crisi potrà intaccare è proprio quello che possiamo definire "Il Valore Italia". Questa è la moneta inesauribile della nostra scommessa sulla vittoria, per prevalere sulla crisi e uscirne.
L'Italia è un Paese meraviglioso che possiede un grande tesoro: il patrimonio artistico e culturale al quale tutti guardano con grande ammirazione.

E' un patrimonio unico, talmente rilevante da avere consentito di registrare in un momento di crisi come questa, una maggiore domanda dei consumi culturali, rispetto ad altri settori economici: penso ad esempio alla spesa di acquisto di libri rimasta costante rispetto all'anno 2007, penso all'aumento della percentuale delle somme che gli Italiani hanno destinato ai servizi culturali. E proprio perché i consumi culturali e turistici italiani, grazie ai flussi non soltanto interni, ma in buona misura anche esteri, reggono ed hanno una tendenza positiva anche per il 2010, i problemi vanno affrontati individuando le soluzioni concretamente possibili.

In Italia sul fronte del turismo, che è culturale comunque lo si consideri, gravano alcuni costi che potremmo ridurre. Abbiamo un deficit nella utilizzazione delle tecnologie che favoriscono la fruizione turistica. Deficit rispetto ai possibili più alti livelli. E sappiamo quanto le tecnologie, se correttamente utilizzate, avvicinano e rendono facile al potenziale utente, ciò che sembra lontano e complicato. Non nuovi costi, ma uso razionale delle tecnologie.

Nel nostro Paese si sta lavorando anche al superamento di quella atavica carenza costituita dalla barriera linguistica che rende più faticoso che altrove il rapporto con i visitatori stranieri. E questo è un tema ampio che poco passa dalle vostre funzioni. Attiene ad una mentalità resistente che, per fortuna, va sempre più evolvendosi anche grazie ad interventi mirati. Occorrerebbe, inoltre, un maggiore equilibrio tra la qualità dei servizi e il loro costo. So che non è un tema facile, ma alcune delle potenziali risorse rimangono compresse anche per questo.

Inoltre, e mi sta molto a cuore, abbiamo dinanzi una frontiera che ha grandi spazi di intervento. Parlo dell'Italia delle mille contrade, dei borghi e dei paesi, anche questi meritevoli di essere considerati. Sarebbe opportuno un maggior raccordo tra le tante eccellenze italiane, produttive, culturali e paesaggistiche. La crescita di questo maggior raccordo comporta costi non rilevanti e che, comunque, sarebbero compensati ampiamente dai risultati.

Se naturalmente concordiamo sulla conservazione del nostro patrimonio culturale e ambientale, dobbiamo impegnarci con maggiore forza per la sua valorizzazione. Per fare questo non occorrono risorse finanziarie, ma risorse di metodo. Potrebbero essere razionalizzate alcune spese; sarebbe opportuna una maggiore vigilanza sulla corretta esecuzione del ruolo di padroni di casa, affinché non si verifichino quegli episodi di disimpegno operativo che talvolta emergono. In Italia come altrove. Proprio oggi è particolarmente opportuno avere maggior cura anche di quegli aspetti che è realistico potere migliorare. Aspetti che sono legati al territorio. Conosco il valore e il peso del vostro impegno e li ammiro.

A voi va il mio riconoscimento per la delicatezza dei temi che trattate e la valenza strategica della vostra funzione, che esalta la storia del nostro Paese. Vi siamo grati perché lavorate per un sistema che si propone di realizzare un grande progetto e fare divenire l'Italia bacino e culla della valorizzazione dei propri siti turistici. Sono anche consapevole che lo sforzo e le accortezze a cui il Paese è chiamato, suggeriscono una accentuata sensibilità anche verso gli aspetti di non apparente primaria importanza.

Accanto alle risorse derivanti dalla riduzione di alcuni costi e dal miglioramento di alcuni servizi, vi sono importanti volani virtuosi come, ad esempio, la sicurezza e la legalità, temi, questi, che contribuiscono ad accrescere il Valore Italia. Non siamo indietro rispetto ad altri Paesi ad alta vocazione turistica, anzi. Ma ciò che è bene, ciò che funziona, è ritenuto normale. Contribuisce però a migliorare la qualità della vita e allo sviluppo.

Ritengo utile anche rivolgere lo sguardo e l'interesse verso nuove risorse. Oggi l'Italia gode degli effetti positivi di un complessivo sistema anticrimine che la rende più forte che in passato. E' ormai possibile, quindi, scegliere di realizzare un progetto che da decenni non trova attuazione. Parlo della creazione di una nuova risorsa turistica da promuovere nei territori che ne sono ancora sprovvisti. Nel Centro e nel Sud d'Italia potranno sorgere nuovi casinò. I tempi sono maturi. Costituiranno ulteriore attrattiva per i tradizionali flussi turistici e ne susciteranno di nuovi e interessanti per l'economia di settore. Aumenteremo così la risposta italiana alla concorrenza degli altri Paesi del Mediterraneo. Essere contrari, oggi, non si giustifica più. E se è vero che taluni degli attuali casinò italiani mostrano qualche segno di crisi è altrettanto vero che le ragioni vanno ricercate al di fuori del venir meno di uno specifico interesse degli utenti.

Infine vi è un altro tema, che potremmo definire essenziale perché esistenziale. Mi riferisco alla cura, alla tutela, alla promozione, allo sviluppo della cultura in Italia, in tutti i suoi aspetti. Cultura significa crescita dell'individuo e della società. La cultura di un popolo è la sorgente primaria del suo livello di civiltà e, quindi, della qualità della sua vita.

Possiamo guardare con fiducia sia al presente che al futuro, nonostante la crisi. E' una fiducia che nasce non soltanto dalla consapevolezza di essere i detentori di risorse culturali uniche al mondo, ma anche dalla certezza che lo Stato pone questo patrimonio, cultura e turismo, in prima linea tra le realtà da tutelare. Possiamo essere certi che non viene e non verrà trascurato. Personalmente ho la quotidiana e massima attenzione, accanto ai temi della solidarietà e della legalità, per tutti i temi della cultura. In questa importante battaglia non siete soli, avete a fianco e a vostro sostegno lo Stato. E poiché l'Italia ha pochi, pochissimi concorrenti sul piano dell'offerta stabile culturale e turistica, nessuno intende perdere questo vantaggio.

Occorre, però, che tutti insieme, ciascuno nel proprio settore e nel proprio territorio, si operi guardando all'intero Paese ed alla pluralità delle sue caratteristiche e delle sue risorse.
Questa Italia, questa "Città della cultura", ha e avrà forza finché tutti noi manterremo la consapevolezza della sua capacità inesauribile e la metteremo a frutto.

Vi ringrazio per avermi invitato e in particolare per la qualità del lavoro che svolgete anche in tempi difficili dai quali, con intelligenza e tenacia, dobbiamo emergere.



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