Il Presidente: Discorsi

Scienza e istituzioni contro il rischio sismico

12 Marzo 2010

Autorità, illustri Professori, gentili Signore e Signori,
sono lieto di partecipare a questo importante Convegno e porgo il mio saluto a tutti i presenti, con l'augurio di un proficuo svolgimento dei lavori. La scelta di organizzare questo Convegno su Scienza e Istituzioni a Messina racchiude in sé un profondo significato. La memoria del tremendo sisma del 28 dicembre 1908 non è fine a se stessa, perché sottolinea la volontà e la capacità del Paese di reagire alle avversità, mettendo a frutto cultura, esperienza tecnica, solidarietà civile.

Nella terribile notte del 28 dicembre, uno spazio di pochi minuti vide Messina quasi tutta distrutta, e Reggio Calabria devastata. Questa sciagura, che ha segnato dolorosamente la nostra terra, rappresenta un momento di straordinaria solidarietà nazionale e internazionale. Tanti giovani, da tutte le parti d'Italia, vennero in soccorso. La società civile mostrò quella capacità di reagire e di operare che è uno degli elementi vitali del nostro Paese.

Il Convegno si svolge proprio nel momento in cui si è riaperta drammaticamente la questione del territorio: occorre avere strumenti operativi efficaci, normative e procedure adeguate, un'azione amministrativa coerente. La fruizione equilibrata dei beni ambientali riunisce in sé interessi pubblici della massima importanza. Senza il rispetto delle regole non si può avere uno sviluppo armonico e rispettoso dell'ecosistema. Questo tema è reso più acuto, proprio nella Provincia di Messina e nella vicina Calabria, dalle incombenti minacce ambientali: penso alla sofferenza della popolazione di Giampilieri, di Maierato, di San Fratello.

Le vittime dello scorso autunno proprio qui, alle porte di Messina;
- l'allarme a San Fratello, con uno spostamento di volumi di terreno pari a 50 milioni di metri cubi;
- le situazioni, non meno gravi, di dissesto idrogeologico in Calabria;
tutti questi eventi ci ricordano che il territorio non può essere oggetto di dissennato sfruttamento, ma di cura avveduta. Per questo occorre aprire un nuovo clima di attenzione e cooperazione tra il mondo della Scienza e le Istituzioni, che hanno la responsabilità di porre le regole e di assicurarne il rispetto.

E' compito del mondo della Scienza, che è qui rappresentato con tanta autorevolezza, individuare gli interventi e le modalità di azione più efficaci per una gestione consapevole del territorio e per la prevenzione delle emergenze ambientali, rese più acute e insidiose dal mutamento globale delle condizioni climatiche. E' compito della Politica e delle Istituzioni far tesoro di queste indicazioni e tradurle in coerenti disegni d'azione amministrativa.

Gli spunti e le proposte che verranno anche dal presente Convegno non debbono cadere nel vuoto. Spetta a tutte le Istituzioni pubbliche, agli Organi centrali dello Stato, alle Regioni, agli Enti locali dimostrare con azioni concrete che si sta cambiando rotta.

Con recenti provvedimenti, Parlamento e Governo hanno dato un segno importante - pur nei limiti imposti dall'attuale situazione di bilancio - per affrontare le punte più acute del degrado del territorio. La legge finanziaria del dicembre scorso prevede un impegno straordinario per rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico (è l'articolo 2, comma 240, della legge finanziaria per il 2010, n. 191/2009).

Ora, il decreto-legge sulla protezione civile n. 195/2009, convertito nella legge n. 26/2010 dopo un laborioso esame parlamentare, si fa carico delle esigenze di tempestività, efficacia e coerenza degli interventi. Saranno nominati commissari straordinari per le misure urgenti da effettuare nelle aree settentrionale, centrale e meridionale del territorio nazionale. I commissari provvederanno all'azione d'indirizzo e di supporto promuovendo le necessarie intese tra i soggetti pubblici e privati, nel rigoroso rispetto del diritto comunitario. Al termine dell'incarico daranno conto al Parlamento dell'attività svolta. Anche prima di allora le Camere - attraverso le Commissioni competenti - dovranno svolgere ogni opportuno monitoraggio ed esercitare il necessario controllo.

Per la migliore tutela delle aree a rischio, occorrerà razionalizzare anche la rete delle autorità di bacino, istituendo i distretti idrografici secondo quanto indicato dalla direttiva acque della Comunità europea n. 60 del 2000. Altri interventi normativi potranno rivelarsi utili per razionalizzare, perfezionare e semplificare il quadro delle regole. Quanto più limpido è il contesto normativo, tanto più rapida e trasparente sarà l'azione degli operatori pubblici e privati.

In questo spirito va salutato con favore il recepimento dell'ultima direttiva comunitaria nel settore degli appalti pubblici n. 66/2007, al quale hanno fornito un rilevante contributo le Commissioni parlamentari. Miglioreranno così le procedure al fine di garantire tempi certi, massima trasparenza e garanzie per l'Amministrazione e per le parti interessate.

Ma all'intervento legislativo deve seguire, coerentemente, un'applicazione delle norme attenta, rigorosa e scrupolosa. L'alluvione di Giampilieri è, certamente, frutto di un'emergenza eccezionale. Ma i suoi effetti sono stati aggravati da imprudenti utilizzazioni del territorio. Dobbiamo, tutti, acquisire la consapevolezza che non si può edificare dovunque senza rispettare standard, prescrizioni, limiti, o cercando scorciatoie per eludere gli strumenti urbanistici.

L'attività di prevenzione richiede che per tempo siano predisposti quegli atti di programmazione e regolazione il cui fine essenziale è di consentire lo sviluppo ordinato delle città e del territorio in genere, diminuendo e mitigando gli effetti degli eventi calamitosi. L'amministratore pubblico, investito della delicata funzione di guida di una comunità, è chiamato dal voto popolare ad una grande responsabilità civile e morale, prima ancora che politica. E non deve essere lasciato solo nell'esercizio di funzioni complesse e gravose.

Il mio auspicio è che il mondo della Scienza e dell'Università fornisca ogni supporto utile affinché i poteri pubblici si concentrino sugli interventi più efficaci, guardando non soltanto alle emergenze di oggi, ma alle esigenze di lungo periodo per il recupero e la salvaguardia ambientale. In questa chiave, resta d'attualità la lezione che gli Uomini di Governo e di Scienza seppero dare dopo la catastrofe del 28 dicembre 1908. Il Potere politico invocò il contributo e la fattiva collaborazione delle Istituzioni scientifiche. E l'Accademia dei Lincei, sollecitata dal Governo, produsse in breve tempo un memorabile rapporto sulla situazione messinese e sulle possibili direttive della ricostruzione. Ne seguì uno sforzo significativo, accompagnato dalla legislazione speciale raccolta poi nel testo unico 12 ottobre 1913, n. 1261.

Le energie e le capacità non mancano nel nostro Paese. Il terremoto in Friuli e la recente ferita inferta a L'Aquila hanno rivelato un patrimonio di sapere pratico, di risorse organizzative, di volontà di reagire. La Protezione civile merita la nostra riconoscenza per l'impegno e la dedizione dei suoi operatori. Il Paese deve gratitudine ai tanti volontari che si sono spesi, con grande spirito di solidarietà, accorrendo in aiuto delle popolazioni colpite. E va dato atto al Governo di essere intervenuto con tempestività e capacità sia nella fase degli interventi di somma urgenza, sia in quella post-emergenziale, e di aver compiuto uno sforzo straordinario sul piano normativo e organizzativo.

Il compito di chi ha responsabilità politiche e amministrative è certo assai impegnativo e impone un uso oculato del denaro pubblico. Sono consapevole che i fondi destinati alla gestione delle emergenze dovranno essere integrati da ulteriori risorse per le strategie di lungo periodo e utilizzati secondo procedure rigorose. Il patrimonio ambientale del nostro Paese va salvaguardato nell'interesse non soltanto della nostra generazione, ma soprattutto delle altre che le succederanno. Occorre un'intesa fra tutte le forze politiche per destinare stabilmente una quota del pil ad opere e interventi di lungo periodo contro il degrado del territorio e per ridurre le aree di vulnerabilità, dedicando un'attenzione particolare alla prevenzione del rischio sismico per le infrastrutture e per gli edifici pubblici e privati.

Bisogna fronteggiare l'emergenza. Ma gli interventi d'urgenza - lo dimostra il caso di San Fratello - debbono essere seguiti e integrati da una strategia di consolidamento e recupero del suolo che si protragga negli anni. Dobbiamo curare la piena operatività degli Istituti universitari e di ricerca specializzati. Il mondo della scienza e della ricerca deve essere sostenuto con maggiore impegno economico: con la consapevolezza che le risorse così impiegate rappresentano un tesoro messo a frutto per il futuro.

Occorre il massimo rigore nell'esercizio dei poteri amministrativi e d'indirizzo. La riforma del Titolo V della Costituzione e la recente delega sul federalismo fiscale valorizzano il ruolo delle autonomie locali e regionali. Questo ampliamento delle competenze porta con sé un accresciuto carico di responsabilità per gli amministratori locali che devono essere posti nelle condizioni di serenità e di efficienza per svolgere al meglio le loro delicate funzioni.

Debbono essere quindi rafforzate le strutture amministrative di sostegno; particolare cura deve essere prestata ai ruoli tecnici al servizio delle autorità locali. Dovrà crescere e consolidarsi la cultura della cooperazione, evitando sterili conflitti di competenza e paralisi amministrative.

La scienza è fondamentale: ci ha illuminato in passato e deve guidarci nel cammino che ci aspetta. Dobbiamo fare tesoro del suo insegnamento. Non possiamo consentire che l'Uomo distrugga l'ambiente in cui vive. Occorre impedire che abusi ed errori portino a nuovi attentati all'integrità del territorio. Il rispetto dell'ambiente e la rigorosa osservanza delle leggi che disciplinano le aree a rischio, deve divenire un obbligo preciso e inderogabile. Deve costituire il nostro impegno, la nostra volontà politica. Perché il fine primario della politica è quello di salvaguardare l'Uomo, le sue condizioni di vita, in equilibrio con l'ambiente.

Sono certo che gli studiosi qui riuniti non mancheranno di dare il loro valido e prezioso contributo su un tema vitale per l'intera Comunità nazionale e internazionale.



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