Il Presidente: Discorsi

"Dottorato internazionale di Ricerca in analisi dei Sistemi Finanziari e dei Processi di Gestione dei Rischi"

Discorso pronunciato alla presentazione del corso di dottorato internazionale di ricerca in "Analisi dei Sistemi Finanziari e dei Processi di Gestione del Rischio" "Regolamentazione, autorità e gestione dei rischi sistemici"

24 Novembre 2010

Autorità, Signore e Signori, rivolgo il mio caloroso saluto ai docenti e agli intervenuti dell'università degli Studi Guglielmo Marconi, alla Facoltà di Economia e al suo Preside.

L'Ateneo, la prima Università "aperta", ha dimostrato nei fatti di sapere unire efficacemente le metodologie di formazione a distanza consentite dalle nuove tecnologie telematiche con le più tradizionali e consolidate attività di formazione frontale. In un'Italia che ha assistito alla proliferazione dei centri di studio, alla nascita dei "corsi fantasma" e all'arroccamento su posizioni di rendita, l'autorevolezza di una proposta formativa all'avanguardia apre l'orizzonte alla cultura del "saper fare", sintesi dell'impegno, della ricerca, del lavoro. Un efficace modello di formazione universitaria proietta la dimensione della conoscenza verso la realizzazione della piena persona. Il sistema accademico è sembrato talvolta povero dei necessari sensori, capaci di captare in tempo reale i mutamenti socio-economici e preservare la necessaria duttilità per le più adeguate e rapide innovazioni.

Le ricadute della globalizzazione economica e finanziaria pervadono ormai tutte le discussioni sulle dinamiche di sviluppo delle relazioni internazionali, e non solo di quelle economiche. Le Autorità pubbliche ne subiscono le conseguenze e devono approntare con sempre maggiore velocità decisionale efficaci risposte alle sfide regolatorie che questa nuova dimensione ci impone. Per affrontare la crisi non basta lo spirito di adattamento. Non possiamo farci rincorrere dai problemi: la politica e le istituzioni hanno il dovere di anticipare la soluzione delle emergenze secondo una logica di governo solidamente ancorata alla realtà e non vittima dello stillicidio delle polemiche quotidiane. La nostra generazione è cresciuta dentro il perimetro dell'alleanza atlantica, della comunicazione tradizionale, della finanza ancella dell'economia reale. Oggi si impone un confronto permanente con la globalizzazione, la telematica, la finanza sregolata. Nel breve termine, la ripresa appare ancora dalle prospettive incerte e il principale fattore di rischio nei paesi avanzati potrebbe essere legato agli effetti delle misure di stabilizzazione della finanza pubblica necessarie per correggere gli squilibri accumulati durante la crisi. Anche il rischio sovrano in alcuni paesi dell'area euro costituisce un elemento di potenziale instabilità per il sistema finanziario.

Gli avvenimenti di questi giorni ci confermano la persistenza sui mercati azionari di forti timori sulle possibili ripercussioni dell'esposizione del sistema bancario verso i paesi più fragili dell'area dell'euro. Sul piano dell'analisi teorica, invece, tutti i rapporti mettono in evidenza come la crisi sia l'effetto di una non positiva combinazione di fattori: fallimenti del mercato, squilibri macroeconomici finanziari e monetari, regolamentazione inadeguata, debole supervisione, insufficiente vigilanza prudenziale. E' chiaro a tutti che la crisi ha evidenziato sia la instabilità dei mercati finanziari sia l'inefficacia delle politiche economiche. La crisi ha mostrato che le istituzioni finanziarie internazionali non sempre sono state all'altezza della situazione. Il sistema finanziario mondiale ha evitato l'implosione solo perché è stato attuato il più colossale salvataggio generalizzato a carico delle banche centrali e dei contribuenti. Il ruolo futuro delle Autorità di garanzia è decisivo per assicurare stabilità ai mercati e saldezza delle istituzioni, fornendo il necessario supporto per prevenire nuove potenziali situazioni di incertezza economica.

Il dottorato di ricerca internazionale che viene oggi presentato intende indagare le complesse interrelazioni tra la configurazione, sempre più complessa, dei sistemi finanziari e i processi di gestione dei rischi. In questo contesto mi preme richiamare l'attenzione sul ruolo delle autorità di regolazione. La crisi è il chiaro prodotto di un doppio fallimento: del mercato e della politica economica. Entrambi hanno mostrato, infatti, i loro limiti rispetto ad uno dei loro ruoli più importanti nell'economia: quello di garantire uno svolgimento delle transazioni al riparo da attacchi speculativi, così da evitare crisi sistemiche. La dimensione più generale di questo doppio fallimento è solo in parte il riflesso della incapacità del sistema globale di produrre un aggiustamento ordinato degli squilibri dei pagamenti internazionali. Gli squilibri sono stati infatti il frutto di deficit accumulatisi in oltre un decennio, di cui non si è avvertito pienamente il grado di pericolosità per le economie. La crisi ha provocato reazioni e risposte dai governi e una loro richiesta di riforma delle istituzioni internazionali, per quanto riguarda il mandato, gli strumenti e la governance. La compensazione degli squilibri economici internazionali non può più essere affidata unicamente al mercato.

Al mercato, dunque, occorre affiancare una ridefinizione del sistema di regolazione dei mercati finanziari. Un meccanismo, su scala planetaria, che non potrà escludere il coinvolgimento attivo delle principali economie emergenti e un nuovo mandato, da attribuire alle istituzioni finanziarie internazionali, al Fondo Monetario Internazionale, in primo luogo, come anche all'Unione Europea. Il Fondo ha recentemente adottato la riforma proposta dal G20, accordando maggiori poteri di voto alle economie emergenti e facendo della Cina il terzo paese più importante all'interno dell'istituto. Si tratta di una decisione storica che rende piena la legittimità del Fondo sul piano della rappresentatività. In un sistema multipolare una governance rinnovata deve essere in grado di esercitare un controllo reciproco, sufficiente per indurre tutti i principali protagonisti a mettere in pratica collettivamente le misure necessarie a tamponare specifiche situazioni di emergenza. Anche le autorità di regolazione hanno un crescente bisogno di conoscere per deliberare, e la vostra attività contribuirà ad incrementare la formazione in questo campo. L'allarme di questi giorni sulla crisi economica internazionale deve richiamare tutte le forze politiche ad un grande senso di responsabilità, per fare in modo che siano poste in essere tutte le iniziative volte a scongiurare che il Paese, in caso di sua ingovernabilità, possa essere oggetto di speculazioni. Gli italiani chiedono alla politica il coraggio di scelte chiare, trasparenti, perché la nostra economia possa essere messa al riparo dai pericoli che hanno toccato altre parti dell'Europa.

Sino ad oggi i nostri conti pubblici sono stati messi in sicurezza; questo grande traguardo non può e non deve essere scalfito attraverso sistematiche e continue conflittualità interne agli schieramenti o tra gli stessi schieramenti. La conflittualità determina, infatti, incapacità o lentezza di scelte forti e coraggiose nell'esclusivo e superiore interesse del Paese. La stabilità è la condizione per mantenere i risultati ad oggi raggiunti e per conseguire una posizione ancora più favorevole e sicura. In un quadro generale così delicato e complesso qual è quello attuale, non possiamo permetterci rallentamenti o arretramenti che potrebbero mettere a rischio i preziosi risultati di cui oggi disponiamo. Per questo siamo tutti chiamati a svolgere un ruolo costruttivo che significa altruismo, senso delle istituzioni e abbandono di ogni tensione interna. L'iniziativa che viene presentata oggi è davvero di indiscusso valore, oltre che di estrema attualità e di ciò credo dobbiamo esservi tutti riconoscenti.

A voi tutti un sincero augurio di buon lavoro.



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