Il Presidente: Discorsi

Concerto di coralità di montagna in memoria dei Caduti in Afghanistan della Brigata Alpina Julia

Intervento del Presidente del Senato in occasione del concerto di Coralità di montagna in memoria dei Caduti in Afghanistan della Brigata Alpina Julia, tenuto nell'Aula del Senato

4 Novembre 2010

Autorità, Signore e Signori, amici.

Appena mi è stata trasmessa, ho accolto con entusiasmo l'iniziativa della senatrice Bonfrisco e del presidente Marini di organizzare in Senato un concerto di coralità di montagna. Non potevamo non ricordare, con le note della vostra tradizione, in questa Aula dove sono state scritte tante pagine della storia d'Italia, i nostri ragazzi caduti in Afghanistan e in particolare le vittime dello scorso 9 ottobre: Gianmarco Manca, Sebastiano Ville, Francesco Vannozzi e Marco Pedone.

I Giovani Alpini della Brigata Julia hanno sacrificato la loro vita per tutelare la libertà nel mondo e, non dimentichiamolo, la nostra sicurezza.

Un ulteriore tributo che il popolo italiano ha pagato per aiutare il popolo afghano, nella comune battaglia contro il terrorismo internazionale che uccide e disprezza la vita, la sua dignità, il suo irrinunciabile valore. Tutti i soldati italiani che hanno donato le loro vite in missioni lontane, sono il nostro orgoglio, la speranza della Nazione, l'orizzonte del nostro avvenire. I valori dell'amicizia, della generosità, della solidarietà e del coraggio che il Corpo degli Alpini porta con sé come fossero indissolubilmente legati a quel particolare modo di essere da sempre definito semplicemente alpinità, sono magistralmente espressi dai canti che da sempre vi accompagnano. Gli Alpini, insieme a tutte le forze armate, hanno rappresentato e rappresentano in tutto il mondo, oggi più che mai, l'immagine più alta e nobile di un'Italia moderna, europea e partecipe delle sofferenze dei popoli, pronta ad aiutare i Paesi che sono in difficoltà e ad accogliere, attraverso il loro intervento e la collaborazione con le autorità locali democraticamente elette, coloro che fuggono dall'orrore delle dittature e delle guerre.

Oggi l'Italia si stringe attorno al Corpo degli Alpini e ai familiari dei giovani eroicamente caduti in terra straniera. Il loro sacrificio serva a ciascuno di noi per riflettere sull'importanza degli antichi, ma sempre attuali, valori sanciti nella nostra Carta costituzionale e in essi ritrovare lo spirito di Unità nazionale, culturale, politica ed economica. Purtroppo un improvviso e doloroso accadimento non mi ha dato la possibilità di essere con voi sin dall'inizio, ma voglio salutare e sinceramente ringraziare il coro degli Alpini di Peschiera del Garda, il coro della Portella dell'Aquila, il coro degli alpini di Piovene Rocchette in provincia di Vicenza e il coro degli alpini Brigata Julia Congedati, che si sono alternati per la prima volta in questa Aula.

Sono convinto che iniziative come questa, in occasione dei festeggiamenti per la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze armate, vadano annualmente ripetute per attestare con fermezza il nostro spirito di appartenenza a una grande Nazione, nella consapevolezza che l'Unità nazionale sia un valore fondamentale e nella speranza che ciascuno si prodighi affinché il futuro dell'Italia si fondi sulla pace sociale e la concordia nazionale. L'unità nazionale non è un semplice ricordo, ma è memoria che costruisce il destino di un popolo, simbolo di una storia capace di farsi appartenenza, identità, visione. La strada dell'unità va percorsa senza incertezze, sapendo costruire insieme quella casa comune che appartiene a tutti e nessuno esclude o delegittima. La forza di un pensiero inclusivo è la rete che ci sorregge, il fondamento della nostra comunità civile.

Viva il Corpo degli Alpini, viva le Forze Armate, viva l'Italia!



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