Il Presidente: Discorsi

Presentazione della Relazione annuale 2012 sull'attività svolta nell'anno 2011 dalla Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali

Intervento del Presidente del Senato Renato Schifani in Sala Capitolare

6 Giugno 2012

Autorità, Signore e Signori,
la presentazione della relazione annuale della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali è l'occasione per fare il bilancio dell'attività svolta, nell'anno trascorso, a tutela e garanzia dell'esercizio di un fondamentale diritto sancito dalla Costituzione.
Un diritto che vive oggi un momento particolarmente difficile a causa della pesante crisi economica che stiamo attraversando.
La Commissione è, in questo quadro, un presidio fondamentale per la sua posizione di terzietà e di indipendenza, rispetto ai potenziali attori del conflitto sociale, comprese le Istituzioni pubbliche di livello statale, regionale o locale che erogano direttamente, o affidandola a terzi, la fornitura di servizi pubblici definiti dalla stessa legge "essenziali".
Il compito di vigilanza sull'attuazione della normativa 146/1990 è quello di contemperare il diritto di sciopero dei lavoratori con altri diritti egualmente meritevoli di tutela, racchiusa nella nostra Carta Costituzionale.
E il rapporto con cui la Commissione riferisce ogni anno al Parlamento rappresenta l'occasione per delineare anche eventuali prospettive di rafforzamento, modifica o integrazione del sistema delle garanzie.
Tutti i dati segnalano che l'economia italiana è tornata in recessione con un impatto che, quale che sia la cifra finale, determina effetti negativi sull'occupazione, sulla produzione, sui consumi e, più in generale, sulla vita stessa delle imprese e delle famiglie.

Le conseguenze delle politiche di austerità nella finanza pubblica, imposte dal necessario processo di partecipazione al progetto di integrazione comunitaria e le storiche carenze del nostro sistema produttivo, rischiano di rendere il 2012 un anno molto difficile.
Mai come in queste fasi le Istituzioni tutte sono state chiamate a fare ogni sforzo per assicurare la concreta tutela e l'efficace garanzia dei diritti fondamentali della persona e del cittadino in un orizzonte di piena realizzazione del superiore Bene comune.
Conosciamo tutti i settori e comparti più sensibili, in cui l'esercizio del diritto di sciopero deve sempre, doverosamente e opportunamente contemperarsi con gli altri diritti primari della persona, come la salubrità dell'ambiente, la mobilità, le telecomunicazioni.

Nell'ambito dei servizi di igiene ambientale, in particolare, la Commissione ha in passato più volte denunciato le acute difficoltà finanziarie nelle quali versano, in alcune regioni, le aziende del settore.
Questo aspetto si ripercuote sulle istanze dei lavoratori, mediante il ricorso a strumenti di azione sindacale non sempre coerenti col rispetto delle regole fondamentali poste dal legislatore.
Ciò non solo non ha mancato di provocare, in diverse occasioni, conseguenze sulla stessa qualità e continuità del servizio, ma ha contribuito a generare allarme presso le popolazioni delle aree direttamente coinvolte dai disagi.

Anche il settore dei trasporti ha registrato difficoltà nel 2011 per la necessità di preservare da un lato il diritto di sciopero dei lavoratori, e di tutelare dall'altro il non meno fondamentale diritto alla libera circolazione delle persone sul territorio.
Oggi, più che mai, l'esigenza che il diritto di sciopero non pregiudichi altri diritti egualmente meritevoli di tutela, diviene, allora, quella priorità che è alla base della coesione sociale, Bene che le istituzioni devono avere sempre presente.
In tale contesto, sarà sempre più essenziale in futuro che l'opzione per l'esercizio del diritto allo sciopero sia sempre preceduta da ogni utile tentativo teso alla composizione degli interessi in conflitto.
In questa direzione va l'attività svolta ex ante dalla Commissione di Garanzia nell'anno 2011, cui va il mio plauso per gli eccellenti risultati: circa il 90% di scioperi preannunciati e non effettuati con il conseguente vantaggio in termini di risparmio economico.
Gli strumenti di partecipazione e composizione preventiva dei conflitti sociali si rivelano spesso i più efficaci, anche rispetto a forme più drastiche di regolazione unilaterale e di censura dei comportamenti scorretti.

La strada maestra della Commissione dovrà continuare ad essere quella di proseguire il dialogo con le parti sociali, con uno stile partecipativo e persuasivo, teso all'ascolto e al coinvolgimento dei soggetti in causa: per adottare deliberazioni condivise, almeno in parte, dai rispettivi destinatari.
Deve esser chiaro a tutti che gli obiettivi del diritto di sciopero, costituzionalmente riconosciuto, possono raggiungersi anche preservando le legittime aspettative dei cittadini che, estranei alle ragioni della contesa, possono diventare vittime e involontari protagonisti di profondi disagi e difficoltà.
La piena tutela del diritto di sciopero, di fronte alla acuta fase di crisi economica che attraversa il Paese, impone perciò anche nuove elaborazioni e originali soluzioni finalizzate al confronto e alla partecipazione responsabile alle scelte delle imprese da parte dei lavoratori. Dovrà, però, essere chiaro a tutti che la crescita del lavoro è e deve continuare ad essere l'assoluta priorità sia delle imprese che dei lavoratori e costituire l'impegno costante delle Istituzioni tutte per elaborare scelte di politica economica che vadano in questa direzione. Serve, allora, favorire una rinnovata fase di coesione sociale: le associazioni imprenditoriali e i sindacati dei lavoratori dipendenti hanno il dovere di ritrovare energie e volontà per abbassare ogni conflittualità, per contribuire e favorire crescita e occupazione e stimolare nuovi investimenti.

In questo scenario l'impresa va collocata al centro dell'economia nazionale, e considerata una creatura da difendere non solo per il benessere economico, ma quale "scrigno" insostituibile di quel tesoro per la democrazia che si chiama Coesione sociale.
Occorre aprire una nuova stagione in cui vengano superati gli egoismi e le faziosità di ogni sorta, per lasciare spazio ad una in cui ciascuno si faccia carico, nei propri limiti e rispetto alle proprie possibilità e responsabilità, dei Doveri versi le comunità di appartenenza.
L'economia di mercato deve avere attori sempre motivati, dal profitto individuale, ma deve anche assumere una dimensione "sociale", responsabile e corretta nel rispetto delle regole; responsabilità verso se stessa e verso gli altri.
Tutto ciò per non mortificare mai la stabilità del sistema economico.
Il servizio pubblico diviene garanzia essenziale perché le disuguaglianze sociali ed il divario tra ricchi e poveri non creino mai discriminazioni inaccettabili.

Tutti gli attori protagonisti della complessa dinamica sociale, le Istituzioni, le imprese, i lavoratori, le organizzazioni di volontariato e del no profit, devono essere sempre più posti al centro della dimensione pubblica della vita collettiva, in un'ottica di sussidiarietà.
Le Istituzioni, in particolare, dovranno garantire sopra ogni cosa il rispetto delle regole ed la produzione di quei beni e servizi che il mercato e la società non hanno convenienza a produrre.
L'insoddisfazione, di disagio sociale, riguardano non solo i lavoratori esodati, i cassaintegrati, e quelli collocati in mobilità, i giovani che non trovano lavoro, i pensionati, ma anche gli stessi imprenditori, i loro famigliari e i loro collaboratori.
Sono soggetti che oggi vivono un momento difficile, perchè temono che gli investimenti, frutto dei sacrifici di un'intera vita di lavoro possano essere vanificati.
Assistiamo a momenti di sconforto che sfociano in situazioni dolorose e a volte in tragedie.
Per questo motivo le Istituzioni e le pubbliche amministrazioni sono oggi chiamate a porre in essere con efficacia ogni rimedio al malessere crescente.

E' necessario che la spending review operi con rigore ed efficacia nella equa riduzione della spesa pubblica tagliando sprechi, operando dismissioni, con l'obiettivo finale di scongiurare incrementi ulteriori della pressione fiscale; per evitare al nostro Paese di dover sostenere nuove tasse.
Ai sacrifici chiesti agli italiani deve essere speculare il risparmio dell'Amministrazione pubblica.
La complessità delle leggi e degli adempimenti, la lentezza della burocrazia, i lunghissimi e incerti tempi della giustizia, l'elevatezza del carico fiscale, la mancanza di infrastrutture adeguate sono mali antichi del nostro Paese e hanno fatto da zavorra alla triplice sfida della globalizzazione, della moneta unica, della rivoluzione tecnologica e informatica.

Il sistema bancario deve tornare a sostenere le nostre imprese e lo Stato deve accelerare le procedure di pagamento dei propri fornitori: con rigore e coraggio.
Ma, soprattutto, è necessario ritrovare ora un clima di Unità, di Solidarietà e di Responsabilità tra tutti gli attori e parti sociali, affinché il Paese ritorni su di un percorso di crescita economica stabile e duratura.

Consentimi, infine, di rivolgere un pensiero solidale e di vicinanza alle popolazione dell'Emilia Romagna, che vivono con angoscia questo difficilissimo e drammatico momento, a causa del terremoto che, proprio stamattina, ha colpito anche la zona di Ravenna. Tutti insieme ci spenderemo al massimo per assicurare a questa gente laboriosa il ritorno ad una vita serena e produttiva, in condizioni di sicurezza anche nei luoghi di lavoro.

Vi ringrazio.



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