Il Presidente: Discorsi

Il ruolo dell'Italia in un nuovo contesto euromediterraneo

3 Maggio 2010

Autorità, Signore e Signori,
sono lieto di intervenire oggi alla conferenza del Centro Meseuro dal titolo "La presidenza italiana dell'APEM".
Saluto l'onorevole Mauro e l'onorevole Pittella, congratulandomi con loro per il lavoro svolto.
Desidero rivolgere il mio cordiale benvenuto al collega, Presidente del Parlamento giordano, Sua Eccellenza Abdel Hadi Majali, al Presidente Massimo D'Alema e a Sua Eccellenza Mons. Ettore Balestrero.
Particolarmente suggestivo già nel nome, quello di un vento mediano che soffia nel Mediterraneo da Sud est, tra lo Scirocco e il Levante, Meseuro vuole essere un punto di riferimento per le Fondazioni per l'Europa del Mediterraneo, un'area cruciale sia per l'Italia che per l'Europa intera.
Il Mare nostrum, ove afferiscono tre continenti e innumerevoli sponde,è stato la culla di grandi civiltà che hanno caratterizzato la storia dell'uomo, punto di formazione e di incontro delle tre religioni monoteiste, nonché testimone di venti civiltà diverse.

E' la fonte profonda dell'alta cultura e vanto della nostra civiltà.
Crocevia di popoli, storia, civiltà, culture, lingue diverse fra loro, determinante tessuto di scambi commerciali, esso ha rappresentato un fattore fondamentale di unificazione e di incontro per l'evoluzione e la crescita dell'umanità.
Il Mediterraneo è una realtà complessa; i Paesi che visi affacciano hanno storie diverse, hanno seguito percorsi evolutivi distinti, anche se nella loro storia plurimillenaria si sono realizzate forme di coesione e di aggregazione. Un universo pluriverso.
Tutto ciò che siamo oggi, lo dobbiamo al nostro passato, alla nostra storia, agli uomini che ci hanno preceduto e all'impronta che essi hanno lasciato.
In questo senso, determinante è stata la possibilità di avere un luogo di incontro, un humus fertile in cui culture e civiltà hanno potuto impiantare il seme della propria storia e giungere a maturazione.

La centralità del Mediterraneo è stata però per lungo tempo ridimensionata dalla scoperta dell'America e dal formarsi di un'area di interesse e di scambio molto più ampia, che ha visto l'Atlantico trasformarsi nel vero mare di riferimento.
Oggi la situazione è nuovamente mutata.
Si ritorna ad una rilevanza senza pari del nostro mare. La globalizzazione, i nuovi mercati che si sono aperti in Asia, le opportunità offerte dal canale di Suez, contribuiscono a restituire al Mediterraneo la posizione di forza rivestita in passato.
Il Mediterraneo può ritornare ad essere fulcro ove si intersecano multiple strade. Non solo come modo di ottimizzare trasferimenti di merci e persone, ma come concetto carico di significati sociali.
Strada come opera umana, come mezzo, come opportunità, come scambio di idee, come simbolo.

Uno spazio che costituisce un centro capace di generare reti di relazioni.
L'Europa ha da tempo sottolineato quanto importante sia l'area in questione, rilanciando le politiche euromediterranee a partire dal processo di Barcellona, inaugurato quindici anni fa. La creazione dell'Unione per il Mediterraneo in occasione del Vertice di Parigi del giugno 2008, ha rappresentato un'ulteriore tappa verso una crescente centralità della dimensione mediterranea nelle politiche dell'Unione europea, che deve peraltro ancora dispiegare a pieno le sue potenzialità.
L'Assemblea Parlamentare Euromediterranea (APEM), fortemente voluta da alcuni paesi fra i quali l'Italia, ha rappresentato fin dalla sua nascita nel marzo 2004 "il versante parlamentare del processo di Barcellona" e più in generale delle politiche mediterranee dell'Unione europea. Ne fanno parte infatti 280 parlamentari, di cui 140 appartengono ai paesi partner mediterranei e 140 ai Parlamenti europei; a questi si sono recentemente aggiunti anche i Parlamenti dei paesi rivieraschi, da Monaco ai Balcani.
Dal mese di marzo di quest'anno, e fino al marzo 2011, il Parlamento italiano ha assunto la Presidenza dell'Assemblea parlamentare euromediterranea ed io, come Presidente del Senato, insieme al Presidente della Camera, abbiamo assunto il compito di coordinarne i lavori, ospitando e presiedendo le riunioni del Bureau di Presidenza, fondamentale organo di programmazione, nonché la sessione plenaria, prevista per il marzo del prossimo anno.

Tra le prime iniziative poste in essere dalla Presidenza italiana, e finalizzate a garantire la massima trasparenza sul lavoro che si sta svolgendo, è stato predisposto un apposito sito web, alimentato dal Senato.
Fra i temi condivisi sui quali stiamo lavorando in via prioritaria e in assoluta continuità con la Presidenza giordana, cui siamo subentrati, meritano particolare menzione il dialogo sui diritti umani e la promozione della democrazia, la cooperazione nei settori della piccola e media impresa, la creazione di una banca euromediterranea di sviluppo, la tutela dell'ambiente con attenzione particolare al nostro mare anche per ciò che concerne il corretto sfruttamento delle sue risorse, l'immigrazione, l'integrazione, il dialogo fra religioni e culture, i "percorsi di pace" con specifica attenzione agli scambi tra giovani.
Molti sono inoltre gli impegni organizzativi che le due Camere assolveranno, fra cui la prima riunione del Bureau di Presidenza il prossimo 18 giugno, che si svolgerà sotto l'egida del Senato a Palermo.
In quella sede saranno oggetto di specifico approfondimento due temi che il Senato ha reputato di particolare interesse: la protezione dell'ambiente marino con particolare interessa al problema dell'inquinamento del mare Mediterraneo, e le misure necessarie per far fronte a una situazione a forte rischio di degrado.

Credo poi che la creazione di una banca euromediterranea per la piccola e media impresa, potrà costituire un utile strumento e un serio incentivo al lavoro di quelle imprese che vogliono investire nella sponda sud del Mediterraneo.
Inoltre sarà necessario predisporre tutti gli strumenti normativi e amministrativi idonei a creare nei paesi interessati una struttura e un ambiente moderni e favorevoli all'avvio di attività imprenditoriali.
Un processo di modernizzazione, questo, che non potrà non avere una seria e favorevole ricaduta sui difficili processi di pacificazione, in un'area che da troppo tempo è teatro di conflitti drammatici e che può e deve tornare a essere crogiolo di civiltà e luogo di incontro e di dialogo .
Un'ulteriore priorità cui la Presidenza italiana attribuisce un valore fondamentale sarà inoltre l'avvio di più solidi rapporti istituzionali con il versante governativo rappresentato dall'Unione per il Mediterraneo (UpM).
Le relazioni fra APEM e UpM non sono ancora strette come si auspicava fossero, e ancora pochi sono gli esempi di reciproci scambi.
Poiché la situazione in Medio Oriente ha continuato ad inasprirsi, solo alla fine del 2009 sono ripresi i negoziati che hanno condotto alla nomina del Segretario Generale dell'UPM e all'approvazione dello statuto del Segretariato.

I ritardi hanno condizionato pesantemente anche la fase di avvio dei sei, grandi progetti regionali individuati dal vertice dei Capi di Stato e di Governo a Parigi nel 2008: piano solare mediterraneo, sviluppo della piccola e media impresa, autostrade del mare, interconnessione dell'autostrada del Maghreb arabo, disinquinamento del Mediterraneo e protezione civile.
A Barcellona, il 6 e 7 giugno, il secondo vertice dei Capi di Stato e di Governo dell'UpM, dovrebbe confermare un forte rilancio del dialogo intergovernativo. In qualità di Presidente dell'APEM, il nostro Parlamento sarà presente al vertice con una sua rappresentanza, e sui temi trattati in quella sede svolgerà una relazione durante il Bureau di Palermo.
Lo sviluppo dell'Europa, a maggior ragione in una fase critica e complessa come quella attuale, è legato in modo indissolubile a quello del Mediterraneo.
L'Italia, per la sua posizione strategica di "ponte sul Mediterraneo", deve giocare un ruolo decisivo in queste politiche.
L'iniziativa dell'associazione Meseuro è tanto più interessante perchè, oltre ad approfondire questi temi, coinvolge le Istituzioni e in particolare i Parlamenti delle due sponde, Nord e Sud, del nostro mare, come dimostra la presenza del collega giordano.

Essa svolge il ruolo di collegamento bipartisan fra i colleghi che rappresentano le maggiori famiglie del Parlamento europeo.
Meseuro è riuscita dunque a coinvolgere tutti i soggetti attivamente impegnati nel partenariato tra le due sponde del Mediterraneo, e con loro le migliori energie della società civile.
È questa la via maestra per costruire un vero dialogo euromediterraneo in ambito politico, economico e sociale: il primo, irrinunciabile passo per fare nuovamente del nostro mare un luogo di pace, libertà, prosperità e giustizia.
Sono certo che l'anno di Presidenza italiana appena iniziato, contribuirà fortemente a sviluppare azioni coerenti per raggiungere questi alti obiettivi.



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