Il Presidente: Discorsi

Giornata celebrativa della Giustizia Tributaria

Intervento del Presidente del Senato Renato Schifani a Palazzo di Giustizia, Roma

15 Aprile 2011

Autorità, Signore e Signori, rivolgo un sincero ringraziamento alla Presidente Gobbi e al Consiglio di Presidenza per il gradito invito a presenziare a questa importante giornata celebrativa della giustizia tributaria. Essa rappresenta una importante occasione per fare un bilancio dell'attività ed operare un costruttivo confronto fra i soggetti che operano nel settore, e per alcune riflessioni sulle problematiche che riguardano l'organizzazione e le esigenze dell'Amministrazione della giustizia tributaria.
Il corretto rapporto tra cittadino e fisco è un requisito di civiltà giuridica e di rafforzamento della consapevolezza civica. Nel campo del contenzioso, ogni sforzo va profuso nella direzione di una giustizia equa, imparziale, celere ed efficiente. E' perciò necessaria una legislazione che garantisca non solo l'equa ripartizione del carico fiscale ma che faciliti in ogni modo l'adempimento degli obblighi tributari, anche nel momento del contenzioso, una fase in cui si esercitano diritti inalienabili del cittadino. Più volte la Corte di Giustizia Europea ha sanzionato l'Italia a causa della eccessiva durata dei procedimenti. La giustizia tributaria rappresenta per molti versi un esempio da seguire; so di non essere il solo ad esprimere questa opinione.
Ho rafforzato questo convincimento leggendo la preziosa relazione annuale sull'andamento della giustizia tributaria, il documento che periodicamente ci aggiorna sullo "stato di salute" del settore. Nel 2009 le Commissioni Tributarie Provinciali hanno deciso oltre 240.000 ricorsi, mentre quelli delle Commissioni Tributarie Regionali sono stati oltre 45.000. Una "produttività" elevata che conferma il forte impegno della magistratura tributaria. Si è così evitato l'accumulo di ulteriore arretrato anche in presenza di una ulteriore riduzione del numero dei Giudici Tributari.
Al riguardo, vi rivolgo un sincero plauso per l'approvazione dei criteri per i concorsi interni che dovrebbero consentire nell'arco di qualche anno, l'aumento di organico di molte Commissioni Tributarie. E' il risultato dell'alta efficienza delle Commissioni Tributarie. Oggi, anche grazie alla presenza di una pluralità di professionalità presenti, esse si caratterizzano per gli adeguati tempi delle decisioni, in linea con il precetto costituzionale della ragionevole durata del processo. A ciò si aggiunge che solo una minima parte delle sentenze di primo grado viene appellata, a conferma della qualità di questa giurisdizione. La media degli appelli proposti contro le decisioni delle commissioni tributarie provinciali si attesta infatti su un livello del 13-14%. Ne deriva il mancato accumulo di ulteriore arretrato, condizione che invece appesantisce la giurisdizione ordinaria.
Occorre però soffermarsi sulle criticità ancora presenti e sulle possibili soluzioni. Si è oggi consolidata una giurisdizione generale in materia di tributi. Nel frattempo, il rapporto tra Stato e cittadino ha subito una forte evoluzione, coerente con i principi di un moderno Stato democratico, in particolare dopo l'entrata in vigore del cosiddetto "statuto dei diritti del contribuente". In questa prospettiva di sempre maggiore complessità della materia, il problema è quello di reperire professionalità adeguate rispetto al tecnicismo e la forte specializzazione che contraddistingue il giudizio tributario. Solo una magistratura autonoma e indipendente può garantire le ragioni del cittadino a fronte a possibili abusi e al tempo stesso affermare l'immagine dell'uguaglianza di fronte alla legge.
Non può non valere il principio secondo cui la credibilità e la fondatezza delle decisioni emesse nell'esercizio della giurisdizione discende direttamente dal grado di autonomia e professionalità dei Giudici che la amministrano e tali valori essenziali è chiamato a tutelare il Consiglio di presidenza, nella sua qualità di organo custode degli stessi. La scelta di prevedere la specialità della materia tributaria e, quindi, una giurisdizione ad hoc, deve essere perciò pienamente rispettosa dei necessari requisiti di indipendenza e autonomia che ne caratterizzano imprescindibilmente l' essenza e che consentono di inquadrarla nel più ampio concetto di un'unica giustizia che si differenzia solo ratione materiae. Questa scelta è stata fatta propria anche dal legislatore nell'ambito della futura riforma della giustizia che ha previsto il mantenimento delle giurisdizioni speciali. Sono all'attenzione del Parlamento diverse proposte di riforma che spero vengano esaminate in tempi brevi, per conferire maggiore razionalità alla materia. In un'ottica di più largo respiro, vanno poi effettuate alcune scelte di fondo sul ruolo dei giudici tributari.
Occorre in particolare decidere se mantenere l'assetto attuale di un organico di personale di magistratura onoraria, formato da giudici che svolgono un'altra principale attività o piuttosto un ruolo esclusivo, costituito da magistrati tributari dediti a tempo pieno alla giurisdizione. Sarà poi fondamentale definire le regole per il reclutamento dei giudici tributari, con riferimento ai necessari requisiti della preparazione tecnica, dell'esperienza e delle capacità organizzative. In questi due anni e più di lavoro, al Consiglio di Presidenza della giustizia tributaria va riconosciuto il merito di essersi prodigato nella direzione di un miglioramento della preparazione e della professionalità dei magistrati tributari.
Il mio plauso va alla maggiore attenzione prestata ai casi di incompatibilità e di rilevanza disciplinare, punto di particolare attenzione dell'opinione pubblica; singoli sporadici casi, per quanto isolati, rischiano infatti di minare la credibilità dell'intera categoria. Vanno ancora citate l'approvazione di una nuova dichiarazione annuale di "compatibilità" dei giudici tributari, l'istituzione di un Ufficio Ispettivo, l'approvazione di un sistema di assegnazione tramite sorteggio dei fascicoli alle sezioni delle Commissioni. So che tutto ciò è stato realizzato in un contesto di forte riduzione delle risorse disponibili, circostanza purtroppo imposta dalla attuale situazione di crisi economica internazionale.
Un sincero plauso va pertanto formulato anche al personale addetto alle Segreterie delle Commissioni, al Consiglio di Presidenza ed al suo Segretario generale per la capacità e la professionalità di cui hanno dato prova. Il complesso di questi problemi mi spinge a dire che non è più rinviabile un intervento organico di riforma della giustizia tributaria. Il Consiglio ha già espresso in proposito alcune idee. Sul piano delle riforme condivido anche l'idea di ridenominare le Commissioni in Tribunali Tributari, per dare al cittadino la percezione della reale natura di questi organismi. In ordine ai criteri di accesso, occorre certamente riflettere sulla opportunità di garantire la temporaneità di tutte le cariche, accessibili a tutti i giudici che ne posseggano i requisiti.
E' chiaro infine che una prospettiva di riforma della giustizia tributaria deve inquadrarsi nel sistema fiscale nel suo complesso, incentivando ulteriormente gli strumenti deflattivi del contenzioso, gli istituti dell'autotutela e dovrà tendere a dissuadere dall'usare il contenzioso tributario come strumento meramente dilatorio. Signora Presidente, sono fermamente convinto dell'opportunità di riformare le regole che governano il processo tributario. In Parlamento giacciono alcuni disegni di legge di riforma della giurisdizione tributaria, il Governo vi sta riflettendo. Sulla materia è già stato raggiunto un buon livello di consapevolezza sia dei problemi che delle soluzioni. Da parte mia vi garantisco massima attenzione in quanto la materia è matura per una decisione attesa da anni. Bisogna guardare con attenzione alla selezione ed alla motivazione dei giudici tributari.
Mi auguro che il clima nel prossimo futuro sia sereno anche sul fronte delle riforme che interessano la giurisdizione ordinaria e che non si verifichino "tensioni tra istituzioni della Repubblica e tra quelle che incarnano i rapporti fra politica e giustizia". Sono queste le parole del Capo dello Stato in tema di riforma della giustizia ordinaria e che possano adattarsi a queste circostanze, pur nel clima meno teso che fortunatamente caratterizza la giurisdizione tributaria. Riformare la giustizia tributaria è compito difficile ma non impossibile; se saremo in grado di riformare bene, potremo concorrere con maggiore serenità alla competizione economica con gli altri Paesi, riusciremo a porci agli stessi loro livelli, incentivando le imprese straniere ad interloquire con maggiori garanzie con il nostro mondo imprenditoriale. E al contempo potremo sentirci finalmente orgogliosi di fornire agli utenti della giustizia quelle risposte che chiedono da troppo tempo.
Non dobbiamo però arroccarci su posizioni precostituite alla difesa di specifici interessi particolari, per quanto legittimi. L'autonomia, l'indipendenza e la professionalità e l'efficienza della giustizia tributaria, non sono mere petizioni di principio ma le stesse vanno perseguite anche mediante la destinazione di risorse adeguate. Con questo spirito, sono certo che tutte le parti in causa sapranno collaborare per redigere una riforma ormai da troppo tempo attesa.
Quello che serve è umiltà nell'approccio alle complesse problematiche che si presenteranno, intenzione ferma e decisa di trovare adeguate soluzioni, con vero intento di raggiungere gli obiettivi che ci accomunano: la giustizia fiscale, la tutela dell'interesse erariale, il bene dei cittadini.
Vi ringrazio.



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